Questo è il Green River Blues, meraviglioso pezzo di Charley Patton, solo voce e chitarra, molto simile a come lo suonava il vecchio bluesman. Ok, la voce non è quella di Charley, si fa quel che si può.
Video Lezione, Spartito, Tab, testo e accordi☟
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Il suono della Natura
Sono andato a registrarlo in mezzo alla Natura, come faccio di solito. Le mie esplorazioni mi hanno portato in una Riserva Naturale. Non vi dico dove, le aree protette vanno protette anche dagli strani fenomeni che potrebbero generarsi online e che non sono in grado di prevedere.
Il fatto è che ci sono andato una mattina di un giorno feriale di Primavera e c’ero solo io.
Insomma, mi sono trovato nel bel mezzo di un paradiso terrestre, immerso in un verde così brillante da lasciare senza fiato, circondato da cinguettii di uccelli così forti da coprire quasi il suono della Chitarra.
Risultato: quando mi sono messo a cantare avevo letteralmente la sensazione di disturbare il Bosco.
Non canto mai il Green River Blues urlando a squarciagola, ma in questo video l’ho cantato e soprattutto suonato più piano del solito.
Quando sono a casa tendo a slappare alcuni passaggi, cosa che qui invece non ho fatto. Non potevo, dovevo essere discreto, ero ospite in casa di questi alberi, cespugli, uccelli. Non era la prima volta che mi trovavo solo nella Natura, ma quel posto mi ha dato una sensazione che non avevo mai provato prima.
Il sogno del Green River Blues
Il testo del Green River Blues è molto suggestivo e a tratti onirico.
Adoro in particolare quando nella seconda strofa dice:
«Mi sa che ho sentito il fischio di Marion
Ho sognato che ho sentito il fischio di Marion
E fischiava come se la mia piccola saliva a bordo»
Credo che «Marion» fosse il nome di un traghetto che viaggiava sul fiume, ma ovviamente non posso esserne certo.
Poi nella quinta strofa dice:
«Era tardi, una notte, tutto era immobile
Era tardi, una notte, tutto era immobile
Ho potuto vedere la mia piccola su una collina solitaria»
È un sogno?
O Charley ha davvero incontrato la sua ragazza su una collina solitaria e ricorda quel momento con nostalgia, ora che lei se n’è partita lungo il fiume?
In ogni caso, Charley non può restare, se ne deve andare perché «può essere molto solitario, qui», la malinconia è dolorosa.
In realtà, questi testi erano composti mescolando fra loro strofe di provenienza diversa, quasi sempre sentite da altri, più raramente composte dallo stesso cantante, ma tutte facente parti di un «arsenale» di versi da infilare uno dietro l’altro (le cosiddette floating lines).
Selezionare da quell’arsenale una serie di parole in modo che avessero un senso era parte dell’essere un bravo bluesman.
Dove quella del Sud incontra il cane
C’è una strofa particolarmente misteriosa.
Che diavolo vuol dire:
«I’m going where The Southern cross The Dog
I’m going where The Southern cross The Dog
Yes, I’m going where The Southern cross The Dog»
letteralmente:
«Sto andando dove Quella del Sud incontra Il Cane».
Il significato era chiarissimo per Patton e per il su pubblico, ma a noi oggi suona misterioso e forse anche un po’ inquietante.
Invece era una roba molto prosaica.
Si trattava di due ferrovie che si incontravano in una località chiamata Moorehead, più o meno al centro dell’area del Mississipi Delta: una era chiamata The Southern, l’altra era la Yazoo & Mississipi Valley Railroad, soprannominata dai locali il Cane Giallo.
Questa frase è documentata come una delle più antiche mai ascoltate da un testimone in una canzone blues (ben prima delle prime incisioni di Patton).
Se l’era inventata tanto tempo prima qualcuno in viaggio verso Moorehead e da decenni veniva riciclata dai cantanti blues del Delta.
«Da quanto se n’è andato il treno della sera?
Da quanto se n’è andato il treno della sera, piccola?
Lo sai che sono inquieto, ma non resterò inquieto a lungo»
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