Luca Ricatti

Chitarra acustica, racconti e folklore

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Erborista: come ho imparato un mestiere e perché

24 Aprile 2017 by Luca Ricatti

In questo articolo ti racconto come ho imparato da zero il mestiere di Erborista e il lungo percorso che ho fatto in questo settore.

È una storia interessante per vari motivi.
L’Erboristeria è uno specchio fedele di come il mercato tratta in modo schizofrenico i saperi tradizionali, se ne appropria per attrarre il pubblico e li distorce per adattarli al sistema consumistico.

Ma qui trovi anche il racconto di un’impresa, di uno che ci ha provato.
La morale è sempre la stessa: a crogiolarsi nell’insoddisfazione si finisce per morire insoddisfatti.
A provarci, invece, ci si guadagna sempre, perché se anche ti va male, impari un sacco di cose, fai esperienze, conosci persone.
Vivi un’avventura.

Ti racconto, fra le altre cose:
– quale percorso ho seguito;
– le difficoltà incontrate per aprire un negozio;
– quali titoli occorrono per aprire un’erboristeria;
– le reali possibilità di trovare un impiego;
– quali sono le problematiche principali del settore erboristico;
– i costi di cui tenere conto.

Prima di iniziare

I miei lettori abituali saranno spiazzati da questo: sei un erborista?!
Ebbene sì: mi intendo di erbe officinali, sono capace a miscelare piante per creare tisane efficaci contro raffreddori, mal di stomaco, ansia e nervosismo, infiammazioni delle vie urinarie, stitichezza e tanti altri piccoli disturbi.
Conosco piuttosto bene un sacco di erbe, le ho maneggiate per anni e posso dire a una prima occhiata se sono di buona qualità.

Se mai hai pensato di fare l’erborista, sappi che nel corso di questo articolo ti rivelerò una serie di cose che non ti dice nessuno.
Se invece non ti passa neanche per l’anticamera del cervello, meglio per te, ma leggi uguale: io ne ho tratto una grande lezione, magari è utile anche a te.

Fare l’erborista: che diavolo mi ha detto il cervello

Se ti stai chiedendo perché un musicista/narratore sia esperto di piante medicinali, hai tutte le ragioni.

Il motivo è presto detto: se il mercato musicale e le sue regole ti danno il voltastomaco, per quanto ti piaccia suonare, ti tocca guadagnarti da vivere in altri modi.

Ma guadagnarsi da vivere non è mica una faccenda semplice.
È una lotta continua contro la povertà.
È un continuo cercare impieghi di fortuna, rovistarsi nelle tasche in cerca di una soluzione. La vita in una metropoli come Roma è molto costosa e sbarcare il lunario è una faccenda maledettamente seria.

Così mi sono ritrovato a fare tanti mestieri e ho imparato parecchie cose. Alcune utili solo a portare a casa la pagnotta, altre molto interessanti.
Quello di erborista è il lavoro che ho fatto più a lungo, ci ho studiato parecchio e sono stato allievo di grandi erboristi. Non sono mica un genio, in giro c’è gente molto, molto più forte di me. Però so il fatto mio.
Ecco come è cominciato tutto. [Read more…]

Filed Under: Erboristeria tradizionale, Storie Tagged With: Erboristeria

Sette passi: un ballo tradizionale veneto

17 Aprile 2017 by Luca Ricatti Leave a Comment

Sette passi è il nome di un ballo tradizionale Veneto, diffuso nella zona del Polesine. Questo è il mio arrangiamento per Chitarra con spartito e tablatura.

La melodia del Sette passi è ricalcata da un brano tedesco dal titolo Sieben schitte (detto anche Siebenschritt), che è una Polka tradizionale.
In verità la melodia coincide solo per le prime 4 battute con quella tedesca.

Questo tema musicale si è poi diffuso nella zona del Polesine (che coincide più o meno con la provincia di Rovigo) come accompagnamento a una danza di coppia tradizionale. Non mi intendo di coreutica ma, per quello che ho visto, sembra proprio che i ballerini facciano dei movimenti che contano sette passi.

Sette passiCome al solito, metto a disposizione gratuitamente lo spartito con la Tablatura, basta iscriversi al mio Bollettino. Se clicchi sull’immagine vai alla pagina per l’iscrizione.

Il tema del ballo Sette passi, comunque, si è diffuso anche perché qualcuno ha inventato delle strofe da cantarci su.

Le strofe sono popolari soprattutto tra i bambini veneti. La canzone è anche chiamata Cori cori Bepi.
In effetti può sembrare lo sfottò di una ragazza che provoca uno spasimante, ma anche quello di due bambini che giocano a acchiapparella. Infatti dice così: [Read more…]

Filed Under: Folklore, Video Tagged With: chitarra folk, fingerpicking, fingerstyle, musica folk italiana

Imparare a suonare la Chitarra: come ho fatto io

19 Marzo 2017 by Luca Ricatti 10 Comments

Imparare a suonare la chitarraSe stai pensando di imparare a suonare la chitarra, qui ti racconto come ho fatto da autodidatta, senza avere una chitarra, un insegnante né un metodo. Se parti da zero può esserti utile qualche dritta per capire come organizzarti. Quello che ho scritto si basa sulla mia esperienza personale.

Con la scusa, vedremo due o tre concetti che tornano utili in molti contesti, non solo per imparare a suonare la chitarra.

Dunque, avevo quattordici anni.
Mi ero messo in testa che dovevo imparare a suonare la chitarra.
Il perché non lo so.

Non è che non avessi altri passatempi. Stavo in fissa col disegno, coi fumetti in particolare. Ero straconvinto che da grande avrei fatto il fumettista.
Eppure mi si piantò in testa questo chiodo della chitarra e non c’era modo di cavarlo via: dovevo suonarne una.
La strada però era in salita e avevo anche un paio di piccoli ostacoli da superare.

1) Non avevo una chitarra e non avevo i soldi per comprare una chitarra.

2) Anche risolvendo il primo problema, non avevo i soldi per pagarmi delle lezioni di chitarra.
E se te lo stai chiedendo, no: non conoscevo nessuno che sapesse suonare la chitarra.

Problema #1: trovare una chitarra

Ok, per imparare a suonare la chitarra, serve una chitarra, c’è poco da fare.
Se non ce l’hai, hai un problema.

Per risolverlo, io feci così. [Read more…]

Filed Under: Chitarra, Lezioni di chitarra, Storie

Raccontare storie: appassionare se stessi e gli altri

23 Febbraio 2017 by Luca Ricatti Leave a Comment

Raccontare storieRaccontare storie è diventata la mania di pubblicitari e consiglieri politici, ogni articolo o testo di marketing cita almeno una volta lo storytelling.

Secondo gli studiosi, la narrazione è connaturata all’essere umano. C’è chi dice che il nostro cervello passa più tempo immerso nei mondi immaginari che in quello reale.
Attraverso la forma narrativa è possibile far passare messaggi pubblicitari, propaganda politica, idee sulla morale e perfino la divulgazione scientifica e storica.

Sono stati scritti molti libri su come i regimi totalitari e quelli democratici usino la narrazione per cementare i popoli, creare identità nazionali(ste) e fare propaganda.

I politici vivono di narrazione: il grande imprenditore che si è fatto da sé, il giovane innovatore giunto a cambiare la politica, l’uomo del popolo venuto a difenderci dalla casta.

I marchi vivono di narrazione: hanno fatto film e scritto libri sui fondatori della Apple, di Facebook, di Mac Donald, della Virgin, della Nike, della Olivetti, della Ferrari. La narrazione è dentro la stragrande maggioranza degli spot pubblicitari, fin dai tempi di Carosello.

Gli artisti sembrano essere quelli meno interessarsi allo storytelling. Proprio quelli che hanno la narrazione nel loro DNA sembrano gli ultimi ad accorgersi di come raccontare storie possa essere un modo efficace di attrarre il pubblico. O di affezionarlo.

Dedico questo articolo soprattutto a loro: musicisti, attori, scrittori, registi, disegnatori, poeti, saltimbanchi, nani e ballerine.

Il mio esperimento

Sabato 11 febbraio ho suonato all’Enoteca letteraria. E ho fatto un’esperimento: ho provato a impostare un’intero concerto sulla narrazione.
Per me che mi esibisco da solo con la mia chitarra e oltretutto infarcisco le esibizioni di pezzi strumentali, andare alla ricerca di modi per tenere alta l’attenzione del pubblico è questione di non vedere la gente uscire dal locale mentre suono. È questione di non farmi sbadigliare in faccia mentre cerco di restare concentrato sui miei pezzi.
Il risultato è stato molto incoraggiante. Al punto che tutti i miei spettacoli, d’ora in avanti, saranno impostati così: raccontare storie.

In questo articolo introduco l’argomento della narrazione per come la vedo io.
Prima di proseguire: ne arriveranno altri, via via più approfonditi. Se ti appassiona l’argomento, ti conviene iscriverti al Bollettino (la mia newsletter), così da essere aggiornato. Basta inserire la tua email nel form in alto a destra. [Read more…]

Filed Under: Concerti, Report, Storie Tagged With: storytelling

Accordi Diminuiti e Accordi aumentati

20 Gennaio 2017 by Luca Ricatti 8 Comments

Accordi diminuiti e Accordi aumentatiScopriamo gli Accordi diminuiti e gli Accordi aumentati, in cosa differiscono dai normali accordi e la loro “strana” natura geometrica.

Nelle lezioni precedenti abbiamo visto come creare gli accordi e come costruire gli accordi sulla chitarra.
Sappiamo anche cosa sono gli intervalli e come riconoscere gli intervalli sulla Chitarra.

Continuiamo a piccoli passi il nostro viaggio. Siamo partiti strimpellando accordi per Chitarra per arrivare lontanissimo!
Se sei a questo punto dopo avermi seguito passo passo, complimenti: questa è roba seria. Ho conosciuto personalmente persone che si guadagnavano da vivere con la musica e non conoscevano la roba di cui sto per parlarti in questo articolo.
Ma bando alle ciance.

Oggi stai per scoprire due generi di accordi molto particolari.
Come al solito, per ingrandire l’infografica devi cliccarci sopra.

Materiale aggiuntivo

L’infografica di questo articolo esiste anche in versione Pdf stampabile.
Per averla (gratis) devi essere iscritto al Bollettino di Luca Ricatti (la mia newsletter).
Se sei già iscritto, trovi il file nella solita pagina riservata.

C’è anche la versione Pdf stampabile di tutto l’articolo, riservata ai finanziatori.
La trovi qui: Versione Pdf stampabile.

Se non sei tra i finanziatori ma ti piace questo blog e vorresti sostenerlo, puoi farlo con pochi spiccioli al mese. In cambio avrai tantissimo materiale riservato.
Trovi tutto spiegato qui: Finanzia.
Ma veniamo a noi.

Per fare Accordi Diminuiti e Accordi Auementati ci vogliono distanze tutte uguali

Prendiamo un accordo a quattro voci qualsiasi, per esempio Do maggiore.
Sappiamo che è composto dalle seguenti note:

Do (Fondamentale)
Mi (Terza maggiore)
Sol (Quinta giusta)
Si (Settima maggiore)

Proviamo a misurare la distanza tra queste note.
Se hai letto (e capito) le precedenti lezioni, ormai sai che la distanza tra due note si misura con gli intervalli.
Se non hai capito questo passaggio, vai in prigione per tre turni, senza passare dal via.

– Do e Mi distano una Terza maggiore
– Mi e Sol distano una Terza minore
– Sol e Si distano una Terza maggiore
– Si e Do (Ottava) distano Seconda minore

No, sul serio, se questi passaggi ti sono poco chiari, torna a leggere l’articolo sugli intervalli musicali.

Come puoi vedere (ma ormai dovresti già saperlo), le distanze tra le note che compongono l’accordo di Do maggiore NON sono tutte uguali. Di solito questo è vero per tutti gli accordi.
C’è solo una eccezione. Anzi due: l’accordo Diminuito e l’accordo Aumentato.
Qui le note sono sempre equidistanti l’una dall’altra. [Read more…]

Filed Under: Lezioni di chitarra

Blog di successo: storia di un esperimento

24 Dicembre 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Blog di successoCome si crea un blog di successo? È così facile passare dallo scrivere post in un cameretta ad andare in TV? Ti racconto il mio esperimento personale.

Nel marzo del 2016 ho intrapreso un viaggio alla scoperta dei meccanismi che regolano fama e fortuna di un sito internet, deciso a vedere se sarei riuscito a trasformare il mio diario in rete in un caso di blog di successo.

Mi si è aperto un mondo, ho scoperto cose di cui non avevo la minima idea, ho cambiato completamente il mio modo di pensare (e in parte anche di scrivere).
Ho capito che ci sono sforzi inutili che vanno assolutamente evitati e sforzi necessari, senza i quali è impensabile ottenere risultati.

Sono ancora lontano dall’obiettivo che mi ero prefissato. Ma sono comunque contento dei risultati ottenuti finora, soprattutto perché il numero di visitatori è in crescita costante (l’immagine in alto è il vero screenshot del mio Google analytics).

C’è un sacco di roba in giro, un sacco di articoli che dispensano consigli:
– i 5 trucchi per…
– i 10 passaggi fondamentali per…
– i 7 segreti di Fraccazzo da Velletri.

Questo articolo è spudoratamente onesto, perché io non vivo di internet marketing. Non ho bisogno di apparire più figo di quello che sono. Sono un musicista, mica un markettaro.

Ad ogni modo, personalmente sospetto che siano davvero pochi quelli capaci di fare i numeri veri.

L’unico scopo di questo post è cercare di esserti utile, se stai provando anche tu a farti strada attraverso internet.

Ripercorriamo i passaggi con ordine

.
1) Nel lontano 2011 apro il blog lucaricatti.it, al solo scopo di scrivere di quello faccio, la mia musica, le storie che mi capitano, le mie critiche al mercato discografico. Non ho alcuna velleità, non punto a fare un blog di successo.
Compro un dominio e uno spazio hosting e ci installo il sistema WordPress.
In breve tempo mi assesto sui 2-300 visitatori al mese.
Non ho nessuna nozione di cose come web marketing o seo. Scrivo quello che mi passa per la testa e basta.
A ben vedere, col senno di poi, quei 2-300 visitatori mensili sono un miracolo [Read more…]

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Premio Nobel a Bob Dylan: bravo, sò contento

15 Ottobre 2016 by Luca Ricatti 6 Comments

Premio Nobel a Bob DylanIl Premio Nobel a Bob Dylan.
Bravo, bravo, sò contento.

Avete presente l’episodio finale de I Mostri di Dino Risi, vero? Quello intitolato La Nobile arte, che poi è il più bello di tutto il film?

Nella mia mente Bob Dylan è stato fulminato per sempre da una battuta contenuta nell’autobiografia di Dave Van Ronk, quando scopre il nome d’arte scelto da Bob Zimmerman:
«Bob Dylan, D-Y-L-A-N.
“Come Dylan Thomas?”, chiesi in tutta innocenza.
Esatto.
È possibile che abbia alzato gli occhi al cielo, lo ammetto.»
Van Ronk, che mito.

Ma non voglio mica parlare male di Bob Dylan. Ora che scrivo sto ascoltando Blonde on blonde.
È un gran bel disco. No davvero, bellissimo. Poi uno degli album che ho sentito di più da ragazzino è stato Highway 61 revisited.
È il fatto del Premio Nobel che proprio non capisco.

Il Premio Nobel a Bob Dylan è un’assoluta goduria per tutti gli amanti della cosiddetta canzone d’autore.
E anche per molti amanti del rock.
Tutti contenti.
Tutti eccetto, ovviamente, quelli che hanno dedicato la loro intera vita alla letteratura.

Dylan è considerato il mostro sacro.
Il giorno in cui si è saputo dell’assegnazione del Premio Nobel a Bob Dylan è anche morto Dario Fo. Quel pomeriggio ho sentito dire da uno in televisione che Dylan ha inventato la canzone d’autore, che prima di lui c’era solo la canzone folk tradizionale. Ha detto proprio così.
Che forza questi talk show. Io ne sparo di cazzate, ma a questi je spiccio casa.
Mi sono appisolato e devo aver sognato la giornalista di Sky TG che diceva a una folla oceanica che Dario Fo ha scoperto il fuoco e Bob Dylan ha inventato la ruota.

Il primo disco di Bob Dylan (quello in cui c’è l’arrangiamento di House of the rising sun rubato al povero Van Ronk) è uscito nel 1962.
Quanti dischi di canzoni inedite sono usciti prima del 1962? Un po’.

Se avessi potuto parlare col tizio del talk show gli avrei dato una notiziona di quelle bomba: le canzoni folk tradizionali non spuntano sugli alberi come le pere. [Read more…]

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Festival di Narni: Report

30 Settembre 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Festival di NarniVenerdì 23 settembre sono stato ospite del Festival di Narni – Alchimie e linguaggi di Donne, giunto alla nona edizione.
La cosa può suonare bislacca per due motivi.
Il primo, più evidente, è che non sono una donna.
Il secondo è che non sono stato a suonare a Narni, ma a San Gemini.

Per la prima stranezza la spiegazione sta nel fatto che quello di Narni è un Festival dedicato alla letteratura fatta dalle donne. A presentare i propri libri sono evidentemente tutte donne. Ma i musicisti, che sono ospiti, sono anche uomini.

Per la seconda stranezza, la spiegazione è che, a dispetto del nome, il Festival si svolge a cavallo tra Narni e San Gemini. La sera in cui ho suonato io, le presentazioni si svolgevano per l’appunto a San Gemini.

Partendo di venerdì pomeriggio, mi sono ovviamente pappato il traffico in uscita da Roma. Ma lo stress automobilistico è stato ripagato dallo spettacolo della cittadina medievale.
Per di più, la manifestazione si svolgeva all’interno della Chiesa dell’ex Convento di Santa Maria Maddalena, che è sconsacrata.

Ripeto: una chiesa sconsacrata intitolata a Maria Maddalena, nel centro di un paesino medievale. Ti aspetti che da un momento all’altro spunti fuori… com’è che si chiama il protagonista de Il Codice Da Vinci? [Read more…]

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Un grande Buco nero

18 Settembre 2016 by Luca Ricatti 1 Comment

black-hole-sunQualche giorno fa, in un bar dove ero a prendere un caffè, c’era un televisore che mandava in rotazione video musicali. E proprio in quel momento hanno tirato fuori un videoclip di oltre vent’anni fa. Roba dei tempi miei. Cioè, di quando ero ragazzino io e guardavo i videoclip.
Un videoclip che, in effetti, è entrato nella storia.

Negli ultimi giorni sono venute alla ribalta diverse brutte storie di cronaca con protagoniste donne, spesso ragazze molto giovani, vittime di abusi sessuali. Abusi spesso filmati e diffusi.
Ogni volta che una ripresa di questo genere arriva alla gente, alla massa di persone comuni, scatena attenzioni morbose, commenti deliranti, insulti sessisti.
Con conseguente suicidio della vittima.

L’altro giorno mi sono imbattuto nella vicenda di Carolina Picchio. Per capire cosa fosse successo di preciso ho provato a cercare un articolo in cui si raccontasse la sua storia. La prima ricerca suggerita da Google era: Carolina Picchio Video.
Per chi non lo sapesse, Google mostra questi suggerimenti in base ai volumi di ricerca. Ciò significa che c’è gente, tanta gente, che vuole vedere il video che ha indotto una 14enne al suicidio.

Black hole sun, won’t you come?
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Le stelle si vedono al buio

22 Luglio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Marco Baxa - rivedere-le-stelleQuella che vedete qui è la copertina dell’album di Marco Baxa, Rivedere le stelle. Che ci fa nel mio blog?

Una delle cose che ho capito durante questo anno dall’uscita del mio album Fumo al vento è che le recensioni non servono a niente. Forse (e dico forse) servono a fare un po’ di curriculum, ma di sicuro non ti fanno vendere neanche un disco. Le recensioni non interessano ai potenziali ascoltatori e, quel che è peggio, spesso non interessano neanche a chi le scrive, che si limita a scopiazzare la cartella stampa senza farsi troppe domande. Non sempre, ma spesso è così.

Ho scoperto però anche un’altra cosa: esistono persone che, spontaneamente, ascoltano il tuo album e ti scrivono delle cose, cose intelligenti e motivate. Alcune le conservo gelosamente nella mia casella email. Queste scritture private o semi-private non ti fanno vendere dischi, è vero, però ti dimostrano che ci sono ancora persone che ascoltano con attenzione e senso critico. E spesso ti danno nuovi punti di vista sulle cose che fai.

L’ultima di queste non-recensioni è arrivata inaspettata sul profilo Facebook di Marco Baxa. Ci siamo conosciuti sabato 16 luglio all’ Open Mic di Ferentino Acustica e ci siamo scambiati il CD.

Rivedere le stelle di Marco Baxa è un bel disco di canzoni con testi curati, arrangiamenti interessanti e suonati molto bene (interamente in acustico, che è un valore aggiunto). I musicisti che lo accompagnano creano un insieme solido e affiatato (anche dal vivo) e c’è un interessantissimo uso dei cori, che tessono splendidi tappeti sonori ben più suggestivi di un banale sintetizzatore.
Insomma, Marco Baxa propone un pop d’autore a tinte jazz, che per qualità sta varie spanne sopra la roba che passa in heavy rotation nelle radio commerciali.

Ecco invece cosa ha scritto lui di Fumo al vento.

«Cosa hanno in comune Antonio Gramsci, Pippo Baudo e Luca Ricatti?
Il concetto di nazionalpopolare.
Ovviamente per Luca non vale la definizione del Pippo nazionale. Le sue canzoni hanno dentro lo spirito del popolo, profumano di periferia, di discussioni nate in taverna davanti ai dadi e alle carte e regolate con i coltelli in un vicolo.
Profumano del De André degli esordi, quello che si faceva ispirare da Brel e da Brassens.
Eppure Luca sa essere ancora più popolare e libertario perché rappresenta quel cuore antico della gente che in fondo rimane convinta che “una risata seppellirà” il potere. E che la morte se presa, rispettosamente, in giro magari fa loro visita il più tardi possibile.
Da aggiungere una cosa importante, oltre a scrivere e a cantare Luca suona davvero bene la chitarra, che seppur sembri strano a chi non frequenta il nostro “mondo”, è una cosa davvero rara.
Originale e davvero bravo.
Consigliatissimo.»

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Ferentino Acustica Open Mic 2016 (Parte seconda)

21 Luglio 2016 by Luca Ricatti 2 Comments

Open-mic-Ferentino-Acustica-2NB: Questo articolo è il seguito della Parte prima. Viene meglio se li leggi in ordine.

La giornata si apre con un TIIINNN.
Sapete quanto è forte il rumore di un piccolo anello d’acciaio che cade da un metro di altezza alle 6;00 della mattina? Abbastanza da svegliarmi.
Avevo messo l’allarme alle 6;30, per concedermi una mezz’ora in più di riposo, ma una delle mie tre gatte ha pensato che non era il caso e ha buttato quello stramaledetto anello giù dal mobile.

Mi alzo con circa quattro ore di sonno alle spalle, colazione, metropolitana e di corsa al lavoro. Buona parte della mattinata la passo a scaricare cassette di ortofrutta.
Esco per l’ora di pranzo, torno a casa, monto in macchina e torno a Ferentino, stavolta accompagnato dalla mia famiglia.

Oggi al Palazzo Giorgi-Roffi Isabelli c’è già qualcuno. Si suona nel cortile, c’è pubblico, insomma tutto regolare.

Se non fosse per le campane. Don Andrea (pare si chiami così) è scatenato. Gira voce che ci sia qualche ricorrenza legata a Sant’Ambrogio martire, patrono di Ferentino. E quindi le esibizioni sono funestate da continui scampanamenti. A un certo punto parte pure una litania sparata da qualche altoparlante, che si diffonde per tutta Ferentino. [Read more…]

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Ferentino acustica Open mic 2016 (Parte prima)

20 Luglio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Open mic Ferentino acustica 2016Anche quest’anno ho partecipato al Open Mic Ferentino Acustica. L’Open Mic è una manifestazione collaterale al Ferentino Acustica, festival tutto dedicato alla chitarra acustica e soprattutto al fingerstyle.
Anche quest’anno è stata un’esperienza entusiasmante. Anche quest’anno situazioni tragicomiche, corse, sveglie all’alba e rientri a notte fonda.

Ecco il racconto di questi due giorni di chitarre, concerti, incontri, insonnia e troppi caffè.
L’ho diviso in due parti, se no veniva una cosa chilometrica.

Open mic Ferentino acustica 2016: Venerdì 15 luglio

Sveglia alle 5;50, a lavorare. Le previsioni del tempo dicono che a Ferentino diluvierà.
Sono settimane che fa un caldo da crepare, il sole arroventa i sanpietrini di Roma e le strade di tutto il centro Italia. Ma oggi no, fa quasi freddo e minaccia pioggia. Comunque, esco dal lavoro alle 13;30, torno a casa, tiro fuori dal frigo mezza pizza margherita della sera prima e me la ingoio così, gelata. Infilo la chitarra nel fodero e monto in macchina. [Read more…]

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Un anno di Fumo al vento

24 Giugno 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

fumo_al_ventoUn anno fa, il 24 giugno 2015, a mezzanotte, usciva Fumo al vento, la mia prima produzione discografica professionale.

Anni a scrivere i pezzi, mesi di registrazioni, di lavoro sulle grafiche, due giorni in sala per il Mastering, stampa professionale, campagna pubblicitaria in collaborazione con un’agenzia e un sacco di soldi spesi. E ora?

Sono successe diverse cose.
Innanzitutto ho ricominciato a suonare dal vivo, dopo anni.
E siccome non avevo mai calcato il palcoscenico solo con la mia chitarra, suonando pezzi tecnicamente impegnativi, è stato per molti versi come se affrontassi il pubblico per la prima volta.

Incredibilmente, la gente ha risposto sempre piuttosto bene. E questo, di per sé, mi pare già un risultato: perché si sta sempre a dire che l’arte in Italia, che la gente bla bla; invece io ho trovato persone disposte a spendere il loro tempo ad ascoltare uno sconosciuto che fa musica acustica. Cioè dai, ma chi ci scommetterebbe?
Ci sono persone che mi scrivono per dirmi che hanno ascoltato il mio pezzo e mi fanno i complimenti, ma mica così, tanto per fare: mi dicono che ci han trovato questa o quella tematica, fanno paragoni, analizzano. [Read more…]

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Fingerstyle: cos’è, da dove viene, come si fa

12 Giugno 2016 by Luca Ricatti 6 Comments

fingerstyleSpieghiamo cos’è il Fingerstyle (anche detto Fingerpicking) sulla Chitarra acustica, con foto e video, le origini e le tecniche principali.

Sembrerà assurdo, ma in rete non ho trovato niente che rispondesse a questa domanda in modo chiaro e dettagliato. Almeno non come dico io.
E allora mi sono fatto sotto. E ce l’ho messa tutta.
Ah, ho fatto largo uso di video, che certe cose è meglio sentirle e vederle che leggerle.

Prima di iniziare: in questo articolo mi limito a spiegare cos’è il Fingerstyle.
Se sei già un chitarrista e stai cercando degli spartiti, allora va’ qui: tablature.

Se invece stai cercando una risorsa per imparare a suonare in fingerstyle, allora qui c’è questa cosa completamente gratuita e accessibile a tutti: Manuale di Fingerpicking per principianti.
Se invece cerchi qualcosa di meno impegnativo, solo per fare un po’ di pratica, ci sono questi Esercizi.

Se infine vuoi farti una cultura e ascoltare un po’ di musica (cosa sempre consigliatissima), vai qui: Chitarristi Fingerstyle.

Cominciamo

Per fare come si deve, bisogna partire dalle basi.
Dunque: il fingerstyle (o fingerpicking) è una tecnica di esecuzione per la chitarra basata sull’uso delle dita per pizzicare le corde, senza l’ausilio di un plettro.
Risulta indubbiamente più ostico per un principiante assoluto.
Eppure, i maggiori sforzi iniziali il fingerstyle li ripaga presto, perché riesce a regalare soddisfazioni e stimolare la creatività in modo inimmaginabile.
Perché?

Perché se pizzichi con le dita è come se usassi 2, 3, 4 o persino 5 plettri contemporaneamente. Ma senza plettri. Non c’è niente tra te e le corde, il rapporto con la chitarra è più fisico, più forte, più ricco di possibilità.
Anche un semplice accompagnamento non consiste più nello strimpellare accordi per Chitarra, ma diventa un vero e proprio arrangiamento, fatto con tutte le potenzialità di uno strumento polifonico.

Il fingerstyle non è propriamente uno “stile”, né un “genere”. Semmai è una macrocategoria che include una quantità di tecniche e stili diversi. Per descriverli tutti servirebbe un’enciclopedia. Un articolo non può essere un’enciclopedia, perciò ho cercato di riassumere almeno le cose basilari.
Ecco di cosa parliamo:

– Fingerstyle: cos’è e cosa significa
– Differenza tra folk-fingerstyle e chitarra classica
– Da dove viene il fingerstyle
– In quali generi musicali si trova il fingerstyle
– Attrezzi, stili, tecniche per fare fingerpicking
– Fingerpicking tradizionale o moderno?

[Read more…]

Filed Under: Chitarra, Lezioni di chitarra Tagged With: chitarra fingerstyle

Accordi a quattro voci sulla Chitarra

31 Maggio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Accordi a quattro vociScopriamo cosa sono gli Accordi a quattro voci, come suonarli sulla Chitarra, quali e quanti tipi se ne possono trovare. Con l’aiuto di un’Infografica.

Nelle precedenti lezioni, abbiamo visto come individuare gli intervalli sulla chitarra, come creare gli accordi e come costruire gli accordi sulla Chitarra.

Se hai letto nell’ordine giusto (e capito) tutti gli articoli precedenti, hai gli ingredienti per creare qualsiasi forma di accordo. Ti basta un po’ di creatività.

Ma siccome noi le cose vogliamo farle bene, entriamo ancora di più nello specifico e vediamo come, partendo da una Triade, è possibile creare sulla Chitarra gli accordi a quattro voci.
O anche a cinque voci.
O anche a sei (ma qui ci fermiamo, perché le corde sono solo sei).

Prima di proseguire: se clicchi sull’infografica la ingrandisci e puoi guardarla come si deve. [Read more…]

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Indiemood sessions: live tra i canali di Venezia

9 Maggio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Indiemood sessions: è online il video che ho registrato l’estate scorsa a Venezia con l’agenzia IndieMood. Pubblicato nella sezione News di Rockol.

Fa un certo effetto essere su un sito famoso, in mezzo a Radiohead e Robbie Wiliams.
Specie con una canzone politicamente scorretta come Il Ballo del matto (per Franco Mastrogiovanni). Che (tra parentesi) si può scaricare gratis.

Indiemood sessions: che ci faccio su una barca a Venezia?

Le indiemood sessions sono una serie di video girati da Indiemood in collaborazione con la associazione galleggiante “Il Caicio”, che si occupa di restaurare le imbarcazioni tradizionali veneziane e mantenerle in vita; e con Rockol, che pubblica ogni nuovo video nella sezione news.

In pratica non sono altro che riprese live totalmente acustiche di solisti o band, a bordo di una di queste vecchie imbarcazioni. Mentre i musicisti suonano, la barca naviga tra i canali di Venezia.

Indiemood sessions: Luca RicattiLe indiemood session sono stupende per due motivi: intanto perché danno spazio alla musica suonata e in acustico.
Anche se questa è una cosa che (strano a dirsi) sta tornando di moda grazie a Youtube, che è pieno di musicisti (tra cui il sottoscritto) che si esibiscono unplugged davanti a una webcam; dicevo, anche se è una cosa ormai molto popolare, Indiemood ha avuto la capacità di mostrarla su un portale dedicato alla musica mainstream come Rockol.

L’altro motivo è che hanno fatto uscire queste esibizioni acustiche dallo spazio angusto di salotti, cucine e camerette; le hanno portate all’aria aperta e nel cuore della nostra cultura secolare. Nella fattispecie, tra i canali veneziani.

Per me che vivo a Roma partecipare a una indiemood session ha significato fare una corsa in treno per arrivare in una città invasa dai turisti (era agosto) e dal caldo torrido. Ma lo rifarei subito.

Se ti sei perso il report di questa breve avventura, qui trovi il racconto del mio Viaggio a Venezia.

Se non conosci la mia canzone o non sai di che parla, qui ho raccontato Il Caso Franco Mastrogiovanni.

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Fiori trasteverini: la fava romanesca

8 Maggio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Fiori trasteverini all'arciarcobalenoFiori Trasteverini è una celebre canzone romana interpretata, fra gli altri, da Gabriella Ferri, Alvaro Amici e Lando Fiorini.

È la classica canzone da osteria, da intonare tutti in coro al terzo o quarto bicchiere di vino. L’argomento è il solito: il popolo squattrinato si autocelebra, orgoglioso del suo vivere semplice.
Ne esistono molte versioni, più o meno lunghe.
Non l’ho mai incisa, ma la conosco e l’ho suonata dal vivo. Qui sotto vi scrivo il testo come lo canto io. Intanto vi dico perché e percome l’ho eseguita.

Ieri sera ho partecipato a una serata organizzata dal circolo culturale Arciarcobaleno alla Garbatella, a Roma. Titolo dell’evento: La fava romanesca v’a potemo regalà.

Fulcro della serata: Mario Casale spiegava perché, secondo lui, l’Impero Romano è stato una iattura per il mondo e perché Roma non abbia prodotto nulla di significativo. Tutto raccontato con grande ironia, in forma di battibecco con la brava e simpatica attrice Cristina Manzone, che ha recitato vari sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli.
In mezzo, gli interventi musicali miei e di Marco Russo: io con la mia roba folk, stornelli, canti da osteria e saltarelli, lui con arrangiamenti per chitarra di classici della canzone romana.
E le fave. Cassette piene di fave per tutti gli spettatori. Che dalla foto non si capisce ma erano parecchi.

Avevamo appuntamento alle 7 di sera: 3 ore di tempo per organizzare uno spettacolo mai provato prima. Quattro pazzi che non si erano mai incontrati (a parte con Mario, che era l’unico a conoscerci tutti e che ha organizzato la serata). Ma noi cialtroni, musicisti e attori siamo gente che si affiata facile. E infatti ha funzionato alla grande. [Read more…]

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Saltarello: cos’è, da dove viene e possibili sviluppi

13 Aprile 2016 by Luca Ricatti 4 Comments

Il Saltarello: dal calascione al fingerpickingIn questo articolo vediamo cos’è il saltarello, un ballo e una musica da ballo tipici del folk italiano.
Si tratta di una tradizione che affonda le radici nella cultura pagana dell’antica Roma.

Ascoltiamo qualche esempio, ne vediamo le origini, la struttura musicale e come viene ballato, con particolare riferimento all’area laziale e romana.

Infine vediamo anche dove reperire materiale audio e testi per approfondimenti.

Il Saltarello: Origini e storia

Si suppone che il saltarello derivi da una forma di ballo dell’antica Roma, la saltatio. La saltatio (plurale saltationes) è sopravvissuta fino all’alto medioevo e doveva avere una componente di allusione erotica: documenti storici raccontano che la chiesa cercava di limitarne la diffusione.
A riprova di questo collegamento, il saltarello si è conservato come ballo di coppia che mima il corteggiamento.

La prima fonte diretta è un manoscritto italiano del 1300 conservato al British Museum di Londra. A quell’epoca il saltarello era una delle quattro danze praticate dagli aristocratici nelle corti, insieme alla bassadanza, la quaternaria e la piva. [Read more…]

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Un saltarello: Ballo del serpe

24 Marzo 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Il Ballo del serpe è un saltarello che ho scritto qualche anno fa. L’ho poi inserito nel mio album Fumo al vento.
Il saltarello è un tipo di ballo (e di musica da ballo) caratteristico della musica popolare italiana delle regioni centrali: Lazio, Abruzzo, Molise, Marche, Umbria. Anticamente era particolarmente diffuso a Roma. Sappiamo che fin dal Rinascimento era presente tra le musiche “di corte”, quindi di ambito colto e aristocratico. Testimonianze di questo ballo a livello popolare sono più tarde, ma non è detto che sia nato tra i nobili e poi si sia diffuso tra il popolo, anzi è probabile il percorso inverso.

Il titolo del pezzo nasce dal fatto che in questi balli popolari del centro-sud ci sono sempre delle atmosfere piuttosto “oscure”, nonostante i ritmi frenetici e apparentemente “leggeri”. Mi sembra una caratteristica tipica delle danze folkloriche dell’Italia centro meridionale una certa tendenza al mistero, come a voler scavare nel subconscio per farne emergere la potenza.
Da qui il serpente (o il serpe, come dicono gli abruzzesi), che è un simbolo perfetto di queste forze terrestri: spaventose, striscianti, nascoste.
I saltarelli tradizionali, invece, di solito non hanno alcun titolo, prendono il nome dalla città di provenienza. Così abbiamo tutta una serie di saltarelli romani, saltarelli di Fiuggi, di Anagni, eccetera.

Un saltarello per chitarra fingerpicking

Sul saltarello tradizionale ho scritto questo articolo: Il Saltarello: dal calascione al fingerpicking.
Prossimamente pubblicherò dei video con alcuni arrangiamenti per chitarra di veri saltarelli popolari.
Un saltarello: Ballo del serpeOvviamente un saltarello non dovrebbe essere suonato con la chitarra a corde di metallo, in tecnica fingerpicking. O forse sì?
Ad ogni modo, i saltarelli erano suonati con zampogne e organetti; si usavano degli antenati della chitarra, il calascione e il chitarrino.

Lo ripeto sempre: questa che faccio io è roba moderna, non vera musica tradizionale. Poi ci sono quelli a cui piace vestirsi da contadini dell’800 e fare rievocazioni storiche.
Io sono un musicista di oggi e, anche se mi ispiro a tradizioni antichissime, faccio musica di oggi. Che poi è quello che facevano nell’800 i contadini dell’800.
Se sei un chitarrista puoi scaricare il file Pdf con la tablatura per chitarra.
Ah, il Ballo del serpe è la sesta traccia del mio album Fumo al vento.

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Tony McManus

20 Marzo 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment


L’impatto della musica di Tony McManus su un chitarrista che suona fingerpicking appassionato di folk e di musica celtica può essere davvero devastante. Per meglio dire, l’impatto della musica di Tony McManus può essere sconvolgente su chiunque abbia un qualche interesse nella chitarra o nelle musiche di tradizione orale. La sua è la chitarra celtica.

McManus è nato nel 1965 nella città di Paisley, nelle Lowlands scozzesi, da una famiglia di origini irlandesi. Il sangue celtico gli ribolliva nelle vene fin da bambino. Studiava chitarra da autodidatta e si nutriva della collezione di dischi di musica celtica dei genitori. Non mi ricordo chi ha detto che l’eccellenza deriva spesso da due competenze diverse che si combinano. Tony McManus ne è la prova vivente. Non a caso il claim col quale di solito viene presentato al pubblico è una frase di John Renbourn, il quale lo ha definito il più grande chitarrista celtico di tutti i tempi. Che è una consacrazione di quelle definitive.

La cosa che contraddistingue il fingerpicking di McManus è il modo in cui introduce nel suo fraseggio gli abbellimenti, facendo suonare la chitarra in modo incredibilmente simile a un tin-wistle, un violino o una cornamusa scozzese. Un miscuglio impressionante di virtuosismo e sensibilità fuori del comune.

Il nome di Tony iniziò a diffondersi per le sue esibizioni durante le sessions (incontri di musicisti tradizionali in locali pubblici o in case private) tra Glasgow e Edimburgo e da lì inizò a fare concerti veri e propri in giro per la Scozia, fino ad arrivare a fare delle trasmissioni per la radio della BBC.
La fama internazionale arrivò col suo primo album. [Read more…]

Filed Under: Chitarra Tagged With: chitarra celtica

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