Cosa sono i Gradi della Scala musicale? In questo articolo scopriamo cosa sono e perché è estremamente utile saperli distinguere e conoscerne i nomi.
Negli articoli sulle Scale musicali (sulla Scala pentatonica, sulle Scale maggiore e minori e anche sui Modi della Scala maggiore) abbiamo spesso usato il termine grado, senza però mai spiegare cos’è.
A volte, per semplificare il lavoro a chi studia, bisogna posticipare la spiegazione di alcuni concetti, anche se sono basilari.
Ora che hai visto diverse scale e sai come suonarle… A proposito, hai letto l’articolo introduttivo intitolato Scala musicale: cos’è e a cosa serve?
Dicevo, ora che hai imparato le scale, vediamo di entrare nel dettaglio.
Analizzando i gradi della scala musicale, infatti, è possibile capire la struttura profonda che regge tutte le scale musicali. E dico tutte.
Dunque forse vale la pena perderci qualche minuto.
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Ma veniamo a noi.
Cosa sono i Gradi
I Gradi della scala musicale non sono altro che aggettivi numerali assegnati alle note in base al loro ordine crescente all’interno della scala stessa.
Lo so, non hai capito una parola.
Invece scommetto che ora capisci.
Nella scala di Do maggiore:
– il Do è il 1° grado
– il Re è il 2°
– il Mi è il 3°
– eccetera.
Nella scala di Mi maggiore, invece
– il Mi è il 1° grado
– il Fa diesis è il 2°
– il Sol diesis è il 3°
– eccetera.
A cosa serve tutto ciò?
Squadre di calcio
Il Grado ci spiega che ruolo ha una determinata nota all’interno di una scala e, più in generale, di una certa tonalità.
Esempio.
In una squadra di calcio, il portiere svolge un determinato ruolo, il terzino un altro e l’ala un altro ancora.
Non capisco un’acca di calcio, parlo per sentito dire.
Il punto è che queste definizioni ti informano in modo immediato su quale sia il ruolo di quel determinato giocatore nella sua squadra.
Ecco, per i gradi musicali è lo stesso.
In ogni scala, il 5° grado ha sempre le stesse caratteristiche. Non importa se sei in tonalità di Do o di Si bemolle.
Questo semplifica enormemente lo studio delle scale, perché ti fornisce regole generali applicabili a qualsiasi tonalità.
Che sia un Sol (in tonalità di Do) o un Fa (in tonalità di Si bemolle), il 5° grado ha sempre la stessa funzione.
Capire questo è molto importante.
Perché in realtà non riguarda solo le scale. In realtà questa faccenda dei gradi e dei ruoli è lo scheletro della Musica.
In base ai ruoli ricoperti dai gradi della Scala puoi comprendere meglio la struttura degli accordi per Chitarra, puoi capire come creare gli Accordi e persino come costruire gli Accordi sulla Chitarra.
Tutte cose descritte nelle prossime lezioni di Chitarra.
Spieghiamo i gradi della scala musicale
Ogni Grado ha dei compiti precisi all’interno della Scala.
E ha anche un soprannome.
Primo grado
Il 1° Grado è detto Tonica.
Come dice la parola stessa, dà il tono a tutta la scala. È il centro di gravità, la nota da cui dipendono tutte le altre e verso cui la melodia tende sempre a tornare.
Si dice che ha carattere di Riposo.
Secondo grado
Il 2° Grado è detto Sopratonica, per l’ovvia ragione che sta sopra alla Tonica.
È considerato un grado di passaggio.
Terzo grado
Il 3° Grado non è roba di spie o romanzi polizieschi.
Il Terzo grado è detto Modale o Mediante.
È il grado che stabilisce se la scala in cui stiamo suonando è maggiore o minore: se dista 2 toni dalla Tonica, è maggiore e dunque tutta la scala appartiene al Modo Maggiore; se dista dalla Tonica solo 1 tono e mezzo, è minore e dunque tutta la scala si definisce Minore. Da qui il soprannome Modale.
Si trova a metà strada tra la Tonica e la Dominante; da qui il soprannome Mediante.
Se stai suonando una Scala Minore, dal 3° grado parte la Relativa Maggiore (vedi l’articolo sulle Scale).
Quarto grado
Il 4° Grado è detto Sottodominante. Non c’è niente da ridere, non è una roba sadomaso.
Perché si chiama così devi chiederlo al 5° grado.
Si dice che la Sottodominante ha carattere di Moto e tende a risolvere sul 3° grado.
Quinto grado
Il 5° Grado è detto Dominante.
È l’antitesi della Tonica, il suo opposto complementare. All’interno della melodia, svolge un ruolo paragonabile a quello dell’antagonista in un romanzo.
Se non ci fosse Sauron, non ci sarebbe niente da raccontare, la vita di Frodo sarebbe piatta, una rottura di palle.
La Dominante è ciò che crea la massima tensione, che spinge al movimento tutta la melodia.
Ha carattere di Moto.
Sesto grado
Il 6° Grado è detto Sopradominante.
Come la Sopratonica, è considerato un grado di passaggio. Anche perché si trova a metà strada tra la Sottodominante e la Tonica (all’ottava superiore).
Se stai suonando una scala Maggiore, dal 6° grado parte la scala Relativa Minore (vedi l’articolo sulle scale).
Settimo grado
Il 7° Grado è detto Sensibile, quando dista 1 semitono dalla Tonica.
Tende letteralmente a cadere sulla Tonica (si dice risolvere).
All’interno della melodia, serve a dare il senso di massima instabilità, per dare una sensazione di attesa, di urgenza.
Ha carattere di Moto.
In alcune scale, il 7° grado dista dalla Tonica 2 semitoni, anziché 1. Per esempio nella Scala Minore Naturale. In questo caso, non si parla più di Sensibile, ma di Sottotonica.
A ben vedere, in effetti, nella teoria classica la Sottotonica al posto della Sensibile è una sorta di eccezione; invece nella musica blues, rock e jazz è molto frequente l’utilizzo di Scale Modali in cui è presente la Sottotonica, come la Scala Misolidia o la Scala Dorica.
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marty says
Articolo ben esposto e chiaro sotto tutti gli aspetti teorici.Complimenti per l’immediatezza dei contenuti.
Luca Ricatti says
Grazie mille!
annie ottanta says
Quoto quanto detto da marty, scritto benissimo ed in modo mai noioso, con efficaci rimandi tra le diverse pagine ma a me servirebbe di applicare tutto ciò al pianoforte.?…comunque grazie per avermi chiarito molti dubbi teorici?
Luca Ricatti says
Grazie a te Annie!
La teoria è quella, poi certo la parte pratica dipende dallo strumento. ?
Mattia says
GRAZIE!
Stefano Stefanelli says
Bravo!
Luca Ricatti says
Grazie Stefano!
Giuseppe says
Suono la chitarra da un po’ e me la cavo con le pentatoniche un po’ di caged . Ad un certo punto ti accorgi che senza teoria non vai da nessuna parte ed oggi ti ho scovato sul web. A volte devi essere fortunato anche a beccare i siti giusti , gli articoli sono esposti in maniera impeccabile non ci si annoia neanche un po’ e soprattutto ti dicono quello che a te serve! Non posso che farti i complimenti ……… Peccato averti scoperto così tardi. Grande ! Continua così!
Luca Ricatti says
Grazie per le tue splendide parole, Giuseppe!
Fammi sapere cone procede il tuo studio
Federica says
Spiegazione chiara
Luca Ricatti says
Grazie Federica!
PietroIelpo says
Non posso non complimentarmi per la tua capacità di insegnamento.
Linguaggio chiaro, semplice e puntuale. Il tutto condito con ironia ed esempi efficaci. Si percepisce la passione che motiva il tuo lavoro.
Insomma, un modello per molti insegnanti (e non solo di musica).
Continua così!
P.S. giuro che non ricevo compensi per questo commento! 😀
Luca Ricatti says
Grazie davvero Pietrolelpo, sei troppo gentile!
Nino says
Bisogna utilizzare un metodo per far capire come si formano gli accordi , senza avere profondi nozioni di teoria musicale . Uscire fuori dai vecchi canoni di studi lunghi e noiosi .
Luca Ricatti says
Ciao Nino,
in realtà non mi è chiaro cosa vuoi dire.
Anonimo says
Giusto, mi hai anticipato, anch’io volevo fare la stessa domanda al professore.