Spieghiamo cos’è il Fingerstyle (anche detto Fingerpicking) sulla Chitarra acustica, con foto e video, le origini e le tecniche principali.
Sembrerà assurdo, ma in rete non ho trovato niente che rispondesse a questa domanda in modo chiaro e dettagliato. Almeno non come dico io.
E allora mi sono fatto sotto. E ce l’ho messa tutta.
Ah, ho fatto largo uso di video, che certe cose è meglio sentirle e vederle che leggerle.
Prima di iniziare: in questo articolo mi limito a spiegare cos’è il Fingerstyle.
Se sei già un chitarrista e stai cercando degli spartiti, allora va’ qui: tablature.
Se invece stai cercando una risorsa per imparare a suonare in fingerstyle, allora qui c’è questa cosa completamente gratuita e accessibile a tutti: Manuale di Fingerpicking per principianti.
Se invece cerchi qualcosa di meno impegnativo, solo per fare un po’ di pratica, ci sono questi Esercizi.
Se infine vuoi farti una cultura e ascoltare un po’ di musica (cosa sempre consigliatissima), vai qui: Chitarristi Fingerstyle.
Cominciamo
Per fare come si deve, bisogna partire dalle basi.
Dunque: il fingerstyle (o fingerpicking) è una tecnica di esecuzione per la chitarra basata sull’uso delle dita per pizzicare le corde, senza l’ausilio di un plettro.
Risulta indubbiamente più ostico per un principiante assoluto.
Eppure, i maggiori sforzi iniziali il fingerstyle li ripaga presto, perché riesce a regalare soddisfazioni e stimolare la creatività in modo inimmaginabile.
Perché?
Perché se pizzichi con le dita è come se usassi 2, 3, 4 o persino 5 plettri contemporaneamente. Ma senza plettri. Non c’è niente tra te e le corde, il rapporto con la chitarra è più fisico, più forte, più ricco di possibilità.
Anche un semplice accompagnamento non consiste più nello strimpellare accordi per Chitarra, ma diventa un vero e proprio arrangiamento, fatto con tutte le potenzialità di uno strumento polifonico.
Il fingerstyle non è propriamente uno “stile”, né un “genere”. Semmai è una macrocategoria che include una quantità di tecniche e stili diversi. Per descriverli tutti servirebbe un’enciclopedia. Un articolo non può essere un’enciclopedia, perciò ho cercato di riassumere almeno le cose basilari.
Ecco di cosa parliamo:
– Fingerstyle: cos’è e cosa significa
– Differenza tra folk-fingerstyle e chitarra classica
– Da dove viene il fingerstyle
– In quali generi musicali si trova il fingerstyle
– Attrezzi, stili, tecniche per fare fingerpicking
– Fingerpicking tradizionale o moderno?
Fingerstyle: cos’è e cosa significa
Il Fingerstyle permette di sfruttare le possibilità polifoniche della chitarra molto meglio rispetto alla tipica tecnica col plettro (detta flatpicking). Solitamente si utilizza il pollice per pizzicare i bassi, mentre le altre dita eseguono la melodia o gli accordi. In questo modo è possibile creare linee di basso indipendenti dagli alti e perfino contrappunti alla melodia.
Inoltre, non essendo la mano destra occupata a trattenere un plettro, è possibile sfruttare l’indipendenza della dita per colpire la cassa e le corde in vario modo, aggiungendo suoni percussivi all’esecuzione; o sfruttare il tapping a due mani. Negli ultimi anni queste tecniche sono divenute particolarmente popolari tra i chitarristi acustici.
Fingerstyle significa letteralmente stile delle dita.
Il termine fingerpicking, che vuol dire pizzicare con le dita, viene utilizzato come sinonimo.
Il fingerstyle non deriva dalla chitarra classica, come si potrebbe pensare. Ovviamente anche i chitarristi classici pizzicano le corde con le dita e certamente molti chitarristi moderni hanno subito l’influenza della tecnica classica. Ma di solito quando si parla di fingerstyle o fingerpicking si intende qualcosa di diverso. Vediamo cosa.
Differenza tra folk-fingerstyle e chitarra classica
Al contrario della chitarra classica, il moderno fingerstyle non ha regole né indicazioni di massima circa la postura e il modo di tenere lo strumento. Vale tutto.
Esiste una grandissima varietà di stili e di approcci. Anzi, si può dire che esistono tanti stili quanti sono i chitarristi al mondo.
In queste due immagini si può notare la differenza di impostazione tra il grande maestro Segovia (a sinistra, chitarra classica) e John Fahey (a destra, chitarra folk).
Fahey tiene la chitarra sulla coscia destra, la posizione del corpo è più rilassata, l’avambraccio destro poggia sulla cassa armonica, il polso non è piegato e le dita sono quasi parallele alle corde, il mignolo è puntellato vicino al ponte (ok, dalla foto non si capisce: devi fidarti).
Ma il modo di suonare di Fahey non è una regola.
Peraltro, questa non era un’impostazione fissa per lui, che spesso suonava con la chitarra poggiata sulla gamba sinistra.
Inoltre, possono esistere infinite ibridazioni. I chitarristi di impostazione classica a volte utilizzano tecniche moderne e viceversa.
Nel moderno fingerstyle di solito si preferisce la chitarra folk (anche detta chitarra acustica) a quella classica; le principali differenze dell’acustica rispetto alla classica sono:
– cassa armonica più grande;
– manico più lungo;
– 6 corde di metallo (nella classica 3 corde sono di nylon, anticamente erano di budello).
Ma ciò che contraddistingue più di tutto la chitarra folk è l’approccio libero, decisamente anarchico allo strumento. Non ci sono regole, né tecniche migliori di altre: esistono solo i chitarristi: ognuno col suo stile, la sua sensibilità, il suo gusto e le sue manie.
In questo video vediamo un esempio dell’estrema libertà tecnica che si può trovare tra i chitarristi folk. Elizabeth Cotten (qui ormai anzianissima) era mancina e autodidatta. Anziché girare la chitarra e invertire la posizione delle corde come fanno di solito i mancini, aveva imparato a suonare rigirando la chitarra in posizione mancina ma lasciando le corde invariate: in questo modo aveva i bassi sotto e gli alti sopra. Suonava la melodia col pollice e i bassi con l’indice.
Da dove viene il fingerstyle?
Il fingerstyle moderno deriva direttamente dal folk americano, sia per quanto riguarda la tecnica che gli strumenti.
In questo senso, è il frutto dell’unione di due filoni principali:
– il folk nero (blues e jazz);
– il folk bianco (country e bluegrass).
Per quanto riguarda il folk bianco, grande influenza sullo sviluppo del fingerpicking è venuta dal banjo. Già nei primi decenni del 1900 alcuni suonatori di banjo (che si suona pizzicando con le dita) decisero di passare alla chitarra. La chitarra aveva il difetto di suonare un po’ troppo piano, ma il grande vantaggio di avere 6 corde, che significa: accordi più ricchi e possibilità di elaborare linee di basso indipendenti dalla melodia.
Ancora oggi molti chitarristi fingertyle pizzicano le corde solo con pollice, indice e medio, appoggiandosi col mignolo e l’anulare (o solo col mignolo) sulla cassa armonica, proprio come fanno i banjoisti. Questo approccio è molto diffuso tra gli americani e in generale tra i chitarristi di derivazione blues.
Molti altri invece preferiscono mantenere la mano destra in posizione libera e pizzicare le corde anche con l’anulare, con uno stile più simile a quello dei chitarristi classici o di flamenco.
Entrambi gli approcci hanno pro e contro e la scelta dipende solo dalla personalità e dai gusti del chitarrista.
Il fingerstyle ebbe la sua esplosione in concomitanza con il folk revival iniziato alla fine degli anni ’50. Fu in quel periodo che i giovani iniziarono a rispolverare i classici della tradizione popolare, in special modo di quella afroamericana.
John Fahey, capostipite dell’american primitivism, si era laureato con una tesi sul grande bluesman Charlie Patton.
Stefan Grossman, personaggio chiave per la didattica del fingerstyle a livello mondiale, è stato allievo diretto del bluesman Reverendo Gary Davis.
Quando il blues iniziò a diffondersi anche in Europa, in special modo nel Regno Unito, la mania del fingerpicking prese anche i ragazzi del vecchio continente. Ne nacque un filone che, partendo dalla tradizione americana, arrivò a reinterpretare la musica folk europea (e non solo) attraverso la chitarra acustica fingerstyle. Una corrente viva ancora oggi, che ebbe tra i suoi pionieri Davy Graham, John Renbourn, Bert Jansch.
Questa riscoperta della chitarra acustica ha dimostrato di essere tutt’altro che una moda effimera. Col passare dei decenni ha continuato a crescere e oggi conta appassionati in tutto il mondo, compresa l’Asia.
In Italia possiamo contare molti chitarristi di altissimo livello, come… No, non voglio fare nomi perché o li dico tutti o nessuno e, siccome sono tantissimi e dirli tutti è impossibile, preferisco non fare torto a nessuno.
In quali generi musicali si trova il fingerstyle?
Il fingerstyle è fortemente legato alla musica folk, ma è ormai diffuso trasversalmente in tutto il panorama musicale.
Per esempio, molti chitarristi folk si sono cimentati in arrangiamenti di brani di musica classica.
Il fingerpicking si è diffuso ampiamente nel rock, anche in quello più mainstream. Obbligatorio citare Mark Knopfler, chitarrista e cantante dei Dire Straits, che ha applicato alla chitarra rock un fingerpicking decisamente tradizionale.
In questa celebre copertina si può notare l’impostazione della mano destra di Knopfler, chiaramente ispirata alla tradizione americana derivata dal banjo.
Nel 1990, Knopfler ha realizzato un album in duo con il suo mito di gioventù Chet Atkins, chitarrista fingerstyle e iniziatore del Nashvile sound. Il disco si intitola Neck and neck ed è un punto di riferimento per molti appassionati di fingerpicking.
Ma la storia del rock è zeppa di famosi chitarristi degli anni ’60 e ’70 che hanno tratto ispirazione dal mondo del folk fingerstyle.
Pur essendo poco noti tra le masse, personaggi come John Fahey e Davy Graham hanno avuto un’influenza molto importante su schiere di rockettari da copertina.
Ci sono stati anche casi di plagi, perpetrati dall’industria discografica nei confronti di questi pionieri del suono acustico. Furti spudorati effettuati con la tracotanza del forte sul debole. A farne le spese sono stati, fra gli altri, Bert Jansch e Martin Carthy.
Al di fuori del mondo del pop, il fingerpicking trova spazio nel jazz e ci sono chitarristi specializzati nell’improvvisazione fingerstyle.
C’è poi tutto un filone al confine tra new age e world music (vedi Will Ackerman, Michael Hedges, Robbie Basho), a dimostrazione di quanto la chitarra acustica suonata in fingerpicking sia uno strumento versatile.
Fingerpicking: attrezzi, stili, tecniche
Fingerpick: unghie d’acciaio
Molti utilizzano delle specie di plettri che si infilano sulle dita, con una punta sporgente che funge da unghia artificiale: i cosiddetti fingerpick (cioè, plettri da dita).
I fingerpick vengono dal banjo. Sono di plastica o di metallo. Conferiscono al suono un attacco più duro e potente ed eliminano il problema di dover curare le unghie, ma hanno anche un suono più “freddo”.
Esempi di chitarristi famosi che usano i fingerpick sono il tedesco Peter Finger o l’americano Leo Kottke.
La maggior parte dei chitarristi però preferisce suonare a mani nude e quasi tutti portano unghie lunghe sulla mano che pizzica le corde, per avere un attacco veloce e definito e mantenere al tempo stesso un suono “naturale”.
Molti adoperano un solo fingerpick per il pollice, il cosiddetto thumbpick (plettro da pollice).
Il thumbpick è tipico della chitarra folk americana. Ha il vantaggio di poter essere usato come un plettro vero e proprio e quindi di poter essere sfruttato per tecniche come la pennata alternata o lo strumming.
In questo video Il grande chitarrista franco algerino Pierre Bensusan, esegue uno dei suoi brani più famosi usando il thumbpick con la tecnica del dumped bass, che consiste nel tenere il palmo della mano poggiato sui bassi, per dare loro un suono più “ovattato”, “chiuso”. La cosa interessante è che un francese nato in Algeria usa uno strumento tipico del folk americano per reinterpretare due classici irlandesi (Merrely kiss the quacker / Cunla). La musica è davvero in grado di creare connessioni culturali pazzesche.
In realtà è possibile usare gli stoppati su tutte le corde, non solo sui bassi. Un chitarrista che ne ha fatto un uso molto interessante è, per esempio, Peter Lang.
Bottleneck: scivolare lungo le corde
Tipico del blues è il bottleneck (letteralmente collo di bottiglia). Viene utilizzato anche nella tecnica col plettro, ma è decisamente tipico del fingerstyle blues. Nato probabilmente da un vero collo di bottiglia rotto e infilato su un dito della mano sinistra, lo si può far scorrere lungo le corde per ottenere un glissando continuo, che in inglese si dice sliding (scivolare). Il bottleneck è infatti chiamato anche slide.
Il bottleneck può essere di vetro o di metallo.
In questo video il grande Leo Kottke al bottleneck su una 12 corde.
Basso alternato: le fondamenta del fingerstyle
Quella del basso alternato è una delle tecniche più popolari nel figerstyle. Nasce dalla trasposizione su chitarra dei ritmi ragtime, un tipo di danza che praticavano i neri tra la fine dell’800 e i primi del ‘900.
Risulta particolarmente efficace nell’enfatizzare il ritmo e infatti può essere felicemente applicato anche agli adattamenti per chitarra delle danze popolari europee (per esempio nella chitarra celitica).
Il basso alternato consiste nel suonare i bassi sui tempi forti (se siamo in 4/4, sulla prima e la terza pulsazione), alternando due note diverse, solitamente la fondamentale e la quinta, oppure la fondamentale e l’ottava. Si capisce meglio ascoltandolo.
In questo video un giovanissimo Stefan Grossman esegue un divertentissimo blues in stile ragtime, un’ottima dimostrazione di basso alternato.
Harp style: la sovrapposizione delle note
La tecnica harp style, come suggerisce il nome, si utilizza per far suonare la chitarra con la tipica sovrapposizione armonica che si sente quando si ascolta suonare un’arpa. Quando ascoltiamo un’arpa sentiamo le note accostarsi l’una sull’altra, creando un meraviglioso effetto “accordale”. Lo stesso che si ottiene premendo il pedale del pianoforte.
Per ottenere questo effetto sulla chitarra, è necessario suonare le note su corde diverse, senza stopparle, lasciando che i diversi suoni si sovrappongano l’uno all’altro. Più dificile da ottenere quando si suonano intervalli brevi (di seconda) perché è necessario premere le corde su tasti molto lontani tra loro. Oppure se si vogliono sovrapporre 2 o più intervalli larghi (dalla quinta in su).
Occorre fare molto stretching per la mano sinistra!
Walking bass: il jazz nel fingerpicking
Dal jazz viene la tecnica del walking bass, che letteralmente significa basso che cammina. Consiste nel suonare una linea di basso melodica, “cantabile”, che funge da ponte tra gli accordi del brano musicale, come per “accompagnare” l’orecchio dell’ascoltatore da un accordo all’altro. Il modulo ritmico di base consiste nel suonare una nota di basso per ogni pulsazione; su questo modulo base si possono ovviamente inserire variazioni di ogni tipo. A parole sembra complicato, ma non lo è.
In questo video il grande Tommy Emmanuel ne dà una perfetta dimostrazione nella sua versione del classico Blue moon.
Tommy Emmanuel è famoso per riuscire a padroneggiare in modo eccellente molti stili diversi, dal bluegrass al jazz manuche passando per le tecniche percussive.
Ma i chitarristi di solito tendono ad essere più “specializzati” e a legare il proprio nome a una tecnica o uno stile particolare.
Per esempio, lo scozzese Tony McManus (uno dei miei chitarristi preferiti), è divenuto famoso per aver portato ai massimi livelli il filone della chitarra celtica.
Clawhammer: come tigri sulle corde
In questo video vediamo Steve Baughmann esibirsi nella tecnica per cui è famoso, quella del clawhammer, che possiamo tradurre con martellare con l’artiglio.
Anche il clawhammer deriva dal banjo. Consiste nel far suonare le corde “martellandole” verso il basso col dorso superiore delle unghie (o dei fingerpick), aggiungendo così all’esecuzione un suono percussivo.
La precisione di Baughmann nel clawhammer è davvero notevole. A un occhio poco esperto può sembrare che stia solo strimpellando (strumming); in verità seleziona ad ogni colpo le corde da “martellare”.
La chitarra come un pianoforte: il Tapping
Il Tapping consiste nel pigiare le corde direttamente sulla tastiera, anziché pizzicarle. Non è un’invenzione recente e non viene dall’heavy metal, come pensano molti. Si hanno testimonianze sull’uso del tappping che risalgono agli anni ’30.
Esiste poi un celebre video del 1965 in cui il medico radiologo italiano Vittorio Camardese, chitarrista per passione, si esibisce in un originale stile di tapping su una chitarra classica (esiste una voce Wikipedia su Vittorio Camardese). La trasmissione, andata in onda sulla RAI, si chiamava Chitarra, amore mio.
Tecniche percussive: tamburellare
Tamburellare sulla cassa armonica o sulle corde della chitarra acustica può sembrare un gesto elementare, ma può essere elaborato fino a diventare una vera arte. Queste tecniche percussive sono diventate molto popolari negli ultimi anni, soprattutto perché conferiscono alle esibizioni un aspetto spettacolare che riesce ad attrarre facilmente anche il pubblico meno avvezzo alla chitarra acustica solista.
Queste tecniche, unite al tapping, vengono a volte fatte rientrare nella definizione di fingerstyle moderno, per differenziarle dalla tecnica più tradizionale del pizzicare le corde.
Abbiamo già visto come il tapping sia tutt’altro che un’invenzione recente. Anche l’idea di creare effetti rumoristici colpendo la cassa della chitarra è tutt’altro che recente: una delle tecniche tipiche della chitarra flamenca è il golpe, che consiste nel colpire la cassa armonica con la punta delle dita e delle unghie (per questo motivo di solito la cassa della chitarra flamenca viene protetta con uno strato di plastica nel punto in cui si colpisce per il golpe).
Ma è vero che nel fingerstyle moderno la percussione è arrivata a un livello diverso.
In questo celebre video l’americana Kaky King mostra un tipico esempio di questo approccio “moderno”. Avrei potuto inserire video ben più virtuosistici. Ma questo è secondo me interessante perché è divenuto molto celebre. Qui Kaki King si esibisce in un programma televisivo di grande successo (David Letterman show), destinato a un pubblico generalista. È una cosa davvero atipica per la chitarra fingerstyle solista, eppure l’applauso del pubblico è scrosciante. Uno stile più “classico” avrebbe destato lo stesso interesse?
Fingerpicking tradizionale o moderno?
Alcuni chitarristi acustici di vecchia scuola guardano con un certo fastidio alle tecniche cosiddette “moderne” (percussive e tapping).
Chi ottiene successo seguendo vie diverse da quelle consuete trova sempre qualcuno pronto a sminuirlo.
Personalmente ho un approccio decisamente tradizionale al fingerstyle, per il semplice fatto che non sento mie certe tecniche e certe sonorità. Ma sono convinto che per fare arte di buon livello si debba mantenere la mente aperta, pur seguendo la propria strada con convinzione. È fondamentale mantenere la capacità di riconoscere la bellezza ovunque si manifesti.
Inoltre sono convinto che la varietà, le differenze stilistiche, la moltiplicazione di scuole e sottoscuole sia sempre un arricchimento. Perché quando qualcuno si specializza in un campo nuovo e ne esplora tutte le possibilità spiana la strada a tutti gli altri, permette loro di arricchire il vocabolario con nuove risorse.
La varietà è la linfa vitale di ogni arte.
Comunque, magari tra dieci anni sarò un fanatico del tapping, ma per ora amo troppo la sensazione della corda tra l’unghia e il polpastrello.
Se hai voglia di iniziare a praticare il fingerstyle, puoi partire dal mio Manuale di Fingerpicking, totalmente gratuito e accessibile tutti.
___________________
Marco says
Splendido articolo Luca, complimenti, hai dato una panoramica sul fingerstyle che mi ha fatto apprendere aspetti e tecniche che non conoscevo. Approfondirò il tuo sito che ho scovato stasera per caso visto che anch’io, che mi sto riavvicinando alla chitarra acustica dopo tant anni, sento l’esigenza di toccare le corde con le dita senza il filtro del plettro. Ti ringrazio, Marco
Luca Ricatti says
Grazie mille Marco!
Sono in cantiere alcuni contenuti più “tecnici” sul fingerstyle.
A presto!
anna says
sei proprio un grandeeeee
Luca Ricatti says
Wow, grazieeeee
Raffaele says
Bravo Luca, è un piacere ascoltare le tue lezioni; le tue spiegazioni arrivano direttamente alla mente e catturi l’attenzione con un linguaggio chiaro e diretto.
Grazie per tutto quello che fai, attendo con impazienza i tuoi spartiti. Raffaele
Luca Ricatti says
Grazie a te Raffaele!
luciano says
devo iniziare, sei stato bravo ed esaustivo,
grazie
Luca Ricatti says
Grazie Luciano!
Lorenzo51 says
Solo da qualche giorno ho scoperto il tuo blog e lo sto gustando un poco alla volta, giorno per giorno, perché è una miniera tutta da scoprire. Da sempre amo la chitarra e mi interessava propria approfondire la sua conoscenza, la sua tecnica e le sue possibilità senza rimanere alla superficie limitandomi a strimpellare qualche canzone
Apprezzo soprattutto la tua generosità nel mettere a disposizione di tutti le tue conoscenze , le tue competenze, tutto quello che sai o approfondisci.
Tutto questo è molto bello, è un inno alla bellezza e un invito a considerare quello che abbiamo e siamo prima di tutto un dono di cui non essere gelosi ma da condividere con chiunque. Tutto ciò è motivo di speranza . Grazie davvero, grazie mille.
Luca Ricatti says
Ciao Lorenzo e grazie mille per questo tuo preziosissimo commento!
La soddisfazione più grande per me è sapere di essere utile alle persone e contribuire alla diffusione di idee e competenze!
SANDRO says
Codivido pienamente e mi associo con entusiasmo a tutte le tue considerazioni.
Luca Ricatti says
Grazie Sandro!