Questo è un racconto a puntate, per leggerlo integralmente devi partire dalla
Prima Puntata☜
La lettrice e il lettore che hanno avuto la pazienza di arrivare fino a questo punto sono ora a conoscenza dei fatti che portarono il nostro protagonista, appena tredicenne, a lasciare la casa paterna, gli amici e il borgo nel quale era nato, per andare come un cane randagio nel mondo ignoto. E avranno intuito che, contrariamente alle peggiori previsioni, egli sopravvisse al suo esilio, poiché all’inizio della storia lo abbiamo incontrato di ritorno a casa, adulto, in tempo per la veglia funebre del padre. È giunto il momento per noi di tornare a quella terribile notte. Avevamo lasciato il nostro Massimo detto Mino rinchiuso a chiave dentro la stanza da letto dei genitori, dopo l’apparizione di uno Spettro che aveva massacrato i suoi parenti, trasformandoli in mostri simili a lui. Scopriremmo ora cosa accadde dopo.
Solo il cadavere della madre era rimasto intatto: giaceva riverso su un fianco sopra la sedia cappottata, accanto al letto, congelato in un’espressione di terrore cereo, gli occhi sgranati e la mandibola cadente. La fioca luce delle candele s’era esaurita e il buio s’era steso come una coperta a nascondere le tracce del massacro.
Mino era rimasto a lungo rannicchiato contro il muro. Non aveva provato a forzare la porta; i suoi cognati l’avevano strattonata con tanta disperata violenza, prima d’essere assassinati, che l’avrebbero senz’altro aperta se fosse stato possibile.
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