Davy Graham può essere considerato a tutti gli effetti il padre della chitarra fingerpicking in Europa. In questo articolo, lo ascoltiamo, scopriamo la sua storia, parliamo di uno dei suoi album e vediamo dove reperire spartiti e tablature.
Sconosciuto al grande pubblico e poco noto persino tra i cultori della musica, Davy Graham è un personaggio fondamentale nella storia della chitarra. E non fatevi scoraggiare da questa copertina tamarra e dal titolo in stile corso pratico a fascicoli. Questo album del 1977 è uno dei più rappresentativi della carriera di un chitarrista che ha fatto la storia dello strumento.
Davey Graham è stato un pioniere del fingerstyle non solo nel Regno Unito.
Sarebbe riduttivo definirlo solo un grande chitarrista folk. Di sicuro è stato una figura centrale del folk revival, ma anche un riferimento essenziale per generazioni di chitarristi, compresi personaggi molto famosi come Nick Drake, Jimmy Page e Paul Simon.
Tra la fine degli anni ’50 e i primi anni ’60, nel Regno Unito si verificò una sorta di boom della chitarra. Spopolavano il blues tradizionale e lo skiffle (una sorta di rock ‘n roll rudimentale) e tutti volevano una sei corde da strimpellare. Nel ’59 il regista inglese Ken Russel girò un documentario sull’argomento: Hound Dogs and Bach Addicts. Indovinate chi è lo sbarbatello 19enne nella pellicola che suona un pezzo di chitarra jazz?
Figlio di padre scozzese (insegnante di gaelico) e madre guyanese, Davy Graham è stato un appassionato viaggiatore. Nei suoi vagabondaggi musicali elaborò una teoria sulle migrazioni dei popoli zingari e la loro influenza sulla tradizione musicale irlandese e su quella indostana (la musica classica dell’India settentrionale). Si è cimentato nello studio di altri strumenti della famiglia dei liuti: l’oud marocchino, il sarod indiano, il buzuki greco.
Nella sua ricerca di linguaggi antichi da adattare alla chitarra, ha sperimentato vari tipi di accordature: è l’inventore della DADGAD, un tipo di accordatura che oggi è uno standard per la chitarra folk (curiosamente, oggi è considerata l’accordatura tipica della chitarra celtica, tuttavia Graham la sviluppò in Marocco, per trasporre sulla chitarra alcuni brani per oud).
Quando ha inciso The complete guitarist erà già nella fase calante della sua carriera musicale. Aveva raggiunto una certa fama anche grazie alla cover di un brano che aveva scritto a 19 anni, Anji, fatta da Paul Simon e inclusa in The sound of silence: nelle note di copertina di quell’album strafamoso si dice “scritto da Davy Graham, uno dei più grandi chitarristi jazz/blues d’Inghilterra.”
Tuttavia il successo non sembrava interessargli. Dopo un periodo di dipendenza dall’eroina, si dedicò all’insegnamento, al volontariato e allo studio delle lingue (il francese, il greco, il turco, l’arabo e il gaelico). La sua attività dal vivo calò di intensità fino a esaurirsi.
La riscoperta di Davy Graham è avvenuta tra il 2005 e il 2006. Riprese a fare concerti, mischiando arrangiamenti per chitarra di brani di Bach, blues, musica irlandese, rumena e sudafricana. Ma nel dicembre del 2008 un cancro ai polmoni lo stroncò. Aveva 68 anni.
Davy Graham: The complete guitarist
Insomma, Davy Graham è stato un giramondo, un eclettico, un po’ viveur e un po’ ricercatore. Il titolo di questo album riflette il tentativo di padroneggiare con la chitarra gli infiniti linguaggi del mondo. The complete guitarist mischia brani tradizionali irlandesi, Bach e jazz-blues. Tre dei quattro pezzi blues (Lashtal’s room, Blues for Gino, Forty-ton parachute) sono suonati con la chitarra classica (corde di nylon), anziché con quella folk. In Blues for Gino si riconosce un passaggio in stile manuche (intorno al minuto e mezzo).
Davy Graham è stato forse il primo a cimentarsi con la trasposizione di brani tradizionali di musica celtica su chitarra, divenendo di fatto il capofila di un nuovo genere musicale che oggi conta molti seguaci, la chitarra celtica.
Alcune tracce spiccano per la bellezza, come il medley iniziale (che potete ascoltare nel video ) tra un’aria tradizionale e una giga scritta da Turlough O’Carolan, l’ultimo grande bardo irlandese; o The road to Lisdoonvana, ripresa dai Chieftains. E ce ne sono altre che col tempo sono diventate dei “classici” della chitarra celtica (The gold ring, Banish misfortune).
The complete guitarist risulta disomogeneo, l’eclettismo spezza continuamente il filo del racconto. Graham si limita a suonare in modo diverso pezzi diversi tra loro, non sembra interessato a costruire un discorso coerente, capace di trasportare l’ascoltatore. Nondimeno è un disco che riassume il lavoro di un musicista che ha influenzato profondamente lo sviluppo della tecnica chitarristica fingerstyle, soprattutto in Europa.
L’album è stato prodotto nel 1977 da un grande nome della chitarra folk, John Renbourn, per la Kicking Mule Records (etichetta fondata in California da un altro personaggio fondamentale come Stefan Grossman e da Eugene “Ed” Denson, comproprietario della Takoma Records e produttore di un paio di lavori di John Fahey).
L’album è stato poi ripubblicato per la prima volta in CD nel 2009 dalla Stefan Grossman Guitar Workshop. Dieci anni prima era stata fatta un’edizione con ben otto tracce bonus che, chissà perché, non sono state incluse nell’edizione del 2009.
In compenso, per la goduria dei musicisti, il moderno CD contiene gli spartiti con tablature di sette dei sedici brani dell’album (in formato digitale Pdf).Anche per questo consiglio ai chitarristi di acquistre il Compact Disc.
Lo trovi qui: The Complete guitarist.
Ah, la foto un po’ scema sulla bruttissima copertina fu scattata da Grossman.
PS: si scrive Davy o Davey?
Agli inizi della sua carriera, il suo nome era scritto così, Davy. Più tardi è diventato Davey, quindi potreste trovare entrambe le grafie. La stragrande maggioranza dei critici, comunque, evita la grafia Davey. Il motivo è che se scrivi Davey, il tuo articolo su internet non lo trova nessuno; così mi sono dovuto adeguare anche io, mio malgrado, che infatti ho dovuto riscrivere l’articolo con la vecchia grafia (“Davy”), che lui stesso non usava.
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Giovanni Peirone says
grazie per avere celebrato questo titano delle sei corde
Luca Ricatti says
Grazie a te!
Marco says
Grazie!!!!
Ti ho scoperto solo oggi”purtroppo” ….e mi stai facendo conoscere delle chicche favolose…..
Grazie davvero
Luca Ricatti says
Grazie Marco,
sono strafelice di far conoscere personaggi come Davy Graham!
Gavino says
Grazie dell’ articolo, ho comperato l’ originale nel 1979 : grande disco sopratutto per le tablature allegate che divorai… ancora oggi suono qualche pezzo che mi da’ grande soddisfazione….
Luca Ricatti says
Grande, grazie Gavino!
Luca says
Ciao, grazie per avere ricordato Graham.
Ma ci sarebbe molto altro da dire di lui… io ho avuto la fortuna di vederlo a Londra in un pub nel ’79, compostissimo e perfetto.
Luca Ricatti says
Ciao Luca e grazie a te!
Non è da tutti raccontare di averlo visto dal vivo!