Luca Ricatti

Chitarra acustica, racconti e folklore

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Origini del Natale: le radici della festa del Solstizio d’Inverno

24 dicembre 2017 by Luca Ricatti 3 Comments

Origini del NataleQuali sono le vere origini del Natale? Da dove viene la festa più importante del nostro calendario, quali significati simbolici nasconde e perché?

Perché la tradizione ha reso il 25 dicembre una data tanto importante?
Le origini del Natale hanno davvero a che fare con la nascita di Gesù bambino?
Perché l’anno inizia il 1° Gennaio?
Perché abbiamo un ciclo di feste che dura quasi due settimane, dalla notte del 24 Dicembre fino al 6 Gennaio?
Perché facciamo l’albero di Natale?
Chi è la Befana, perché porta dolcetti ai bambini e perché i bambini le lasciano delle offerte di cibo?

Negli ultimi anni si parla sempre più spesso di Solstizio d’Inverno e si mettono in discussione le celebrazioni cristiane. In molti si chiedono quali possano essere le vere origini del Natale.

Si tratta di addentrarci in tradizioni ancestrali, retaggi di un mondo primitivo incredibilmente affascinante.
Le origini del Natale si trovano in un tempo fuori dalla Storia.

Stiamo per iniziare un viaggio

Per scrivere questo articolo ho tratto ispirazione da varie cose.
Se vuoi sapere quali, devi arrivare fino alla fine.

Se hai sempre creduto che il Natale sia nato per festeggiare la nascita di Gesù bambino, quello che troverai qui potrebbe sembrarti assurdo. Potrebbe perfino offenderti.
Ma la Storia è questa.

E in effetti ci sono dati storici che ci aiutano a fare questo percorso a ritroso nel tempo. Ma le origini del Natale non sono solo una questione di date e fatti.
Ci stano anche quelli, ma la parte più importante è qualcosa che sta fuori del tempo.
Perciò, prima dobbiamo fare un salto nella dimensione del sogno e del mito… [Read more…]

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Dory: una Tarantella (o un Saltarello Romano?)

23 giugno 2017 by Luca Ricatti 4 Comments

Dory - Saltarello romano
Dory è un mistero che vuole essere svelato, è un elefante che vuole essere pensato, è un tesoro che vuole essere scoperto.
No, ancora oggi non so chi sia, Dory.

La faccenda che sto per raccontare ha inizio oltre due anni fa.
In quel periodo avevo deciso di approfondire lo studio del Saltarello romano.
Per entrare in possesso di qualche pubblicazione sull’argomento, ho sudato molte camicie. Il risultato delle mie ricerche l’ho riassunto qualche tempo dopo nell’articolo Saltarello: cos’è, da dove viene, possibili sviluppi.

Nonappena ho iniziato a cercare materiale da studiare, mi sono subito imbattuto in un video pubblicato su Youtube, dal titolo Saltarello Romano.
Zero descrizioni. Riportava solo il nome della formazione che lo ha inciso: Compagnia della Canzone Popolare Romanesca.
E qui comincia la nostra storia.

L’elefante proibito

Il pezzo è bello, ma non gli do troppo peso: non ho alcuna informazione su chi sia l’autore (se esiste) o da dove viene.
Il fatto è che, digitando Saltarello Romano su Google e su Youtube quel video salta sempre fuori in cima ai risultati di ricerca. Normale, ha 27mila e passa visualizzazioni. Per questo è sempre lì, davanti a me. E immancabilmente mi ritrovo ad ascoltarlo.

Così, nonostante i miei sforzi di ignorarlo, senza neanche accorgermene, mi ritrovo a strimpellarne la melodia sulla Chitarra.

C’è questo giochino che citano spesso psicologi e motivatori: non pensare a un elefante!
Inevitabilmente, in risposta alla proibizione, nella tua testa si materializza un elefante.

Insomma, nel giro di qualche settimana ho ultimato un arrangiamento per Chitarra fingerstyle di un brano di cui non so nulla.

Non so perché l’ho fatto. Mi dico lascia stare, ficca sto pezzo nel metaforico cassetto dei progetti abbandonati e non suonarlo più.
Ma niente, lui continua a riproporsi come il dannato elefante: se imbraccio la Chitarra, lui esce fuori dalle dita senza chiedere il permesso.

Finché accade che un pomeriggio sono in campagna a suonare sotto un fico, con il telefono a portata di mano. È l’inizio della Primavera, la stagione delle tentazioni. [Read more…]

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Ballo per Matteo Toffanin

15 maggio 2017 by Luca Ricatti Leave a Comment


Quella che stai per leggere è la storia di Matteo Toffanin.
In questa storia ci sono due macchine identiche e due uomini completamente diversi..

Matteo

C’è una macchina parcheggiata, una Mercedes 190 E bianca. Dentro c’è un ragazzo, si chiama Matteo. È a bordo di una bella macchina, ma non è sua.

Matteo ha riaccompagnato a casa la sua fidanzata, a Padova. Hanno passato la giornata al mare a Jesolo. È il momento di salutarsi, ma sta per accadere qualcosa.

Matteo lavora tutta la settimana in un’altra città, alla Digicom di Cardano del Campo. Col suo diploma da perito elettronico ha trovato un impiego da funzionario. Non male, a ventitré anni.
Sta cercando di costruirsi un futuro solido, lavorando. Ma è costretto a passare cinque giorni a settimana a Varese.
Ora sta per ripartire.

Matteo possiede una Lancia Delta, che però è dal meccanico. Per questo ora si trova a bordo della Mercedes Bianca che gli ha prestato lo zio.
Se la Lancia Delta non si fosse rotta, la vita di Matteo sarebbe stata molto diversa.

Intanto, in un altro luogo

C’è un’altra macchina parcheggiata, un’altra Mercedes 190 E bianca. Dentro c’è un uomo, si chiama Marino. È a bordo di una bella macchina ed è sua.

Non è uno stinco di santo, lo dice lui stesso.
Gli piace vivere bene, spendere soldi.
Per finanziare il suo stile di vita, fa la malavita.
Ma sta giocando col fuoco. [Read more…]

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Erborista: come ho imparato un mestiere e perché

24 aprile 2017 by Luca Ricatti 13 Comments

In questo articolo ti racconto come ho imparato da zero il mestiere di Erborista e il lungo percorso che ho fatto in questo settore.

È una storia interessante per vari motivi.
L’Erboristeria è uno specchio fedele di come il mercato tratta in modo schizofrenico i saperi tradizionali, se ne appropria per attrarre il pubblico e li distorce per adattarli al sistema consumistico.

Ma qui trovi anche il racconto di un’impresa, di uno che ci ha provato.
La morale è sempre la stessa: a crogiolarsi nell’insoddisfazione si finisce per morire insoddisfatti.
A provarci, invece, ci si guadagna sempre, perché se anche ti va male, impari un sacco di cose, fai esperienze, conosci persone.
Vivi un’avventura.

Ti racconto, fra le altre cose:
– quale percorso ho seguito;
– le difficoltà incontrate per aprire un negozio;
– quali titoli occorrono per aprire un’erboristeria;
– le reali possibilità di trovare un impiego;
– quali sono le problematiche principali del settore erboristico;
– i costi di cui tenere conto.

Prima di iniziare

I miei lettori abituali saranno spiazzati da questo: sei un erborista?!
Ebbene sì: mi intendo di erbe officinali, sono capace a miscelare piante per creare tisane efficaci contro raffreddori, mal di stomaco, ansia e nervosismo, infiammazioni delle vie urinarie, stitichezza e tanti altri piccoli disturbi.
Conosco piuttosto bene un sacco di erbe, le ho maneggiate per anni e posso dire a una prima occhiata se sono di buona qualità.

Fatti dire due cose:
1) Se mai hai pensato di fare l’erborista, sappi che nel corso di questo articolo ti rivelerò una serie di cose che non ti dice nessuno.
Se invece non ti passa neanche per l’anticamera del cervello, meglio per te, ma leggi uguale: io ne ho tratto una grande lezione, magari è utile anche a te.

2) Leggendo questo articolo puoi rimediare in omaggio un piccolo libricino sulle erbe (in formato Pdf) che ho scritto alcuni anni fa.

Fare l’erborista: che diavolo mi ha detto il cervello

Se ti stai chiedendo perché un musicista/narratore sia esperto di piante medicinali, hai tutte le ragioni.

Il motivo è presto detto: se il mercato musicale e le sue regole ti danno il voltastomaco, per quanto ti piaccia suonare, ti tocca guadagnarti da vivere in altri modi.

Ma guadagnarsi da vivere non è mica una faccenda semplice.
È una lotta continua contro la povertà.
È un continuo cercare impieghi di fortuna, rovistarsi nelle tasche in cerca di una soluzione. La vita in una metropoli come Roma è molto costosa e sbarcare il lunario è una faccenda maledettamente seria.

Così mi sono ritrovato a fare tanti mestieri e ho imparato parecchie cose. Alcune utili solo a portare a casa la pagnotta, altre molto interessanti.
Quello di erborista è il lavoro che ho fatto più a lungo, ci ho studiato parecchio e sono stato allievo di grandi erboristi. Non sono mica un genio, in giro c’è gente molto, molto più forte di me. Però so il fatto mio.
Ecco come è cominciato tutto. [Read more…]

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Imparare a suonare la Chitarra: come ho fatto io

19 marzo 2017 by Luca Ricatti 2 Comments

Imparare a suonare la chitarraSe stai pensando di imparare a suonare la chitarra, qui ti racconto come ho fatto da autodidatta, senza avere una chitarra, un insegnante né un metodo.

Con la scusa, vedremo due o tre concetti che tornano utili in molti contesti, non solo per imparare a suonare la chitarra.

Dunque, avevo quattordici anni.
Mi ero messo in testa che dovevo imparare a suonare la chitarra.
Il perché non lo so.

Non è che non avessi altri passatempi. Stavo in fissa col disegno, coi fumetti in particolare. Ero straconvinto che da grande avrei fatto il fumettista.
Eppure mi si piantò in testa questo chiodo della chitarra e non c’era modo di cavarlo via: dovevo suonarne una.
La strada però era in salita e avevo anche un paio di piccoli ostacoli da superare.

1) Non avevo una chitarra e non avevo i soldi per comprare una chitarra.

2) Anche risolvendo il primo problema, non avevo i soldi per pagarmi delle lezioni di chitarra.
E se te lo stai chiedendo, no: non conoscevo nessuno che sapesse suonare la chitarra.

Problema #1: trovare una chitarra

Ok, per imparare a suonare la chitarra, serve una chitarra, c’è poco da fare.
Se non ce l’hai, hai un problema.

Per risolverlo, io feci così. [Read more…]

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Raccontare storie: appassionare se stessi e gli altri

23 febbraio 2017 by Luca Ricatti Leave a Comment

Raccontare storieRaccontare storie è diventata la mania di pubblicitari e consiglieri politici, ogni articolo o testo di marketing cita almeno una volta lo storytelling.

Secondo gli studiosi, la narrazione è connaturata all’essere umano. C’è chi dice che il nostro cervello passa più tempo immerso nei mondi immaginari che in quello reale.
Attraverso la forma narrativa è possibile far passare messaggi pubblicitari, propaganda politica, idee sulla morale e perfino la divulgazione scientifica e storica.

Sono stati scritti molti libri su come i regimi totalitari e quelli democratici usino la narrazione per cementare i popoli, creare identità nazionali(ste) e fare propaganda.

I politici vivono di narrazione: il grande imprenditore che si è fatto da sé, il giovane innovatore giunto a cambiare la politica, l’uomo del popolo venuto a difenderci dalla casta.

I marchi vivono di narrazione: hanno fatto film e scritto libri sui fondatori della Apple, di Facebook, di Mac Donald, della Virgin, della Nike, della Olivetti, della Ferrari. La narrazione è dentro la stragrande maggioranza degli spot pubblicitari, fin dai tempi di Carosello.

Gli artisti sembrano essere quelli meno interessarsi allo storytelling. Proprio quelli che hanno la narrazione nel loro DNA sembrano gli ultimi ad accorgersi di come raccontare storie possa essere un modo efficace di attrarre il pubblico. O di affezionarlo.

Dedico questo articolo soprattutto a loro: musicisti, attori, scrittori, registi, disegnatori, poeti, saltimbanchi, nani e ballerine.

Il mio esperimento

Sabato 11 febbraio ho suonato all’Enoteca letteraria. E ho fatto un’esperimento: ho provato a impostare un’intero concerto sulla narrazione.
Per me che mi esibisco da solo con la mia chitarra e oltretutto infarcisco le esibizioni di pezzi strumentali, andare alla ricerca di modi per tenere alta l’attenzione del pubblico è questione di non vedere la gente uscire dal locale mentre suono. È questione di non farmi sbadigliare in faccia mentre cerco di restare concentrato sui miei pezzi.
Il risultato è stato molto incoraggiante. Al punto che tutti i miei spettacoli, d’ora in avanti, saranno impostati così: raccontare storie.

In questo articolo introduco l’argomento della narrazione per come la vedo io.
Prima di proseguire: ne arriveranno altri, via via più approfonditi. Se ti appassiona l’argomento, ti conviene iscriverti al Bollettino (la mia newsletter), così da essere aggiornato. Basta inserire la tua email nel form in alto a destra. [Read more…]

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Festival di Narni: Report

30 settembre 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Festival di NarniVenerdì 23 settembre sono stato ospite del Festival di Narni – Alchimie e linguaggi di Donne, giunto alla nona edizione.
La cosa può suonare bislacca per due motivi.
Il primo, più evidente, è che non sono una donna.
Il secondo è che non sono stato a suonare a Narni, ma a San Gemini.

Per la prima stranezza la spiegazione sta nel fatto che quello di Narni è un Festival dedicato alla letteratura fatta dalle donne. A presentare i propri libri sono evidentemente tutte donne. Ma i musicisti, che sono ospiti, sono anche uomini.

Per la seconda stranezza, la spiegazione è che, a dispetto del nome, il Festival si svolge a cavallo tra Narni e San Gemini. La sera in cui ho suonato io, le presentazioni si svolgevano per l’appunto a San Gemini.

Partendo di venerdì pomeriggio, mi sono ovviamente pappato il traffico in uscita da Roma. Ma lo stress automobilistico è stato ripagato dallo spettacolo della cittadina medievale.
Per di più, la manifestazione si svolgeva all’interno della Chiesa dell’ex Convento di Santa Maria Maddalena, che è sconsacrata.

Ripeto: una chiesa sconsacrata intitolata a Maria Maddalena, nel centro di un paesino medievale. Ti aspetti che da un momento all’altro spunti fuori… com’è che si chiama il protagonista de Il Codice Da Vinci? [Read more…]

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Ferentino Acustica Open Mic 2016 (Parte seconda)

21 luglio 2016 by Luca Ricatti 2 Comments

Open-mic-Ferentino-Acustica-2NB: Questo articolo è il seguito della Parte prima. Viene meglio se li leggi in ordine.

La giornata si apre con un TIIINNN.
Sapete quanto è forte il rumore di un piccolo anello d’acciaio che cade da un metro di altezza alle 6;00 della mattina? Abbastanza da svegliarmi.
Avevo messo l’allarme alle 6;30, per concedermi una mezz’ora in più di riposo, ma una delle mie tre gatte ha pensato che non era il caso e ha buttato quello stramaledetto anello giù dal mobile.

Mi alzo con circa quattro ore di sonno alle spalle, colazione, metropolitana e di corsa al lavoro. Buona parte della mattinata la passo a scaricare cassette di ortofrutta.
Esco per l’ora di pranzo, torno a casa, monto in macchina e torno a Ferentino, stavolta accompagnato dalla mia famiglia.

Oggi al Palazzo Giorgi-Roffi Isabelli c’è già qualcuno. Si suona nel cortile, c’è pubblico, insomma tutto regolare.

Se non fosse per le campane. Don Andrea (pare si chiami così) è scatenato. Gira voce che ci sia qualche ricorrenza legata a Sant’Ambrogio martire, patrono di Ferentino. E quindi le esibizioni sono funestate da continui scampanamenti. A un certo punto parte pure una litania sparata da qualche altoparlante, che si diffonde per tutta Ferentino. [Read more…]

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Ferentino acustica Open mic 2016 (Parte prima)

20 luglio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Open mic Ferentino acustica 2016Anche quest’anno ho partecipato al Open Mic Ferentino Acustica. L’Open Mic è una manifestazione collaterale al Ferentino Acustica, festival tutto dedicato alla chitarra acustica e soprattutto al fingerstyle.
Anche quest’anno è stata un’esperienza entusiasmante. Anche quest’anno situazioni tragicomiche, corse, sveglie all’alba e rientri a notte fonda.

Ecco il racconto di questi due giorni di chitarre, concerti, incontri, insonnia e troppi caffè.
L’ho diviso in due parti, se no veniva una cosa chilometrica.

Open mic Ferentino acustica 2016: Venerdì 15 luglio

Sveglia alle 5;50, a lavorare. Le previsioni del tempo dicono che a Ferentino diluvierà.
Sono settimane che fa un caldo da crepare, il sole arroventa i sanpietrini di Roma e le strade di tutto il centro Italia. Ma oggi no, fa quasi freddo e minaccia pioggia. Comunque, esco dal lavoro alle 13;30, torno a casa, tiro fuori dal frigo mezza pizza margherita della sera prima e me la ingoio così, gelata. Infilo la chitarra nel fodero e monto in macchina. [Read more…]

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Fiori trasteverini: la fava romanesca

8 maggio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Fiori trasteverini all'arciarcobalenoFiori Trasteverini è una celebre canzone romana interpretata, fra gli altri, da Gabriella Ferri, Alvaro Amici e Lando Fiorini.

È la classica canzone da osteria, da intonare tutti in coro al terzo o quarto bicchiere di vino. L’argomento è il solito: il popolo squattrinato si autocelebra, orgoglioso del suo vivere semplice.
Ne esistono molte versioni, più o meno lunghe.
Non l’ho mai incisa, ma la conosco e l’ho suonata dal vivo. Qui sotto vi scrivo il testo come lo canto io. Intanto vi dico perché e percome l’ho eseguita.

Ieri sera ho partecipato a una serata organizzata dal circolo culturale Arciarcobaleno alla Garbatella, a Roma. Titolo dell’evento: La fava romanesca v’a potemo regalà.

Fulcro della serata: Mario Casale spiegava perché, secondo lui, l’Impero Romano è stato una iattura per il mondo e perché Roma non abbia prodotto nulla di significativo. Tutto raccontato con grande ironia, in forma di battibecco con la brava e simpatica attrice Cristina Manzone, che ha recitato vari sonetti di Giuseppe Gioacchino Belli.
In mezzo, gli interventi musicali miei e di Marco Russo: io con la mia roba folk, stornelli, canti da osteria e saltarelli, lui con arrangiamenti per chitarra di classici della canzone romana.
E le fave. Cassette piene di fave per tutti gli spettatori. Che dalla foto non si capisce ma erano parecchi.

Avevamo appuntamento alle 7 di sera: 3 ore di tempo per organizzare uno spettacolo mai provato prima. Quattro pazzi che non si erano mai incontrati (a parte con Mario, che era l’unico a conoscerci tutti e che ha organizzato la serata). Ma noi cialtroni, musicisti e attori siamo gente che si affiata facile. E infatti ha funzionato alla grande. [Read more…]

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Live all’Arciarcobaleno: Report

18 gennaio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Live all'Arciarcobaleno: ReportVenerdì e sabato li passo al lavoro, non ho il tempo di fare prove. In più giovedì, sempre al lavoro, mi sono spezzato l’unghia del dito medio. Per un chitarrista fingerstyle, rompersi un’unghia è come avere un dito in meno. Quando mi succede, in genere me ne frego, aspetto che ricresca e intanto mi esercito a suonare coi polpastrelli nudi, che fare esperienze diverse fa sempre bene. Ma due giorni prima di un concerto è una catastrofe. Ho letto in giro che certi chitarristi usano una tecnica di rincollaggio con l’Attak, ma io non ho tempo di provare cose strane, così tento un’altra strada: sotto casa mia c’è una di queste botteghe di nail art, sapete quei posti dove vanno certe donne a farsi fare le unghie coi disegnini? No, non ridete, c’è poco da fare gli spiritosi.

Giovedì, rientrando a casa dal lavoro, decido di passarci. Immaginatevi le facce: insomma non è un posto dove entrano tutti i giorni uomini barbuti. Spiego la situazione. Tra i ridacchamenti delle altre donne presenti, la tipa prende un attrezzo per tagliare e una lima lunga come una raspa da falegname, mi prende la mano e in meno di due secondi taglia e lima tutto. Non ho il tempo di dire: aspett… Dice che ormai l’unghia era andata, non si poteva fare altro. Le spiego che così mi è del tutto impossibile suonare alcunché e lei mi propone una ricostruzione col gel. Dico ok, proviamo qualsiasi cosa. Mi dà appuntamento di lì a due ore.

Torno a casa, mangio un boccone, vado a prendere mia figlia a scuola e poi torno al nail art. Sto lì seduto con questa ragazza che mi impiastriccia l’unghia e mia figlia di due anni e mezzo in piedi accanto a me che mi dice:
«Che fai Papà?»
Eh, che faccio. [Read more…]

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87 Ore di Costanza Quatriglio

10 novembre 2015 by Luca Ricatti Leave a Comment

87 Ore di Costanza QuatriglioVenerdì 6 novembre 2015 sono stato a vedere 87 Ore di Costanza Quatriglio, un documentario sul caso Mastrogiovanni, realizzato con le vere immagini dell’ospedale.
Sto parlando dell’Ospedale San Luca di Vallo della Lucania, dove Franco è stato torturato e ucciso.

Sono andato alla proiezione del film dopo una lunga giornata di lavoro, stanco, con lo stomaco attoppato alla meno peggio da un pezzo di pizza ingollato camminando. Credo sia stata la prima proiezione pubblica, ma non vorrei dire sciocchezze.

Arrivo al Palladium alle 22;00. Sto in giro dalle 7 della mattina. Sono a pezzi ma dovevo esserci. La proiezione avviene nell’ambito dell’Arcipelago Film Festival. L’Arcipelago lo conosco, nel 2005 assegnò il premio per il miglior montaggio al documentario Romanina blues di Stefano Romani, di cui avevo scritto le musiche, dedicato a Paolo Coppini (il montaggio è di Mauro Passaretti).

Sto là fuori circondato da gruppetti di persone che chiacchierano e fumano. Per lo più è gente che è stata a vedere i cortometraggi del concorso. Accanto a me c’è uno che dice a delle ragazze:
«Direi che ce ne possiamo andare, pare che adesso c’è un documentario di novanta minuti.»

Mentre respiro il fumo di sigaretta di questo tizio penso che non capisco perché tanta gente associ il concetto di documentario a quello di palloso, dato che molte delle cose più belle che ho visto negli ultimi anni sono documentari.
Quando finalmente ci fanno entrare resto davvero colpito: la sala è piena. E mi torna in mente quando lessi per la prima volta di Mastrogiovanni. [Read more…]

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Franco Mastrogiovanni: tutta la storia

24 ottobre 2015 by Luca Ricatti 2 Comments

Franco MastrogiovanniLa storia di Franco Mastrogiovanni deve essere raccontata e ripetuta, scritta e letta, cantata e diffusa. Perché ci riguarda tutti.

Ogni volta che eseguo dal vivo il Ballo del Matto, mi prendo un paio di minuti per riassumere la vicenda di Franco Mastrogiovanni.
Prima di tutto perché in effetti, se non si conosce la storia, la canzone risulta un tantino ermetica. E poi perché repetita iuvant.

Allora era giusto che scrivessi qualche riga anche qui.
Non mi entusiasma l’idea di riassumere la vita di una persona in un articolo, è una cosa assurda, in effetti.
Ma Franco è diventato anche una figura tragicamente iconica. Perché sappiamo per certo che il suo non è un caso isolato.
E perché Mastrogiovanni non è stato solo vittima di malasanità, ma di un male molto più profondo, una nauseabonda miscela di persecuzione, cinismo, distrazione, perbenismo, fascismo strisciante e omertà.

Chi era Franco Mastrogiovanni

Tanto per cominciare, Franco Mastrogiovanni (nome di battesimo Francesco) non era affatto un matto. Di mestiere faceva il maestro elementare. Di lui i suoi alunni dicevano che era il maestro più alto del mondo. Doveva essere una persona di intelligenza vivace, curiosa, molto sensibile. Sua nipote, la giornalista Grazia Serra, mi ha scritto di essere felice che si scrivano canzoni per ricordare suo zio, perché lui «viveva di musica». E amava i libri. E il cinema.
E poi aveva da sempre simpatie anarchiche.

Per le forze dell’ordine in effetti era un «noto anarchico», definizione che per loro equivale a dire che era una sorta di portatore di peste. La peste del libero pensiero. Ed è proprio la libertà di pensiero la causa scatenante delle disavventure che hanno segnato la sua vita.

Il passato tragico

Nell’estate del ’72 rimane coinvolto involontariamente in una rissa con alcuni militanti del FUAN, associazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (per i più giovani: il MSI era un partito di estrema destra, guidato da Giorgio Almirante). Sta sul lungo mare di Salerno con due amici, Giovanni Marini e Gennaro Scariati.
Su questi fatti si è scritto molto, si è addirittura ipotizzato che il suo amico Giovanni Marini fosse nel mirino della destra perché si interessava alla strage degli anarchici della baracca (un giorno magari parleremo di questa storia). Ad ogni modo, la rissa finisce molto male: Marini accoltella a morte Carlo Falvella, secondo alcuni per difendere lo stesso Mastrogiovanni, che si è beccato una coltellata. Non si è mai fatta davvero chiarezza su quei fatti, ad ogni modo Franco non ha un temperamento incline alla violenza, probabilmente è finito in mezzo nel goffo tentativo di placare gli animi.
Comunque, pur non avendo nessuna responsabilità nella morte del neofascista, si fa diversi mesi di carcere, prima di essere assolto.
Per le forze dell’ordine resterà sempre un pericoloso sovversivo.

Nel 1999 finisce di nuovo in carcere per l’indicibile colpa di aver contestato una multa.
Il cognato di Franco, Vincenzo Serra, racconta che quell’arresto avviene «con ricorso alla forza, manganellate e calci». A riportare questa testimonianza è il giornalista Daniele Nalbone, tra i primi a rendere pubblica la morte di Franco, ad agosto del 2009, su Liberazione.
Per quella storia Mastrogiovanni viene assurdamente arrestato, processato e condannato in primo grado a ben tre anni di carcere.
Ci vuole il processo di secondo grado perché venga assolto e risarcito per ingiusta detenzione.
E tanto per non farsi mancare niente, subisce due Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO), nel 2002 e nel 2005.

Sì perché, per tutto quello che ha passato, pare che Franco abbia sviluppato una vera fobia per le divise. Segue delle cure psichiatriche. In più di un’occasione, alla sola vista di una pattuglia di forze dell’ordine, fugge a nascondersi.
Nonostante alcuni periodi di depressione, comunque, col tempo riesce e riprendere una vita normale e lavora. Gli piace fare il maestro. Sta finalmente per entrare in ruolo (cioè diventerà maestro “titolare”).
Ma arrivano quelle maledette vacanze. [Read more…]

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Live all’Enoteca Letteraria: Report

7 settembre 2015 by Luca Ricatti 2 Comments

Esco di casa per le 5 e mezza, con l’attrezzatura in macchina. Devo arrivare all’Enoteca Letteraria prima delle sette, ma dopo le 6, perché prima non si può entrare con le auto al centro storico di Roma. Arrivo contemporaneamente a un vecchio amico che non vedo da troppo tempo e che ha fatto un lungo viaggio per me, dall’estrema periferia, coi mezzi pubblici.
Sulla soglia ci accoglie Tonino Puccica, titolare dell’Enoteca, un ospite come ce ne sono pochi, una persona con una visione, che ha messo su da solo un luogo di aggregazione e di diffusione della cultura, nel cuore della Roma storica, accessibile a tutti.
La serata è stata organizzata dall’IPLAC (Insieme Per La Cultura), in particolare da Maria Rizzi, anima dell’ala romana del circolo, spigliata, carismatica e preparatissima. Stasera si presenta il romanzo di Adriana Assini, La Riva verde (edito da Scrittura & Scritture di Napoli). Adriana, che è un’amica, mi ha proposto di partecipare all’evento per incorniciarlo con le mie canzoni.
A mezz’ora dall’inizio il locale è già pieno. [Read more…]

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Viaggio a Venezia: Report

13 agosto 2015 by Luca Ricatti Leave a Comment

Allora è successo questo.
Pochi giorni dopo l’uscita dell’album, mi arriva una email da Francesca di Indiemood, un’agenzia di produzione/promozione musicale di Venezia. Mi scrive che hanno ascoltato i miei brani e vogliono coinvolgermi in una serie di video che stanno girando con cantautori e band di loro gusto, le Indiemood sessions. In pratica mettono i musicisti su una barca che gira tra i canali veneziani e li riprendono mentre suonano.
Penso: beh, fico!
Le scrivo: «Ci sto».
Penso: così colgo la palla al balzo e mi faccio un weekend a Venezia.
Ma non ho fatto i conti col lavoro: il piano ferie è ormai chiuso, ovviamente non coincide con le date disponibili per Indiemood. Se voglio fare questa cosa, mi tocca schizzare a Venezia calcolando i tempi al secondo. E sia.
Cerco su internet, prenoto andata/ritorno via treno e trovo una camera d’albergo al centro di Venezia a un costo molto contenuto: sarà una bettola?

Sabato 8 agosto, sveglia alle 5;50. Vado al lavoro zaino in spalla e chitarra nella mano.
Sono fuori alle due e mezza, mangio un panino seduto in uno spicchio d’ombra a Piazza San Silvestro e corro a Termini. Salgo su un Frecciacoso e mi faccio le mie 3 ore e mezza di viaggio. Anzi 4, perché il treno altavelocità rimane inchiodato mezz’ora a Firenzesantamarianovella. Poco male, ho Stefan Grossman che suona nelle cuffie e un libro da leggere in formato digitale: Le Scarpe dei suicidi di Tobia Imperato, dettagliato resoconto, scaricabile gratis, sulla vicenda di Sole, Baleno, Pelissero e la TAV in Val Susa.
Ma a mezz’ora da Venezia mi arriva una chiamata. È l’albergo, vogliono sapere a che ora arrivo. Non capisco che gliene importi, comunque gli spiego che il treno è in ritardo. E la cosa sembra chiudersi lì. [Read more…]

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Ferentino Acustica: Report

13 luglio 2015 by Luca Ricatti Leave a Comment

Tutto ha inizio giovedì alle 5;50: ho il turno di mattina al lavoro. Viaggio in metro, caffè, poi attacco. Quanti altri caffè bevo durante la mattina? Due? Tre?
Esco alle 13;00 passate, il pranzo consiste in due pizzettine bianche, una barretta di frutta secca e un succo di frutta. E caffè. Il tutto consumato mentre cammino per tornare a casa.

Arrivo, un po’ di prove veloci, carico chitarra e altra roba in macchina e parto per Latina. Mi è stato offerto un piccolo spazio all’interno di un concerto degli Hemingway, formazione rock del capoluogo pontino.
Arrivo, palco allestito in un parco pubblico, stand per bere e mangiare, gli Hemingway stanno facendo il soundcheck. Ottimo service, impianto fichissimo.
Ma il mio concertino non va bene.
Non è la prima volta che dimentico di portarmi uno sgabello. Me ne rimediano uno, ma mi rendo conto troppo tardi di non sapere come si regola. Mi trovo a suonare con la chitarra che scivola verso le ginocchia. Come se non bastasse, quando metto il capostasto i bassi fanno innesco: un fischio costante accompagna la mia esibizione. Ovviamente perdo la concentrazione, ovviamente mi impappino più di una volta. Capita, quello che non strozza ingrassa. No, volevo dire un’altra cosa. Però in effetti rimedio un panino alle verdure squisito. E una birra gelata.

A notte fonda mi rimetto in macchina per tornare a Roma. Devo accompagnare delle persone, imposto il navigatore per Via Taranto. Senza un navigatore o almeno una carta stradale, il mondo è per me un luogo molto complicato.
Io mi fido dei navigatori.
Ma succede che a un certo punto mi ritrovo sulla Cristoforo Colombo in direzione Ostia, col navigatore che dice: arrivo previsto tra 3 minuti. Impossibile.
Infatti mi porta a Via Nino Taranto, che sta tipo dopo Vitinia, a quasi venti chilometri di distanza. Arrivo a casa tardissimo.

Venerdì, sveglia alle 5;50, ho il turno di mattina al lavoro. Viaggio in metro, caffè, poi attacco. Quanti altri caffè bevo durante la mattina? Due? Tre?
Esco alle 13;00 passate, il pranzo consiste in due pizzettine, stavolta al pomodoro, una barretta di frutta secca e un succo di frutta. E caffè. Il tutto consumato mentre cammino per tornare a casa.
Arrivo, non ho tempo di fare prove, carico chitarra e altra roba in macchina e parto per Ferentino. Devo suonare all’Open Mic. [Read more…]

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Una chitarra nuova

20 maggio 2015 by Luca Ricatti 2 Comments

Ci stiamo conoscendo, lei mi sta insegnando un po’ di gentilezza, pian pianino imparerà a sopportare i miei modi burberi da orso. Ora come ora vorrei una settimana di vacanza da solo con lei in una baita.
Segue la storia di come ci siamo incontrati.

Non prendete quello che segue come una guida o, peggio, un insieme di recensioni. È solo il racconto di un breve viaggio nel mondo delle chitarre folk, fatto nella stretta cerchia di tre negozi storici di Roma. Si tratta di impressioni fugaci di un fissato del fingerpicking, prendetele col beneficio d’inventario. Se siete in cerca di una chitarra, dovete provarla voi e sentire cosa vi comunica.

Ero partito con un’idea chiara: provare quante più Martin e Taylor possibile. Ho provato diverse Taylor e una sola Martin. Non chiedetemi perché, è capitato così. Poi è arrivato il momento in cui ho dovuto mettere uno stop, perché se no non ci capivo più niente. Già così ho dovuto prendere appunti, scattare foto ai cartellini, fare ricerche a notte fonda su internet…
Ho scritto questo articolo consultando gli appunti presi a caldo, subito dopo le prove.

Non citerò i nomi dei negozi, pregi e difetti resteranno nell’anonimato. [Read more…]

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Live al Buggi di Latina: Report

25 aprile 2015 by Luca Ricatti Leave a Comment

Una bella giornata di primavera, molto calda, almeno fino al tramonto. Ero a Latina verso le 5 del pomeriggio, in anticipo sulla tabella di marcia: schivata la coda in uscita dalla capitale per il week-end del 25 aprile.
Appena arrivato ho incontrato Marco Delfino, organettista e membro fondatore dei Mantice, importante formazione folk della provincia di Latina. Una persona squisita, dalla grande cultura musicale. Ho finalmente avuto il loro CD, che aspettavo di ascoltare da tempo.
Poi sono arrivato al Buggi, che ha organizzato il concerto per celebrare i 15 anni di attività. Gli Hemingway e i Goldoni (tutti ragazzi svegli, bravissimi e fuori come grondaie) montavano i loro strumenti sul prato antistante il locale e facevano il sound-check. Io li guardavo come una tartaruga potrebbe guardare un castoro che costruisce la più maestosa delle dighe: il poco che mi serviva lo avevo già pronto con me.
Sennonché, quando è arrivato il mio turno di provare è uscito fuori che il preamplificatore incorporato nella mia chitarra non emetteva alcun suono.
Mi sono dovuto far prestare la chitarra dal cantante degli Hemingway. Che fra l’altro sembra me ma più bello. La stessa chitarra acustica è stata prestata al chitarrista dei Goldoni, era l’unica che aveva voglia di lavorare. [Read more…]

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Capitalismo moderno

23 dicembre 2014 by Luca Ricatti Leave a Comment

Ho bisogno di un paio di cuffie da battaglia e vado in un negozio di elettronica, non importa quale, tanto sono tutti uguali. Mi servono per ascoltare la musica in metro. Adoro le mie cuffie da studio della S++++++++r, ma sono distrutte, ingombranti e l’esterno della gomma piuma è ridotto così male che andarci in giro sarebbe imbarazzante. E poi sono in bolletta causa produzione del nuovo album (a proposito, dovrebbe uscire a primavera). Quindi vado in cerca di un paio di cuffiacce da venti euro. Anzi, quanto? 19,99?
Arrivo in cassa, la cassiera passa il codice a barre e dice: 29,99.
Ok, è sera, mi sono alzato alle 5 per lavorare (lavoro pesante), poi ho dato lezioni di chitarra. Sono cotto e devo aver letto male il prezzo. La tipa non fa neanche il gesto di scusarsi perché non ha il centesimo di resto. Mi allunga lo scontrino senza guardarmi in faccia.
Me ne vado.

Però aspè, trenta euro mi sembrano troppi per ste cuffie. Torno indietro a controllare.
Ecco, lo vedi? Erano 19,99.
Rivado alla cassa: scusa, ho pagato 10 euro in più.
«A me è passato così.»
«Eh, lo so che non è colpa tu… » La cassiera parte in quarta. A suon di urla isteriche afferma che, siccome ho pagato quella cifra senza obiettare, ho perso il diritto di protestare.
Entro in modalità piazzata.

Dopo vari minuti di urla si presenta una specie di responsabile in cravatta che mi dà la mano e il buonasera. Dice alla tipa di farmi una nota di credito. Lo dice con la faccia di quello che ha messo un piede su una merda. Durante questo siparietto il gorilla del negozio si è piantato a un metro da me. Ci avete fatto caso che questi gorilla stanno sempre nella stessa posizione? Il vestito stirato, la cravatta che gli strizza il collo, i piedi leggermente divaricati, lo sguardo nel vuoto e le mani conserte davanti al pacco. Perché sempre le mani davanti al pacco?
Ma non era di questo che volevo parlare. In realtà, l’argomento di questo articolo lo avevo deciso dieci minuti prima che succedesse questa scenetta, mentre giravo tra gli scaffali del negozio. [Read more…]

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Mediterraneo

8 dicembre 2014 by Luca Ricatti 1 Comment

Il sole spacca i sassi. Nel primo pomeriggio ci rifugiamo nella penombra del bungalow, stesi sul letto di ferro arrugginito a digerire il pranzo. Io e la mia compagna siamo ancora due ragazzi poco più che ventenni e andiamo a passare le vacanze in questo piccolo campeggio a gestione familiare, arroccato su una scogliera a picco sul mare della Calabria, sulla strada tra Zambrone e Tropea. Sole, mare e ammore.
Stiamo lì sdraiati tra il sogno e il son desto, quando lei mi passa gli auricolari. E per la prima volta in vita mia ascolto Mango. Intendo che lo ascolto per davvero. La canzone è Mediterraneo. Rimango sconvolto. Sarà che ci stiamo immersi, nell’atmosfera del Mar Mediterraneo, ma resta una di quelle esperienze di ascolto che non scorderò mai.
Passiamo il resto della vacanza a sentire e canticchiare quella canzone. Sarà stato tredici o quattordici anni fa.

Chi mi legge spesso lo sa che i miei gusti vanno in direzioni ben diverse. Mango era un cantante pop e non posso dire di essere un suo fan. Però ecco, avevo sviluppato una forma di sincero rispetto. Era un musicista vero, non si accontentava di strimpellare giretti armonici. Ha scritto diverse canzoni innegabilmente bellissime, zeppe di influenze folk e world-music. E ovviamente aveva una voce pazzesca.
Stava cantando davanti al suo pubblico, un bel modo di andarsene. Però aveva solo 60 anni. E insomma, oh, lo dovevo proprio dire che ci sono rimasto malissimo.

Filed Under: Storie, Varie ed eventuali Tagged With: Mango, Mediterrraneo

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