Luca Ricatti

Chitarra acustica, racconti e folklore

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Esercizi fingerstyle

20 ottobre 2017 by Luca Ricatti 4 Comments

Esercizi fingerstyleIn questo articolo vediamo 3 esercizi fingerstyle utili sia per i principianti assoluti che per chi già suonicchia e ha bisogno di ripulire il tocco.

Questi esercizi fingerstyle hanno due scopi principali:

1 – Sviluppare coordinazione tra le due mani.

2 – Far sviluppare alla mano destra confidenza con la posizione delle corde. Nel fingerstyle è molto importante che la mano destra riesca a muoversi con disinvoltura su e giù tra le corde, lasciano e riprendendo la presa senza esitazioni (a questo è dedicato il terzo dei tre esercizi).

Sono incredibilmente utili a chi si avvicina per la prima volta al fingerpicking, ma anche per chi, pur suonando da tempo, riscontra spesso problemi di pulizia nell’esecuzione o semplicemente vorrebbe sentirsi più disinvolto e sicuro.

Sono alla portata di tutti, perché si basano su posizioni semplici della mano sinistra, del tipo di quelle viste nella nostra primissima lezione (Accordi per chitarra: imparare a colpo d’occhio)

Ma c’è un’altra cosa.

Questi esercizi fingerstyle ti costringono a muoverti lungo tutta la tastiera attraversando le triadi del Modo maggiore.
In questo senso possono essere intesi come una estensione pratica del precedente articolo (che invece era tutto teorico).

Per capire davvero la struttura del Modo maggiore è necessario sentirlo e familiarizzare col suono delle triadi che si trovano al suo interno. [Read more…]

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Dory: una Tarantella (o un Saltarello Romano?)

23 giugno 2017 by Luca Ricatti 4 Comments

Dory - Saltarello romano
Dory è un mistero che vuole essere svelato, è un elefante che vuole essere pensato, è un tesoro che vuole essere scoperto.
No, ancora oggi non so chi sia, Dory.

La faccenda che sto per raccontare ha inizio oltre due anni fa.
In quel periodo avevo deciso di approfondire lo studio del Saltarello romano.
Per entrare in possesso di qualche pubblicazione sull’argomento, ho sudato molte camicie. Il risultato delle mie ricerche l’ho riassunto qualche tempo dopo nell’articolo Saltarello: cos’è, da dove viene, possibili sviluppi.

Nonappena ho iniziato a cercare materiale da studiare, mi sono subito imbattuto in un video pubblicato su Youtube, dal titolo Saltarello Romano.
Zero descrizioni. Riportava solo il nome della formazione che lo ha inciso: Compagnia della Canzone Popolare Romanesca.
E qui comincia la nostra storia.

L’elefante proibito

Il pezzo è bello, ma non gli do troppo peso: non ho alcuna informazione su chi sia l’autore (se esiste) o da dove viene.
Il fatto è che, digitando Saltarello Romano su Google e su Youtube quel video salta sempre fuori in cima ai risultati di ricerca. Normale, ha 27mila e passa visualizzazioni. Per questo è sempre lì, davanti a me. E immancabilmente mi ritrovo ad ascoltarlo.

Così, nonostante i miei sforzi di ignorarlo, senza neanche accorgermene, mi ritrovo a strimpellarne la melodia sulla Chitarra.

C’è questo giochino che citano spesso psicologi e motivatori: non pensare a un elefante!
Inevitabilmente, in risposta alla proibizione, nella tua testa si materializza un elefante.

Insomma, nel giro di qualche settimana ho ultimato un arrangiamento per Chitarra fingerstyle di un brano di cui non so nulla.

Non so perché l’ho fatto. Mi dico lascia stare, ficca sto pezzo nel metaforico cassetto dei progetti abbandonati e non suonarlo più.
Ma niente, lui continua a riproporsi come il dannato elefante: se imbraccio la Chitarra, lui esce fuori dalle dita senza chiedere il permesso.

Finché accade che un pomeriggio sono in campagna a suonare sotto un fico, con il telefono a portata di mano. È l’inizio della Primavera, la stagione delle tentazioni. [Read more…]

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Fingerstyle: cos’è, da dove viene, come si fa

12 giugno 2016 by Luca Ricatti 6 Comments

fingerstyleCos’è il fingerstyle: in questo articolo vediamo con esempi pratici in cosa consiste, quali sono i vantaggi, le tecniche, gli stili e i chitarristi di riferimento.

Sembrerà assurdo, ma in rete non ho trovato niente che rispondesse a questa domanda in modo chiaro e dettagliato. Almeno non come dico io.
E allora mi sono fatto sotto. E ce l’ho messa tutta.
Ah, ho fatto largo uso di video, che certe cose è meglio sentirle e vederle che leggerle.

Prima di iniziare: in questo articolo mi limito a spiegare cos’è il Fingerstyle.
Se sei già un chitarrista e stai cercando degli spartiti con tablature, clicca qui: Fingerstyle tablature.

Se invece stai cercando degli esercizi per migliorare la tua tecnica, clicca qui: Esercizi fingerstyle.

Cominciamo

Per fare come si deve, bisogna partire dalle basi.
Dunque: il fingerstyle (o fingerpicking) è una tecnica di esecuzione per la chitarra basata sull’uso delle dita per pizzicare le corde, senza l’ausilio di un plettro.
Risulta indubbiamente più ostico per un principiante assoluto.
Eppure, i maggiori sforzi iniziali il fingerstyle li ripaga presto, perché riesce a regalare soddisfazioni e stimolare la creatività in modo inimmaginabile.
Perché?

Perché se pizzichi con le dita è come se usassi 2, 3, 4 o persino 5 plettri contemporaneamente. Ma senza plettri. Non c’è niente tra te e le corde, il rapporto con la chitarra è più fisico, più forte, più ricco di possibilità.
Anche un semplice accompagnamento non consiste più nello strimpellare accordi per Chitarra, ma diventa un vero e proprio arrangiamento, fatto con tutte le potenzialità di uno strumento polifonico.

Il fingerstyle non è propriamente uno “stile”, né un “genere”. Semmai è una macrocategoria che include una quantità di tecniche e stili diversi. Per descriverli tutti servirebbe un’enciclopedia. Un articolo non può essere un’enciclopedia, perciò ho cercato di riassumere almeno le cose basilari.
Ecco di cosa parliamo:

– Fingerstyle: cos’è e cosa significa
– Differenza tra folk-fingerstyle e chitarra classica
– Da dove viene il fingerstyle
– In quali generi musicali si trova il fingerstyle
– Attrezzi, stili, tecniche per fare fingerpicking
– Fingerpicking tradizionale o moderno?

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Saltarello: cos’è, da dove viene e possibili sviluppi

13 aprile 2016 by Luca Ricatti 2 Comments

Il Saltarello: dal calascione al fingerpickingIn questo articolo vediamo cos’è il saltarello, un ballo e una musica da ballo tipici del folk italiano.
Si tratta di una tradizione che affonda le radici nella cultura pagana dell’antica Roma.

Ascoltiamo qualche esempio, ne vediamo le origini, la struttura musicale e come viene ballato, con particolare riferimento all’area laziale e romana.

Infine vediamo anche dove reperire materiale audio e testi per approfondimenti.

Il Saltarello: Origini e storia

Si suppone che il saltarello derivi da una forma di ballo dell’antica Roma, la saltatio. La saltatio (plurale saltationes) è sopravvissuta fino all’alto medioevo e doveva avere una componente di allusione erotica: documenti storici raccontano che la chiesa cercava di limitarne la diffusione.
A riprova di questo collegamento, il saltarello si è conservato come ballo di coppia che mima il corteggiamento.

La prima fonte diretta è un manoscritto italiano del 1300 conservato al British Museum di Londra. A quell’epoca il saltarello era una delle quattro danze praticate dagli aristocratici nelle corti, insieme alla bassadanza, la quaternaria e la piva. [Read more…]

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Un saltarello: Ballo del serpe

24 marzo 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Il Ballo del serpe è un saltarello che ho scritto qualche anno fa. L’ho poi inserito nel mio album Fumo al vento.
Il saltarello è un tipo di ballo (e di musica da ballo) caratteristico della musica popolare italiana delle regioni centrali: Lazio, Abruzzo, Molise, Marche, Umbria. Anticamente era particolarmente diffuso a Roma. Sappiamo che fin dal Rinascimento era presente tra le musiche “di corte”, quindi di ambito colto e aristocratico. Testimonianze di questo ballo a livello popolare sono più tarde, ma non è detto che sia nato tra i nobili e poi si sia diffuso tra il popolo, anzi è probabile il percorso inverso.

Il titolo del pezzo nasce dal fatto che in questi balli popolari del centro-sud ci sono sempre delle atmosfere piuttosto “oscure”, nonostante i ritmi frenetici e apparentemente “leggeri”. Mi sembra una caratteristica tipica delle danze folkloriche dell’Italia centro meridionale una certa tendenza al mistero, come a voler scavare nel subconscio per farne emergere la potenza.
Da qui il serpente (o il serpe, come dicono gli abruzzesi), che è un simbolo perfetto di queste forze terrestri: spaventose, striscianti, nascoste.
I saltarelli tradizionali, invece, di solito non hanno alcun titolo, prendono il nome dalla città di provenienza. Così abbiamo tutta una serie di saltarelli romani, saltarelli di Fiuggi, di Anagni, eccetera.

Un saltarello per chitarra fingerpicking

Sul saltarello tradizionale ho scritto questo articolo: Il Saltarello: dal calascione al fingerpicking.
Prossimamente pubblicherò dei video con alcuni arrangiamenti per chitarra di veri saltarelli popolari.
Un saltarello: Ballo del serpeOvviamente un saltarello non dovrebbe essere suonato con la chitarra a corde di metallo, in tecnica fingerpicking. O forse sì?
Ad ogni modo, i saltarelli erano suonati con zampogne e organetti; si usavano degli antenati della chitarra, il calascione e il chitarrino.

Lo ripeto sempre: questa che faccio io è roba moderna, non vera musica tradizionale. Poi ci sono quelli a cui piace vestirsi da contadini dell’800 e fare rievocazioni storiche.
Io sono un musicista di oggi e, anche se mi ispiro a tradizioni antichissime, faccio musica di oggi. Che poi è quello che facevano nell’800 i contadini dell’800.
Se sei un chitarrista puoi scaricare il file Pdf con la tablatura per chitarra.
Ah, il Ballo del serpe è la sesta traccia del mio album Fumo al vento.

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Musica folk italiana: I Disertori

24 febbraio 2016 by Luca Ricatti 4 Comments


Oggi suoniamo musica folk italiana.
Questo pezzo si intitola I Disertori ed è un valzer derivato da una canzone di protesta antimilitarista che risale alla Prima Guerra Mondiale. Fa parte del repertorio della tradizione dei balli popolari lombardi. Il pezzo è inserito così come l’ho eseguito qui nell’album Fumo al vento.

Musica folk italiana per chitarra fingerpicking

Ho ascoltato I Disertori per la prima volta sul bellissimo disco dei Barabàn, Valzer dei disertori (AcB Production, 1987). Questo mio arrangiamento per chitarra risale a qualche anno fa.
I chitarristi possono scaricare lo spartito con la tablatura in formato Pdf.

I Disertori è un canto che risale alla Prima Guerra Mondiale, forse ricalcato sulla melodia della canzone napoletana Suona chitarra (E. De Curtis). In effetti gli somiglia un po’.
La canzone è uno struggente lamento dei soldati in trincea. L’idea di farne una versione tutta strumentale, da ballo, non è mia. E neanche dei Barabàn.

I Barabàn, storica formazione di musica folk italiana, hanno ripreso il pezzo da una registrazione del 1958 di Jacmon e Baciunein. Questi nomi bizzarri appartenevano a una celebre coppia di suonatori dell’Alta Valle Staffora. Sembrerebbe che il primo a trasformare in danza questo vecchio canto antimilitarista sia stato proprio il pifferaio Jacmon.

Musica folk italiana per chitarra fingerpicking: tablatura PdfQuesti balli di solito sono suonati da un pifferaio e un fisarmonicista.

Il piffero è una specie di ciaramella, cioè è uno strumento ad ancia doppia, quindi fa parte della famiglia degli oboi. In effetti anticamente era suonato in coppia con la cornamusa, come avviene nella musica popolare italiana del centro-sud. Poi la fisarmonica ha preso il posto della zampogna.

Insomma, la chitarra e il fingerpicking non c’entrano niente. Anzi, non c’entrano niente col folk italiano in genere.
Ma noi chitarristi folk siamo storicamente maleducati, andiamo a impicciarci di cose che non ci competono e a mettere le mani in repertori trattati da puristi molto severi.

Però i Barabàn nel disco hanno scritto che queste cose che facciamo noi moderni…

«[…] non sono ovviamente documenti autentici della tradizione ma la nostra, soggettiva, interpretazione di ciò che i cantori e i suonatori ci hanno comunicato. È musica di oggi… ».

Qualcosa di molto vicino al mio modo di approcciarmi alla musica folk italiana. Ma di questo parleremo un’altra volta.

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Stefan Grossman

21 febbraio 2016 by Luca Ricatti Leave a Comment

Stefan Grossman è un’istituzione della chitarra fingerpicking. In questo articolo lo ascoltiamo, leggiamo la sua storia, parliamo dei suoi primi due album e delle numerose risorse didattiche da lui stesso create in decenni di carriera.

Tra i pionieri del folk revival americano nei primi anni ’60, Stefan Grossman visse al Greenwich Village nella sua epoca d’oro, fu allievo per anni del bluesman Reverendo Gary Davis, amico di Dave Van Ronk, Eric Clapton, John Renbourn, Bert Jansch, Davey Graham e dozzine di altri personaggi che hanno fatto la storia della chitarra acustica. Ha fondato la Kicking Mule Records insieme a Eugene “ED” Denson (comproprietario della Takoma Records di John Fahey); la Kicking Mule ha pubblicato oltre 180 dischi di chitarristi fingerstyle, tra cui Happy Traum, Davey Graham e Peter Finger.

Oggi il suo negozio online Stefan Grossman’s Guitar Workshop è un punto di riferimento mondiale per l’acquisto di video didattici per chitarristi acustici.

Alla fine degli anni ’60 era uno di quei pacifisti che contestavano la guerra nel Vietnam. A quelli come lui, i redneck (i “colli rossi”, termine dispregiativo per indicare i contadini del Sud) urlavano : «Amala o lasciala!» (l’America).

Stefan decise di lasciarla. Per andare dove? Erano gli anni ’60, dove doveva andare? Ovviamente in India. A che fare? Ovviamente a cercare una ragazza.

Doveva fare tappa in Inghilterra. I poliziotti inglesi, vedendolo arrivare con la sua malandata custodia della chitarra, pensarono che fosse un americano renitente alla leva. O un immigrato in cerca di lavoro. Alla fine lo lasciarono andare, ma una volta lì, Stefan incontrò amici musicisti, iniziò a suonare in giro, conobbe altre ragazze. Insomma, in Inghilterra ci rimase, per molti anni. [Read more…]

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Musica irlandese: The Butterfly

24 gennaio 2016 by Luca Ricatti 2 Comments

Un’altro classico della musica irlandese: si chiama The Butterfly ed è una silp jig, cioè un tipo di musica da ballo tipica della tradizione celtica irlandese.

The butterfly è nota anche con molti altri nomi (Barney’s Goat, The Bug, Eitil Im, Fiona, Im Ag Eitilt e vari altri). Il più strano è di certo Kick the peeler, che però non significa Prendi a calci il pelapatate: “peeler” è un termine gergale per dire poliziotto.

La melodia è divisa in 3 parti. Pare che la prima sia stata composta da tale Tommy Potts, un violinista morto nel 1988, ispirato dal volo di una farfalla nel suo giardino. La seconda e la terza parte, invece, sarebbero più antiche e infatti sono presenti quasi identiche in una celebre raccolta di musica irlandese redatta nel 1883, la Ryan’s Mammoth Collection. Tipica dimostrazione di come la cultura tradizionale si trasforma attraverso le generazioni: oggi questo brano è uno dei più famosi pezzi di musica celtica.

Musica irlandese per chitarra fingerpicking

Musica irlandese: The Butterfly - Tablatura in fomrato PdfThe Butterfly è stata arrangiata più volte per chitarra. In effetti è un classico per gli appassionati di chitarra celtica e fingerpicking in genere.

In questo mio arrangiamento ho ripreso le prime battute dalla diteggiatura inventata da Tom Long, ma ho comunque modificato il basso; la seconda e la terza parte sono invece completamente farina del mio sacco.
Per i chitarristi, metto a disposizione gratis in formato Pdf la tablatura per chitarra.

Se vi piace commentate, cliccate il mi piace, condividete su Facebook, eccetera.

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Musica irlandese: Banish misfortune

14 dicembre 2015 by Luca Ricatti Leave a Comment

Tra le tante tradizioni folcloriche che mi affascinano, la musica irlandese è una di quelle che hanno su di me l’impatto emotivo più profondo. Siamo in tanti, lo so. Ma io sono uno di quelli che coltivano il sogno segreto di trasferirsi un giorno nella verde campagna d’Irlanda.

Ci sono molti motivi per cui la musica irlandese rappresenta uno dei repertori folk meglio conservati d’Europa, non da ultimo ragioni storico-politiche legate all’orgoglio nazionale, in contrapposizione alla cultura pop britannica.

Banish misfortune (letteralmente Bando alla sfortuna) è senza dubbio una delle melodie più famose. Si tratta di una giga (in inglese jig), anzi, per la precisione è una double jig. Per semplificare diciamo che il ritmo base di una giga doppia è un modulo che suona tipo tàrata tàrata.
Della giga esistono molte varianti in vari paesi europei, compresa l’Italia (Emilia Romagna e Quattro province). Quella irlandese è un ballo di gruppo e si balla in otto persone.

Musica irlandese per chitarra fingerpicking

Quello della chitarra celtica è un genere nato sull’onda del folk revival iniziato alla fine degli anni ’50. In quel periodo, i chitarristi acustici del Regno Unito cominciarono ad adattare ai repertori tradizionali dei loro nonni le tecniche che avevano imparato dai bluesmen americani. Il pioniere fu Davy Graham, che per primo iniziò ad esplorare i brani tradizionali della musica celtica attraverso il fingerpicking. Graham, tra l’altro, è l’inventore di un particolare modo di accordare la chitarra, la DADGAD. L’accordatura DADGAD è diventata la più usata tra i chitarristi celtici.

Oggi la chitarra entra spesso nei complessi di musica irlandese, ma solo per l’accompagnamento e solo in strumming (cioè con le pennate). La chitarra fingerpicking è rimasta una cosa sostanzialmente estranea al folk irlandese, anche se vari chitarristi ne hanno mostrato le potenzialità, come Pierre Bensusan, Martin Simpson o Tony McManus, per citare i più famosi.

Musica irlandese: Banish misfortuneIn questo video presento il mio arrangiamento per chitarra fingerstyle di Banish misfortune.

È un brano che è stato adattato molte volte per il fingerpicking, la prima addirittura dallo stesso Graham. Un’altra versione famosa (e molto bella) è quella di Tom Long, di cui si trovano valanghe di cover su Youtube.

Anche la mia versione in effetti riprende parte della diteggiatura di Tom Long (però solo nella parte iniziale). Ma ho puntato più a restituire il senso della musica da ballo, che poi è quello che cerco di fare in quasi tutti i miei arrangiamenti per chitarra. Per questo ho usato la tecnica del basso alternato (in effetti ho la mania del basso alternato).

Per i chitarristi: ho messo a disposizione in formato la tablatura per chitarra in formato Pdf.

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Wizz Jones

16 gennaio 2015 by Luca Ricatti Leave a Comment

Wizz Jones è stato uno dei primi esponenti della scena folk inglese nata alla fine degli anni ’50. Un folk singer e un chitarrista di raro talento e sensibilità. In questo articolo lo ascoltiamo, parliamo della sua storia, del suo album più celebre e vediamo dove trovare materiale su di lui.

Il vero nome di Wizz Jones è Raimond Ronald, ma per la fortuna della sua carriera artistica, sua madre iniziò a chiamarlo Wizz quando era ancora bambino, prendendo il nome da un fumetto.

Wizz iniziò a suonare da adolescente, innamorato del folk americano e del movimento beatnik. Racconta di essere stato illuminato dalle esibizioni di Big Bill Broonzy, Rambling Jack Elliot e Muddy Waters organizzate da Cyril Davies and Alexis Korner in un locale di Londra che si chiamava The Roundhouse, nel quartiere Soho, a Londra.
Racconta anche di aver imparato a suonare blues copiando i fraseggi di Long John Baldry e Davy Graham.

Cominciò a frequentare le coffee house e fu tra i primi a salire sui piccoli palcoscenici per suonare vecchi brani tradizionali riarrangiati per chitarra o pezzi blues presi dai dischi pubblicati dall’etichetta americana Folkways.

Sincero spirito errabondo, nel ’59 fece un viaggio in autostop con Alan Tunbridge, un disegnatore che aveva conosciuto nei locali di Soho.
Passarono l’estate in Cornovaglia «girovagando sulle spiagge, scrivendo, cantando e lavorando nelle cucine degli hotel». Una sera mostrò ad Alan alcuni accordi e quello prese a trasformare in canzoni le poesie che scriveva.
Ma Alan non era un musicista, non padroneggiava la tecnica fingerstyle del suo amico, né aspirava a esibirsi in pubblico. Considerava lo scrivere canzoni «un hobby che lo teneva lontano dal tavolo da disegno». Però intanto continuava a scrivere. E diventava sempre più bravo. Nonostante non componga più da molti anni, Alan Tunbridge è forse conosciuto più come autore di canzoni che come illustratore. [Read more…]

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Peter Lang

19 dicembre 2014 by Luca Ricatti 2 Comments

Peter Lang è uno degli esponenti di spicco del movimento dell’american primitivism, un grandissimo chitarrista, ingiustamente meno noto rispetto ad alcuni colleghi. In questo articolo lo ascoltiamo, raccontiamo la sua storia, parliamo del suo album di esordio e vediamo dove reperire materiale come spartiti e tablature.

Chiunque viva o abbia vissuto con un musicista lo sa: ascoltarlo ripetere sempre gli stessi passaggi per ore al giorno può essere un tormento dantesco. Peter Lang sarebbe potuto diventare un trombettista, ma suo padre, veterano di due guerre mondiali abituato al frastuono di mitragliatrici, bombe e carri armati, arrivò a sostituire la tromba del figlio con una chitarra, nella speranza di attenuare la tortura. Il ragazzo aveva undici anni.

Inoltre, il folk revival esploso alla fine degli anni ’50 e la mania del vero blues avevano gettato le basi per una riscoperta della chitarra acustica. Peter era un ragazzo di Minneapolis, nel Minnesota, un posto dove d’estate si crepa di caldo e d’inverno può fare -30 o -40°. E quando è gennaio e devi startene chiuso in casa per non morire congelato, devi pure inventarti qualcosa di creativo per passare il tempo. Suonare la chitarra acustica fu la sua soluzione per gli anni dell’adolescenza.

Nei primi anni ’60 nella zona universitaria erano nate parecchie coffe house in cui si suonava musica folk. Anche se Bob Dylan (originario di Hibbing, Minnesota) se ne era andato nella Grande Mela, sotto l’ala protettiva di Dave Van Ronk e tutta la scena newyorkese, c’erano molti musicisti che mantenevano vivace Minneapolis, tra cui il trio blues Koerne, Ray and Glover, che ebbe molta influenza sul giovane Peter Lang. [Read more…]

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Robbie Basho

18 novembre 2014 by Luca Ricatti Leave a Comment

Robbie Basho è stato probabilmente il più singolare tra i chitarristi fingerpicking usciti dalla scuderia della Takoma Records.
In questo articolo lo ascoltiamo, parliamo del suo album più celebre e leggiamo la rocambolesca storia di come è stato inciso. Vediamo dove reperire materiale su Robbie Basho, come spiegazioni delle sue associazioni tra scale, colori, luoghi e stati d’animo, ma perfino spartiti e tablature

Avete presente la beat generation? Quella dei giovanotti che giravano per l’America senza soldi allo scopo di ubriacarsi e scrivere poesie? Li chiamavano beatnik, perché dovevano per forza di cose essere come il satellite Sputnik: dei maledetti comunisti. Ecco, nella sua fase iniziale, il folk revival americano si legò al mondo dei beatnik. Le stesse coffe house che ospitavano le serate di poesia beat, a un certo punto cominciarono a organizzare concerti di musica folk. I riflettori sarebbero stati presto puntati sulla scena newyorkese, ma l’ambiente folk stava crescendo in tutto il paese.
Sulle strade e nei sobborghi delle città americane vagavano queste versioni beatnik di Woodie Guthrie: colte, anticonformiste, molto interessate alla poesia, all’alcol, all’oriente e poco interessate ai soldi. Puro fumo negli occhi della borghesia conformista e della polizia.

Tra i più strampalati di questi personaggi c’era Robbie Basho. Nato a Baltimora, nel Maryland, era rimasto orfano ed era stato adottato da una coppia di nome Robinson. Da adulto cambiò il cognome, in onore del poeta giapponese Matsuo Basho.
Dopo aver terminato il terzo anno nell’Università del Maryland, si spostò a Ocean City per guadagnare i soldi necessari a terminare gli studi. Aveva mille interessi, fra le altre cose praticava il sollevamento pesi.
Un giorno conobbe un marinaio appena tornato dal Messico che portava con sé una chitarra a 12 corde di nylon, con la quale cercava di suonare il flamenco. Frustrato dal fatto che la cosa non gli riusciva, il marinaio vendette la chitarra a Robbie per 200 dollari. [Read more…]

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Martin Carthy

5 novembre 2014 by Luca Ricatti Leave a Comment

Martin Carthy è uno degli esponenti della prima ora dell’ondata del folk inglese e della chitarra fingerpicking dei primi anni ’60. In questo articolo lo ascoltiamo, leggiamo la sua storia e vediamo dove reperire album, spartiti e tablature.

Nel Regno Unito il folk revival visse una fase di passaggio, nei primi anni ’60, in cui ai vecchi musicisti tradizionali si affiancò una leva di giovani entusiasti della chitarra. Ne abbiamo parlato anche in altri articoli (a proposito di Davy Graham, John Renbourn, Bert Jansch, Wizz Jones): ragazzi cresciuti ascoltando dischi blues e che reinterpretarono la propria tradizione folclorica con un’attitudine esterofila, americaneggiante. Nella prima linea di questa nuova ondata di musicisti c’era Martin Carthy.

Suo padre, di origini irlandesi, suonava il violino e la chitarra, ma Martin non prese in mano la sei corde paterna fino all’adolescenza, quando rimase folgorato da Rock Island line suonata da Lonnie Donegan. Poi scoprì il blues di Big Billy Broonzie e Elizabeth Cotten. Intanto aveva iniziato il suo apprendistato da cantante facendo il corista in chiesa.
Elaborò il suo fingerstyle usando accordature inconsuete, per accompagnare la sua voce profonda e potente. In breve si ritagliò uno spazio nella nuova scena folk e divenne ospite fisso del Trobadour Folk Club di Londra.
Dapprima entrò a far parte di una formazione chiamata The 3 City 4. Poi nel 1965 incise il suo album di debutto, di cui vedete la copertina qui sopra. Un album per voce e chitarra, con qualche sprazzo di violino suonato da Dave Swarbrick (collaboreranno ancora e spesso, negli anni successivi). [Read more…]

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Bert Jansch

24 agosto 2014 by Luca Ricatti Leave a Comment

Se siete appassionati di rock, probabilmente adorate lo stile di Bert Jansch. Ma altrettanto probabilmente non lo sapete. Almeno qui in Italia il grande pubblico lo ignora, eppure molti dei più blasonati chitarristi degli anni ’60 e ’70 sono stati influenzati dal fingerpicking con cui Jansch ha reinterpretato il folk inglese.
Negli ultimi anni di vita gli sono stati tributati premi, riconoscimenti e l’ammirazione delle nuove star internazionali della musica folk, come Devendra Banhart, Beth Orton e i Fleet Foxes.
È morto nel 2011 per un cancro ai polmoni.

Tra i personaggi che hanno dichiarato di ispirarsi a lui ci sono Jimmy Page, Neil Young, Elton John, Nick Drake, Donovan, Paul Simon, Ian Anderson. La lista è ancora lunga.
Certo qualcuno si è spinto un po’ oltre, arrivando a ricopiare di sana pianta intere parti di chitarra. Ma ne parliamo dopo.
Prima qualche riga per capire chi era Bert Jansch e poi spendiamo due parole su Jack Orion, che fra tutti i suoi album è uno dei più noti. [Read more…]

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John Renbourn

14 luglio 2014 by Luca Ricatti Leave a Comment

La faccina del cavaliere al centro è quella di John Renbourn, un personaggio chiave del folk inglese.
Tra gli anni ’50 e ’60, nel Regno Unito si accavallarono due fenomeni musicali: il folk revival (il secondo folk revival inglese) e l’invasione della musica americana. Conciliare giri blues e accordi di settima con la tradizione folclorica autoctona non era impresa facile.
A quell’epoca, gli amanti del folk nel Regno Unito erano piuttosto conservatori e non guardavano di buon occhio i giovanotti esterofili appassionati di musica afroamericana. Questi dovevano perciò frequentare i pochi locali aperti alle novità.

Il più importante per John Renbourn e tutta la leva dei chitarristi degli anni ’60 fu il Les Cousins, che si trovava nella cantina di un ristorante a Londra, nel quartiere di Soho. Col tempo divenne un punto di riferimento imprescindibile, tanto che sul suo palco passarono i più celebrati personaggi inglesi, da Cat Stevens a Nick Drake, e pezzi da 90 americani come Paul Simon e Joni Mitchell.

In quel club gli amanti della sei corde e del fingerstyle si conoscevano tra loro e imparavano gli uni dagli altri. I più anziani erano Davy Graham, Wizz Jones, Martin Carthy. [Read more…]

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Pierre Bensusan

21 giugno 2014 by Luca Ricatti Leave a Comment

Pierre Bensusan è oggi indiscutibilmente uno dei chitarristi più amati dagli appassionati di fingerpickg.
In questo articolo lo ascoltiamo, raccontiamo la sua storia, parliamo del suo celeberrimo album di esordio e vediamo dove reperire dischi, tablature e testi didattici scritti da lui.

Sulla copertima del suo primo disco c’è una sua foto, che dovrebbe essere del 1975 o ’76. Lì ha circa 17 anni.
Pierre Bensusan è nato in Algeria, a Orano, ma vive in Francia da quando aveva 4 anni. Ha iniziato a suonare la chitarra a 11 anni, da autodidatta, influenzato dal folk revival inglese e statunitense. Conosceva la musica perché aveva già studiato pianoforte con una insegnante, per qualche anno.

Quella per la chitarra folk deve essere stata una passione travolgente, se è vero che a 16 anni interruppe la scuola per dedicarsi totalmente alla musica. Oltre alla chitarra fingerstyle, per un periodo suonò anche il bluegrass in flatpicking (cioè col plettro) e il mandolino. Si destreggiava così bene col bluegrass che venne invitato a suonare nella tournée francese di Bill Keith (celebre banjoista) e Jim Rooney, come mandolinista. Quando scoprì le capacità di Pierre alla chitarra, Keith lo invitò a eseguire tre brani da solista in ogni concerto.
A 17 anni Bensusan firmò un contratto discografico e l’anno seguente uscì questo album, che nel 1976 vinse il Grand prix du disque folk al prestigioso Festival del Jazz di Montreaux. [Read more…]

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Davy Graham

11 giugno 2014 by Luca Ricatti 2 Comments

Davy Graham può essere considerato a tutti gli effetti il padre della chitarra fingerpicking in Europa. In questo articolo, lo ascoltiamo, scopriamo la sua storia, parliamo di uno dei suoi album e vediamo dove reperire spartiti e tablature.

Sconosciuto al grande pubblico e poco noto persino tra i cultori della musica, Davy Graham è un personaggio fondamentale nella storia della chitarra. E non fatevi scoraggiare da questa copertina tamarra e dal titolo in stile corso pratico a fascicoli. Questo album del 1977 è uno dei più rappresentativi della carriera di un chitarrista che ha fatto la storia dello strumento.
Davey Graham è stato un pioniere del fingerstyle non solo nel Regno Unito.
Sarebbe riduttivo definirlo solo un grande chitarrista folk. Di sicuro è stato una figura centrale del folk revival, ma anche un riferimento essenziale per generazioni di chitarristi, compresi personaggi molto famosi come Nick Drake, Jimmy Page e Paul Simon.

Tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, nel Regno Unito si verificò una sorta di boom della chitarra. Spopolavano il blues tradizionale e lo skiffle (una sorta di rock ‘n roll rudimentale) e tutti volevano una sei corde da strimpellare. Nel ’59 il regista inglese Ken Russel girò un documentario sull’argomento: Hound Dogs and Bach Addicts. Indovinate chi è lo sbarbatello 19enne nella pellicola che suona un pezzo di chitarra jazz? [Read more…]

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John Fahey

23 maggio 2014 by Luca Ricatti Leave a Comment

John Fahey è un gigante. In questo articolo parliamo della sua vita, di uno dei suoi album più famosi e vediamo dove e come reperire materiale che lo riguarda, tablature comprese.

John Fahey è uno dei vari personaggi del folk rimasti più o meno in ombra per una vita e poi improvvisamente assurti a fari per le nuove generazioni, non solo di appassionati di chitarra fingerstyle. È passato per la povertà, la malattia, l’alcolismo. Poi, prima di morire nel 2001 a soli 62 anni, ha fatto in tempo a vedere la riscoperta della sua enorme produzione discografica (36 album di studio), grazie anche al supporto di alcune band indie rock come i Sonic Youth.

John Fahey aveva una conoscenza e un’esperienza diretta della tradizione musicale americana fuori dal comune. Della sua infanzia si dice sempre che nei fine settimana la sua famiglia si riuniva per suonare bluegrass. A proposito, la sua autobiografia (mai tradotta in italiano, che io sappia) si intitola How bluegrass music destroyed my life (Come la musica bluegrass ha distrutto la mia vita).
Non solo, come padre del cosiddetto american primitivism, e fondatore della prestigiosa Takoma Records, è stato editore e mentore di tutta la leva dei primitivisti americani, come Leo Kottke, Robbie Basho, Peter Lang. [Read more…]

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Fantascienza de noantri

1 aprile 2014 by Luca Ricatti Leave a Comment


Ieri sera ho visto l’acclamato Elysium. Sono un fan di cinema e narrativa fantastici/fantascientifici, perciò ero curioso. Il film non è male, ma neanche sto granché. È godibile, sì, però c’è anche di meglio. Perché sta mania degli americani di far finire sempre tutto in sparatorie, esplosioni e scazzottate tra machomen, alla lunga stufa. E poi pure la storia non è mica originale.
Parla di un futuro distopico in cui i ricchi della Terra abbandonano il pianeta, dopo averlo mandato in malora, e i poveracci devono restare a cavarsela come possono. Non che sia una cosa grave, per carità (gira e rigira le idee quelle sono), comunque il tema è stato già declinato in tanti modi. Persino io ho contribuito, più o meno 10 anni fa, pizzicando le corde della mia chitarra. Quando misi in musica un testo di Paolo Coppini, uno dei più geniali e divertenti che lui abbia mai scritto: Diluvio universale N°2. I fan di Coppini la conoscono bene questa canzone, è una delle loro preferite.
Appena gli feci sentire la base blues per chitarra fingerstyle, Paolo prese subito a cantarci su, come se l’avesse scritta lui trent’anni prima. Divenne uno dei nostri cavalli di battaglia.
La sentite cliccando play qui a sinistra. Buon ascolto.

Filed Under: Storie, Varie ed eventuali Tagged With: astronavi, blues, chitarra fingerstyle, Diluvio universale, distopia, Elysium, Emilio Fede, fingerpicking, Paolo Coppini, pianeta Terra, piede, ricchi, Romanina blues

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