Bottegasonora chiude i battenti.
Riassunto delle puntate precedenti.
Bottegasonora era un progetto nato con l’obiettivo di autoprodurre musica elettronica in lingua inglese e diffonderla attraverso internet. Insomma una cosa con aspirazioni internazionali, nato in rete e per la rete. Bottegasonora è stato una sorta di nickname per la rete mondiale; l’idea era quella di immettersi nel villaggio globale partendo da casa mia e parlando una lingua comune: musica elettro-pop in inglese.
In tutto questo tempo (dal 2005 ad oggi) ho guadagnato diversi ascoltatori, sparsi nel mondo. Persone, tuttavia, con le quali per lo più non ho mai avuto nessun tipo di contatto. Oltretutto, considerando il bacino d’utenza rappresentato dai navigatori di internet (centinaia di milioni di potenziali ascoltatori), i risultati sono da considerarsi tragicamente modesti, per una fatica grande. Questo mi ha portato a riflettere.
Per anni abbiamo letto e sentito dire che internet avrebbe portato una trasformazione in senso democratico del mercato musicale. Non è che la trasformazione non c’è stata, è che che, fondamentalmente, delle potenzialità della nuova situazione non ci ha capito niente nessuno. Per ora, internet ha semplicemente annientato il mercato musicale, che si è ridotto all’osso. E su quest’osso, ovviamente, si accaniscono i cani più grossi. Nonostante le nuove possibilità che si stanno aprendo, al momento stiamo messi peggio di prima.
D’altra parte, però, mi sembra che paradossalmente questo processo stia portando ad una nuova forma di localismo. Una serie di segnali mi fanno credere che la musica stia tornado a farsi interprete di una cultura legata al territorio, alle comunità. Questo mi piace. Io credo che musica fatta da gente normale, che si guadagna il pane anziché sguazzare nei milioni, possa forse avere un valore aggiunto.
Da circa 10 anni tengo chiuse nel cassetto diverse canzoni, scritte in italiano. Ho deciso di inciderle.
Ho deciso di ricominciare daccapo. Che cantare in una lingua che è di tutti e di nessuno, la lingua della élite che domina il mondo, non mi interessa. Che produrre musica per persone che non vedrò mai in faccia non mi interessa più. Che se produrre musica è produrre cultura, voglio produrre cultura per la gente che mi circonda, che ancora può raccontarmi una storia, stringermi la mano o tirarmi un pomodoro in faccia.