Estate del 2001.
Mi trovo insieme a Paolo Coppini al Circolo degli artisti, noto locale romano, per partecipare a una serata di musica dal vivo all’aperto, con un palcoscenico enorme, un sacco di pubblico, un sacco di luci. È uno di quegli eventi in cui vari artisti si alternano sul palco per 10 o 15 minuti ciascuno. Stiamo lì dal pomeriggio per fare il soundcheck. Sotto il cielo ancora luminoso, sulle sedie destinate al pubblico ancora vuote, ci facciamo i beati affaracci nostri: io tengo in braccio la chitarra e proviamo qualche canzone.
A un certo punto si avvicina questo vecchietto.
Lì per lì non lo riconosco, ma è un tipo famoso: attore di teatro prestato più volte al cinema d’autore. Comunque in quei mesi è noto soprattutto per un ruolo secondario in una fiction di successo per famigliole tele-lobotomizzate. Si avvicina a me e mi dice sorridendo, umile:
«Accidenti, sei bravo a suonare la chitarra!»
«Grazie… »
«Ti posso chiedere una cortesia?»
«Ma certo» rispondo io, per nulla insospettito.
«Sai, stasera vorrei cantare una canzoncina e avrei bisogno di un musicista che mi accompagni… »
Eccomi preso al guinzaglio. Sto seduto accanto a questa vecchia gloria piegata dagli anni che canticchia con voce tremula un motivetto incomprensibile. È tutto contento e non trovo il coraggio di dirgli che non si capisce niente.
Alla fine strimpello un giro armonico in do. Avessi suonato il riff di Black dog sarebbe stato lo stesso. Penso: si accorgerà che non c’entra nulla con quello che sta cantando e mi dirà che non se ne fa niente! Illuso. Invece lui è soddisfattissimo. Prendo coscienza che mi sta costringendo a fare da carne da cannone per accontentare il suo ego. L’esibizione sarà uno schifo e la platea non darà la colpa al vecchio divo, ma allo sconosciuto accompagnatore. Balbetto qualche obiezione, ma ormai la condanna è stata emessa: appuntamento sul palco tra qualche ora. Aiuto.
La sera non vedo il pubblico, accecato dai fari. Mi sono già esibito insieme a Coppini, il mini-concerto è andato bene, sono stanco, molto affamato e vorrei tornare a casa. Invece sono di nuovo lì sul palcoscenico, ben cosciente che sto per fare una figura di merda.
Prima di iniziare l’esibizione il vecchio attore, microfono in mano, si presenta. Tenete a mente che lui è anziano, famoso, al centro del palco, la sua voce riecheggia nelle enormi casse; io sono uno sconosciuto 23enne seduto su uno sgabello al lato del palco, dietro una chitarra. Vorrei sparire del tutto. Invece lui indica il sottoscritto e tutta l’attenzione si sposta su di me. Dice:
«Questo giovane chitarrista mi ha chiesto la cortesia di potersi esibire insieme a me. Così ho pensato di proporvi questa canzoncina».
Io a lui? Ha detto così, che io gli ho chiesto la cortesia.
Il resto è stato un delirio di accordi sconnessi sotto una voce fuori tempo. E la figura è stata di merda come previsto.
(P.S. Il vecchio paraculo è morto un paio di anni fa. Mi dispiace, perché nonostante tutto era un tipo simpatico. E un bravo attore.)
Se ti è piaciuto questo racconto, ne trovi altri simili qui: Racconti autobiografici
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roberta effe says
Carino, mi ha deliziata, grazie
Luca Ricatti says
Grazie Roberta,
con sole cinque parole hai scritto una cosa bellissima.
Pietro says
Ciao, essere paraculo probabilmente è la qualità che serve per diventare famosi.
Sei “scorrevole” quando scrivi.
Luca Ricatti says
Grazie Pietro!
Monica says
Ciao! Ti lascio un commento qui, anche se ho già letto diversi dei tuoi racconti (a mio figlio, la sera prima di dormire). Ci tenevo a farti i complimenti perché quanto a letture non sono facile da soddisfare (e neanche mio figlio!), invece tu mi soddisfi caspita! Scrivi davvero bene, complimenti.
Luca Ricatti says
Monica ti ringrazio davvero tanto per queste bellissime parole.
Ringrazia anche tuo figlio da parte mia!
Danilo says
Ciao collega :)… non ci conosciamo. Sono incappato per caso nel tuo sito e mi sono lasciato attrarre dai tuoi racconti autobiografici. Devo dire che mi sono divertito a leggerti: scrivi bene e rendi le emozioni ed è facile immaginare la scena quando scrivi. Mi rimane però una forte curiosità: chi era questo attore???? Si può sapere o chiedo troppo? :). Ciao e complimenti!
Luca Ricatti says
Grazie mille Danilo, che piacere!
No, non lo dirò mai pubblicamente, non sarebbe corretto. ?