In questo articolo vediamo cos’è il saltarello, un ballo e una musica da ballo tipici del folk italiano.
Si tratta di una tradizione che affonda le radici nella cultura pagana dell’antica Roma.
Ascoltiamo qualche esempio, ne vediamo le origini, la struttura musicale e come viene ballato, con particolare riferimento all’area laziale e romana.
Infine vediamo anche dove reperire materiale audio e testi per approfondimenti.
Il Saltarello: Origini e storia
Si suppone che il saltarello derivi da una forma di ballo dell’antica Roma, la saltatio. La saltatio (plurale saltationes) è sopravvissuta fino all’alto medioevo e doveva avere una componente di allusione erotica: documenti storici raccontano che la chiesa cercava di limitarne la diffusione.
A riprova di questo collegamento, il saltarello si è conservato come ballo di coppia che mima il corteggiamento.
La prima fonte diretta è un manoscritto italiano del 1300 conservato al British Museum di Londra. A quell’epoca il saltarello era una delle quattro danze praticate dagli aristocratici nelle corti, insieme alla bassadanza, la quaternaria e la piva.
In questo video puoi ascoltare una ricostruzione della partitura conservata al British Musuem.
Fino al 1600 non compaiono fonti che testimoniano del saltarello popolare. Tuttavia gli studiosi ritengono che la tradizione abbia avuto origine tra le classi povere e solo successivamente si sia diffuso tra i nobili. Nel 1465 lo scrittore Antonio Cornazzano, nel Libro sull’arte del danzare, riferisce che era molto diffuso nel popolo. D’altra parte i ricchi erano soliti ispirarsi alle danze popolari per riproporle in forma più “raffinata”.
Il salterello si è conservato nelle tradizioni folcloriche dell’Italia centrale. In alcune zone, dove la modernizzazione è giunta con passo più pesante, si è del tutto estinto. A Roma aveva dato vita a forme musicali molto interessanti, ma non ve ne è più traccia da generazioni. Si conserva invece nelle aree rurali del centro Italia. Una tradizione ancora vivace è quella del saltarello marchigiano.
In realtà, il saltarello oggi si presenta più come una famiglia di balli, diversi da regione a regione. Viene anche chiamato in modi differenti a seconda dei luoghi: ballarella, ballarello, saltarella.
La musica
Il Saltarello oggi viene suonato con organetti, mandolini, tamburelli, chitarre. Può essere cantato, ma sono più frequenti le forme strumentali.
Un tempo, specie nelle aree rurali, la parte melodica era affidata alla zampogna. Oggi si conservano delle ballarelle nella tradizione della zampogna molisana. Altri strumenti melodici sono la ciaramella e l’organetto; quest’ultimo oggi è lo strumento più usato, ha soppiantato quasi totalmente la zampogna. Alcune band di folk revival usano il mandolino.
Almeno per quanto riguarda l’area laziale, gli strumenti melodici più usati erano la zampogna e il calascione.
La zampogna, col suo suono roco e potente, era la regina del saltarello campagnolo. A Roma invece regnava il calascione, uno strumento della famiglia dei liuti, simile al mandolino ma col manico molto lungo e tre sole corde.
L’accompagnamento oggi è spesso affidato alla chitarra, ma anticamente era riservato a un suo antenato, il chitarrino, una sorta di piccola chitarra, poco più grande di un ukulele.
La sezione ritmica è ancora oggi interamente affidata la tamburello, signore incontrastato dei balli dell’Italia centro-meridionale.
Per quanto riguarda melodia e armonia, nell’area laziale si è notata una differenza tra i saltarelli campagnoli e quelli cittadini (romani): questi ultimi erano più elaborati. La grande città era crocevia di viaggiatori e musicisti di varia provenienza, che potevano confrontarsi e “copiarsi” gli uni con gli altri arricchendo il proprio vocabolario musicale. Spesso confluivano nella musica popolare influenze colte, passaggi rubacchiati ai compositori e ai musicisti che si esibivano per nobili e alti prelati.
Nel Video qui sotto, suono la mia reinterpretazione del Saltarello di Priverno, un brano popolare e tipicamente campagnolo, dal modulo melodico molto semplice, che però ho pesantemente rielaborato (quasi riscritto) in modo decisamente «cittadino», inserendo variazioni melodiche e armoniche.
Ho scoperto il brano nel CD Incontri e Racconti dei Mantice, una band di folk revival dei Monti Lepini.
In effetti ne ho un po’ smontato la forza coreutica, nel senso che ci ho inserito pause, rallentamenti e accelerazioni, trasformandolo, insomma, in un pezzo da ascolto, più che da ballo.
Tutti i saltarelli, comunque, si basano su una serie di cellule melodiche che possono essere alternate in modo più o meno arbitrario dai musicisti.
Nel video qui sotto un saltarello scritto da me. Questo ha decisamente più energia coreutica, per così dire. Il brano è contenuto nel mio album del 2015 «Fumo al Vento».
La struttura armonica dei saltarelli è molto semplice: si basa sulla oscillazione tra 1° grado e 5° grado. Per esempio, Do / Sol , oppure La minore / Mi.
Laddove è presente l’organetto diatonico, si possono trovare passaggi dal modo minore alla relativa maggiore, dovuti probabilmente alle possibilità date dallo strumento.
Dal punto di vista del ritmo, il saltarello di fatto è strutturato su un metro composto: usa gruppi ternari su una scansione metrica binaria. In parole povere non è altro che una serie di terzine veloci; per capirci, tipo: tàrata – tàrata – tàrata – tàrata.
Di solito sul pentagramma è trascritto con il metro in 6/8, ma si può trovare scritto anche in 3/8.
Ci sono poi saltarelli su tempi binari, trascritti su 4/4 o 4/8, a dimostrazione che si tratta di un’ampia famiglia che contiene forme musicali molto diverse.
Il Ballo
Il saltarello si balla in coppia. La tradizione romana vedeva coppie singole, ma nella campagna laziale, così come anche in Abruzzo e in altre regioni, le coppie erano più di una, a volte molte. In certi casi le coppie si dispongono a formare una sorta di ballo circolare.
In Abruzzo e Molise le coppie possono essere dello stesso sesso.
La caratteristica dei passi è il salto, come è facile intuire.
Il passo principale è detto passo bilanciato o scioglitura: un piede viene fatto oscillare in avanti, spingendo il corpo a saltare verso l’alto, mentre l’altro piede batte al suolo atterrando. Un altro passo tipico è quello detto incrociato: si saltella spostando il peso su un piede, mentre quello sollevato si incrocia.
Come si può notare in questo video, comunque, l’esecuzione è piuttosto libera, lascia molto spazio all’estro del momento ed è improntata soprattutto al dinamismo e al divertimento.
A Roma il saltarello era ballato in modo diverso che nella campagna laziale. La differenza principale era nel fatto che le coppie non si toccavano, mentre nei balli campagnoli i ballerini tenevano le mani sulle spalle del compagno.
Il Saltarello: Risorse, libri, materiale audio
Nonostante il saltarello abbia coperto una vasta area di diffusione, oggi è poco conosciuto e suonato. L’unica vera eccezione è probabilmente l’area marchigiana, che ha conservato una tradizione legata all’uso dell’organetto.
Su saltarello tradizionale marchigiano trovate un interessante Compact Disc qui.
Sul saltarello romano esiste un libricino scritto da Anton Giulio Perugini dal titolo Il Saltarello a Roma e nel Lazio, pubblicato nel 1986 da Edizioni Nuovo Almanacco (contiene una breve introduzione dell’etnomusicologo Diego Carpitella). Non si trova su internet, ma potete trovarlo in qualche libreria specializzata che ha qualche fondo di magazzino. Io l’ho trovato in un negozio di Roma che si chiama La Stanza della musica.
Si parla del saltarello romano e laziale anche nella bella opera pubblicata dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lazio a cura di Roberta Tucci, I “suoni” della Campagna romana.
Per gli appassionati di fingerpicking, è disponibile il Pdf dello spartito con la tablatura del Ballo del serpe.
Il Ballo del serpe è contenuto all’interno del mio album Fumo al vento.
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Gabriele Scardelletti says
Complimenti per la cronologia temporale e per la chiarezza espositiva
Luca Ricatti says
Grazie Gabriele!
Casimiro Di Giulio says
Grazie: bravo un vero capolavoro di ricerca e di documentazione per far
rivivere il saltarello nel nostro paese
Luca Ricatti says
Grazie Casimiro! Mi fa piacere sapere che ci sono altri interessati!
ROSANNA DE SANCTIS says
Io mi chiamo Rosanna De Sanctis, sono insegnante di lingue e pubblico libri di musica insieme a mio marito, Maestro Roberto De Sanctis. La sua ricerca sul saltarello mi ha entusiasmata in quanto sto facendo ricerca sulla storia di vari balli. La tua presentazione e` interessantissima e molto chiara. Mio marito e` compositore e ha composto tanti pezzi di saltarello per l’organetto diatonico. Alcuni titoli sono: Saltarello Brioso, Salterello, Cioppicarello, Saltarello Abruzzese, Saltarello della Quercia e Saltarello Nuziale. Sono tutti brani di Roberto De Sanctis registrati con la S.I.A.E. (Roma). Quest’anno doveva uscire il libro : L’ORGANETTO VIRTUOSO: achieving excellence on the Diatonic Accordion with Maestro Roberto De Sanctis, ma dovuto alla pandemia Covid 19 non abbiamo potuto concludere il progetto. Questo libro contiene lo spartito di SALTARELLO BRIOSO, CIOPPICARELLO…. Il suo libro THE DIATONIC ACCORDION by Roberto DE Sanctis del 2004 contiene lo spartito di SALTARELLO BRIOSO (EDIZIONI MUSICALI D.S.R. Melbourne, Australia ISBN 9780-646-432028. A Pescara, il negozio di musica di Bruno Carota vende questo libro. Di nuovo, congratulazioni per il suo ottimo lavoro in rete.
Cordiali saluti,
Rosanna e Roberto De Sanctis (5/11/2020)
Miriam Canelles says
Complimenti e grazie. Mi stavo documentando per esporre questa tradizione ai bambini ed ho trovato molto utile questa lettura.
Miriam
Luca Ricatti says
Grazie a te Miriam,
mi fa molto piacere!