Scopriamo cosa sono gli intervalli musicali, perché sono iportanti, come si calcolano, la differenza tra intervalli maggiori, minori, diminuiti e aumentati.
Il tutto, come al solito, con l’aiuto di una Infografica.
Cominciamo col dire che gli Intervalli musicali sono la misura della distanza tra due note.
Ora, una cosa che devi capire è che tutta la musica si basa sulla distanza tra le note.
Dice che vuol dire.
Vuol dire che con una nota sola non puoi fare musica.
Ho iniziato questo ciclo di Lezioni di Chitarra spiegando ai principianti assoluti come suonare i più semplici accordi per Chitarra.
E ho anche creato un intero corso di Chitarra per principianti tutto basato sugli accordi. Ho fatto queste cose perché accompagnarsi con gli accordi è il modo più semplice per imparare a suonare la Chitarra. Ma anche per un altro motivo.
Perché gli accordi sono la base della musica occidentale moderna.
Le note, prese isolatamente, non significano niente. Solo quando metti insieme più note puoi creare una melodia o un’armonia.
Perciò, capire la differenza, lo spazio, cioè la distanza tra le note è fondamentale per metterle insieme nel modo più efficace.
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Ma veniamo a noi.
La Distanza tra le note
Questa distanza si calcola in base ai gradi della scala.
Dice che vuol dire.
Vuol dire che se vuoi calcolare la distanza tra Do e Re devi contare quanti gradi ci sono da Do a Re, compresi Do e RE.
Quindi due, bravo.
In questo caso diciamo che la distanza tra Do e Re è un intervallo di seconda.
E tra Do e Sol quanti gradi conti?
Do – Re – Mi – Fa – Sol.
Esatto, sono cinque.
Quindi si tratta di un intervallo di quinta.
Il settimo tasto della Chitarra (contrassegnato infatti da un pallino) si trova alla distanza di una Quinta rispetto alle note suonate a vuoto. Di queste cose abbiamo parlato nell’articolo Tastiera della Chitarra: come è fatta e come si legge.
Ti consiglio di rileggerlo.
Gli intervalli musicali si chiamano così: con un aggettivo numerale al femminile.
Seconda, Terza, Quarta, Quinta, eccetera.
L’unica eccezione è quando due note sono proprio uguali: in quel caso si dice unisono.
In effetti l’unisono non è un vero intervallo e infatti alcuni testi di Armonia lo definiscono pseduo-intervallo.
La prima cosa da dire sugli intervalli musicali è che possono essere messi in sequenza o sovrapposti. Un elettricista direbbe in serie o in parallelo.
Se li metti in sequenza, vuole dire che stai suonando una melodia, perciò si parla di intervalli melodici.
Se li sovrapponi, vuol dire che stai suonando degli accordi, quindi si parla di intervalli armonici.
Intervalli musicali semplici e composti
La seconda cosa da dire sugli intervalli musicali è che possono essere semplici o composti.
Si chiamano semplici gli intervalli compresi all’interno dell’ottava.
A proposito, ora hai capito perché si chiama ottava? Esatto, perché è la misura della distanza tra due note che abbracciano 8 gradi della scala. Per esempio:
Do – (re – mi – fa – sol – la – si) – Do
Dicevamo poi che se l’intervallo è più grande di un’ottava si chiama composto.
Quindi, gli intervalli composti sono formati da un’ottava + un altro intervallo semplice.
Per esempio:
ottava + quarta = undicesima
Lo so che non ti quadra.
Hai pensato: 8 + 4 = 12.
Se non l’hai pensato, vuol dire che non eri attento. Riparti dall’inizio.
Se l’hai pensato, bravo, hai ragione. Ma il fatto è che in realtà devi fare 7 + 4 = 11.
Guarda qua:
DO – (re – mi – fa – sol – la – si) – DO – (re – mi) – FA.
Qui hai due intervalli sommati insieme.
Il primo va da Do a Do ed è un’ottava.
L’altro va dal secondo Do al Fa ed è una quarta.
Se conti i gradi, vedi che sono 11. Questo perché il secondo Do, che è in comune ai due intervalli, va contato una volta sola.
Ecco perché un’ottava + una quarta fa un’undicesima.
Dunque c’è il barbatrucco.
Il Barbatrucco degli intervalli composti
Nel calcolo degli intervalli composti devi sempre considerare l’ottava come un 7.
In pratica, per sapere qual è l’intervallo semplice corrispondente, devi sottrarre 7.
Quindi:
– Nona: 9 – 7 = 2; quindi un’ottava + una seconda
– Decima: 10 – 7 = 3; quindi un’ottava + una terza
– Undicesima: 11 – 7 = 4; quindi un’ottava + una quarta
– Dodicesima: 12 – 7 = 5; quindi un’ottava + una quinta
– Tredicesima: 13 – 7 = 6; quindi un’ottava + una sesta
– Quattordicesima: 14 – 7 = 7; quindi un’ottava + una settima
Ora, nei testi di Armonia classica si spiega che gli intervalli musicali composti devono essere chiamati con lo stesso nome degli intervalli semplici corrispondenti. Quindi la Decima deve essere chiamata Terza, la Dodicesima va chiamata Quinta, etc.
Di solito fa eccezione solo la nona.
In realtà, tra i musicisti moderni, soprattutto tra i jazzisti, alcuni intervalli composti sono quasi sempre chiamati coi loro nomi composti:
– la Nona
– l’Undicesima
– la Tredicesima.
Intervalli maggiori e minori
Purtroppo, non basta dire che un intervallo è di seconda o di settima. Perché le seconde non sono tutte uguali. E neanche le settime. E neanche le terze. E neanche le seste.
Per esempio:
Si – Do è un intervallo di seconda.
Do – Re è un intervallo di seconda.
Ma non sono uguali.
Tra Si e Do c’è 1 semitono: Si – Do
Invece Tra Do e Re ci sono 2 semitoni: Do – Do diesis (un semitono) e Do diesis – Re (un altro semitono).
Perciò si dice che:
Si – Do è una seconda minore.
Do – Re è una seconda maggiore
Un intervallo maggiore è più grande di un intervallo minore di 1 semitono.
E viceversa.
Per esempio:
– Una Seconda minore è lunga 1 semitono
– Ma una Seconda maggiore è lunga 2 semitoni
– Una Terza minore è lunga 3 semitoni
– Ma una Terza maggiore è lunga 4 semitoni
eccetra…
Possono essere maggiori o minori gli intervalli di
– seconda
– terza
– sesta
– settima
Gli altri no, perché sono intervalli giusti
Intervalli giusti
Gli intervalli di
– unisono
– quarta
– quinta
– ottava
non possono essere maggiori o minori. Sono detti intervalli giusti. Secondo la teoria classica, questo dipende dal fatto che hanno una sorta di perfezione naturale. Non è il caso ora di approfondire l’argomento, che è molto interessante ma ci ingarbuglia le cose.
Per ora ci basta sapere questo.
Intervalli aumentati e diminuiti
Tutti gli intervalli musicali possono essere alterati. Se vengono abbassati di un semitono, si dice che sono diminuiti. Se vengono alzati di un semitono, si dice che sono aumentati.
Aumentato si può dire anche eccedente. Nei testi classici italiani di solito si trova scritto eccedente, mentre nei testi moderni e tra i jazzisti è più in voga il termine aumentato (probabilmente per assonanza con l’inglese augmentated).
Quindi possiamo riassumere dicendo che:
abbassando di un semitono un intervallo minore diventa diminuito
alzando di un semitono un intervallo maggiore diventa aumentato (o eccedente)
abbassando di un semitono un intervallo giusto diventa diminuito
alzando di un semitono un intervallo giusto diventa aumentato (o eccedente).
Trovi tutto schematizzato nell’infografica.
Intervalli assurdi
Te lo dico giusto per curiosità.
Se mai nella vita dovessi decidere di metterti a suonare musica molto, molto complicata, ti potrebbe capitare di incontrare intervalli assurdi: più che aumentato (più alto di 1 semitono rispetto all’aumentato) e più che diminuito (più basso di 1 semitono rispetto al dimiuito).
Se poi vogliamo entrare nel dominio della fantascienza, sappi che esistono anche gli intervalli ultra aumentato (un altro semitono in più) e ultra diminuito (un altro semitono in meno).
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Diego says
Ciao Luca,
Sto leggendo le tue lezioni.
Complimenti per la chiarezza e grazie.
Sono praticamente autodidatta, qualche ora di scuola l’ho fatta ma sto scoprendo veramente un mondo leggendoti.
Luca Ricatti says
Anche io sono stato in gran parte autodidatta!
Sono contento, fammi sapere come procede! ?
Alex says
Ciao. una domanda forse stupida: ma perché un intervallo di un semitono si dice di seconda minore se poi il secondo grado della scala minore è distante 1 tono dalla tonica? questo confonde un po’…
grazie.
Luca Ricatti says
Ciao Alex,
“Minore” non significa che “è della scala minore”. La scala minore non c’entra niente.
Un semitono = seconda minore.
Due semitoni = seconda maggiore.
Patrizio says
Complimenti Luca, ho iniziato da poco ad imparare a suonare la chitarra in un corso locale. Le tue spiegazioni di teoria musicale, che mi mancavano, sono quando di più chiaro ho trovato sul web. Ho anche il tuo mini fascicolo sulla pentatonica che ho trovato chiarissimo. Complimenti.
Luca Ricatti says
Grazie Patrizio!
In bocca al lupo per il tuo studio, spero di esserti ancora utile!
salvatore says
sono autodidatta e le spiegazioni che da sono mlto chiare quindi ho deciso tra tanti di seguire le sue che m risultano semplici e circoncise
Luca Ricatti says
Ciao Salvatore,
ti ringrazio davvero, ma ti prego, non darmi del Lei!
Viva gli autodidatti!
Anonimo says
Beh, “circoncise” magari è un po’ troppo…
Luca Ricatti says
?
Anonimo says
concise forse voleva scrivere… circoncise notoriamente significa altro…
Daniele says
Ciao Luca,
come scarico i pdf?
Ma lo sai che spieghi in modo molto figo!!!
Grazie
Luca Ricatti says
Ciao Daniele,
grazie mille!
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rosy says
Gentilissimo Luca ….ho fatto una ricerca sugli intervalli ed ho trovato te……….spieghi chiarissimamente.grazie………. teni conto che io studio pianoforte ed ho ripreso le lezioni dopo tantissimi anni…….in questo periodo mi sono beccata una brutta bronchite e allora cerco di studiare a casa per riprendere poi le lezioni con la mia insegnante che è anche quella di mio figlio………..e vorrei dirti che io adoro tutto cio che tratta erboristeria…….non c è giorno che io non gusti una tisana.momento magico………vorrei scaricare in pdf il tuo libricino ma non ci sono riuscita eppure sono iscritta….mi puoi aiutare?………..scusa se mi sono dilungata ma leggere i tuoi articoli e’ veramente piacevole leggero istruttivo………..bhè ti saluto e dirò a mio figlio di riprendere lo studio della chitarra …..si perchè in casa oltre al pianoforte, tastiera , e una clp che pero si trova nella città universitari dove studia , abbiamo anche la chitarra e il basso…….evviva la musica che unisce il mondo, anche se c è chi pensa soltanto e sempre a fare la guerra
un caro saluto, a presto, fammi sapere
grazie mille…………………………….
Rosy.
Luca Ricatti says
Ciao Rosy,
Grazie mille, felicissimo di esserti utile!
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Se hai problemi scrivimi a: info [chiocciola] lucaricatti [punto] it
Renato says
Sei un maestro davvero eccellente, non solo per la preparazione ma per la qualità, semplicità, ma soprattutto capacità da lettore di interpretare quando fermarti e spiegare meglio un concetto, tant’è che molte volte mi hai anticipato con la tua simpatia
Riguardo me, sono un chitarrista all’inizio autodidatta ma poi ho fatto un bel po’ di anni di lezioni in tutto da 3 maestri… dirai:”va be le cose le sai”… ehm no, è ti spiego il perché: ho sempre rifiutato la teoria (perchè mai spiegata come la stai spiegando tu e per immaturità mia), e mi sono sempre accontentato di improvvisare e tutto tramite i tanti box che conosco… poi un giorno, ribadendomi da molti il concetto di imparare ad improvvisare tenendo conto degli intervalli ho fatto una ricerca e sono capitato intervalli questo STUPENDO spazio… scontato dirti che sono iscritto
Renato says
*scusate gli errori della e con l’accento e nella parte “sono capitato in” no intervalli
Luca Ricatti says
Renato, che parole! Mi hai rallegrato la giornata!
In bocca al lupo per i tuoi studi, spero che continuerai a trovare roba utile per te! Io ce la metto tutta.
Grazie a te!
Federico says
Ciao Luca,
ho trovato per caso oggi il tuo blog, e da qualche ora, tra tisane, sigarette e matite ho letto quasi tutti i tuoi post e come molti inizio il mio intervento con un sincerissimo complimento. Il tuo blog é proprio bello!
Adesso vengo al dunque. Una cosa che non riesco proprio a capire sono le alterazioni degli intervalli, cioè, facendo un esempio banalissimo, perche dovrei chiamare un intervallo di terza minore diminuito, quando potrei chiamarlo benissimo di seconda maggiore? É un dubbio che mi porto da anni e che spesso mi ha ostacolato nella costruzione degli accordi. Sbaglio io (probabilmente) o si tratta soltanto di una prassi semantica per segnare le alterazioni sul pentagramma? Grazie mille!
Luca Ricatti says
Ciao Federico,
grazie mille per i complimenti!
La tua domanda è pertinentissima.
Provo a spiegarla così.
Immagina di suonare questo accordo: Do – Re – Sol
Diamo per scontato che Do è la fondamentale.
Potresti dire che quel Re è una Seconda maggiore; ma siccome una Triade è normalmente composta da Fondamentale – Terza – Quinta, ha più senso pensare quel Re come una Terza diminuita.
Ma dipende anche dal contesto: su quale scala ti stai muovendo? quali altri accordi ci sono in campo?
Se, per esempio, su quell’accordo suoni un assolo che viaggia su una scala di Do Maggiore, allora quel Re è una Seconda punto e basta.
Ma se la Scala di riferimento per quel brano è una cosa tipo: Do – Re bemolle – Mi doppio bemolle – Fa, Sol, etc. etc… Allora non c’è dubbio che il Re che sta nell’accordo non va più visto come un Re, ma come un Mi doppio bemolle e non è una Seconda, ma una Terza diminuita.
Non so se così si capisce, spero di averti dato una mano.
Federico says
Ciao Luca,
grazie per la risposta, e devo dire che spiegato in questo modo si riesce ad afferrare la logica 🙂
Andando avanti nel blog, spero presto di riuscire a superare il mio piu grosso ostacolo nonché desiderio chitarristico: il fingerpicking… purtoppo da autodidatta ho imparato negli anni ad arpeggiare MALE e a modo mio e quindi credo di fare una fatica doppia rispetto a chi e alle prime armi… correggere le cattive abitudini é davvero tosta! grazie ancora e perdona l’off topic
Luca Ricatti says
Non sei offtopic per niente, perché entro questo mese scriverò un articolo su come approcciare il fingerpicking! ?
Federico says
ecco… non vedo l’ora! Tra Achtung Baby e Badmotorfinger, mi sa che siamo cresciuti con gli stessi gusti!
Luca Ricatti says
Ottimo! 😉
Anonimo says
Mi piace questo articolo spieghi benissimo
Luca Ricatti says
Grazie!
Luca says
Ciao Luca, prima di tutto ti voglio ringraziare per le tue lezioni. Ho però una domanda. Mi sono imbattuto negli intervalli musicali e la tastiera della chitarra. Tenendo conto di queste due lezioni ho notato che nell’infografica della tastiera, all’intervallo di sesta non viene specificato se è maggiore o minore. Da quello che ho imparato solo gli intervalli giusti non possono essere maggiori o minori ovvero: unisono quarta quinta ottava
Luca Ricatti says
Ciao Luca e grazie a te!
Ti riferisci all’Infografica “Intervalli sulla Chitarra”?
Dove è scritto “6” c’è l’intervallo di 6^ Maggiore. Alla sua sinistra c’è una “m”, quella è la 6^ minore.
Karma says
no vabbè tu sei un grande… chiaro semplice e non noioso! Perfetto insomma
Luca Ricatti says
Ma grazie!
MATTIA says
sei un grande, grazie per la chiarezza e la semplicità
Luca Ricatti says
Grazie Mattia, faccio quello che posso per far conoscere la musica!
Alberto says
Ciao Luca, mi sono da poco avvicinato al mondo della chitarra da autodidatta,causa Covid-19, e mi sono imbattuto nel tuo corso che ho trovato molto utile spiegato bene. Però ho un gran problema, cosa che sulla batteria non ho, causa la mancanza della falangina del medio di sx devo suonare da mancino pur essendo ds. Per caso hai infografie anche per mancini o devo, con molta pazienza ritrascrivere tutto? Grazie
Luca Ricatti says
Ciao Alberto,
purtroppo no, non ho le infografiche invertite per le diteggiature mancine. Non al momento.
Non sei la prima persona che me lo chiede, ma purtroppo è un lavoro gigantesco e al momento non riesco a farlo.
simo says
Ciao Luca, suonando da puro dilettante mi sto avvicinando alla teoria con le tue lezioni. Una domanda specifica: dici che gli intervalli maggiori sono piu’ grandi di quelli minori per un semitono. Possono essere maggiori o minori solo gli intervalli di seconda, terza, sesta e settima, perche’ questi intervalli hanno lunghezza diversa, misurata in semitoni. Do-Re = seconda maggiore (1 tono di distanza), Mi-Fa = seconda minore (1 semitono); quello che non capisco e’ perche’ un intervallo di quarta non possa essere maggiore o minore; Do-Re-Mi-Fa = quarta con 2 toni + 1 semitono; Re-Mi-Fa-Sol = quarta con 2 toni + 1 semitono; ma Fa-Sol-La-Si = quarta con 3 toni; non dovrebbe essere una quarta maggiore? Sono certo di sbagliare, aiutami a capire dove 🙂
Luca Ricatti says
Ciao Simo,
Gli Intervalli di Seconda, Terza, Sesta e Settima possono essere Maggiori, Minori, Diminuiti o Aumentati.
Invece gli Intervalli di Quarta, Quinta e Ottava (e l’Unisono) possono essere solo Giusti, oppure Diminuiti o Aumentati.
Quindi una Quarta di 3 Toni, che è più grande di 1 Semitono rispetto alle Quarte normali (chiamate «Giuste»), è una Quarta «Aumentata».
L’esempio classico è proprio quello che giustamente fai tu, tra Fa e Si.
Fammi sapere se si è capito!
simo says
Ciao Luca, anzitutto sei un grande gia’ solo perche’ rispondi bene e rapido. Purtroppo pero’ non mi e’ ancora chiaro. Dal tuo articolo pare di capire che diminuito/aumentato siano alterazioni da APPLICARE ad un qualunque intervallo, non proprieta’ intrinseche all’intervallo stesso. Mi spiego: prendo un intervallo a scelta (seconda, quarta o altri), gli faccio qualcosa (che fra l’altro non mi e’ chiarissimo) e lo aumento o diminuisco. Ma l’intervallo originale non e’, di per se’, mai aumentato o diminuito se io non gli faccio niente. Tu scrivi che alzando/abbassando di un semitono un intervallo giusto DIVENTA aumentato/diminuito, ma non lo e’ a priori. Quindi ancora non ho capito se e come quella quarta Fa-Si sia da considerarsi uguale o diversa dalle altre quarte con 2 toni e mezzo; ancora: cosa si intende per “alzare” o “abbassare” di un semitono? Esempio: in una terza maggiore Do-Re-Mi quale e’ il suo corrispondente aumentato/diminuito? Devo alzare/abbassare di un semitono ogni nota o solo alcune (prima?, ultima?)? Scusa se le domande sono stupide, ma se io le sapessi gia’ tutte non starei qui a leggere i tuoi (ottimi) articoli 😉
Luca Ricatti says
Ciao Simo,
calma e gesso.
Gli Intervalli possono ESSERE maggiori/minori/diminuiti/aumentati ma anche DIVENTARLO.
Dipende dalle situazioni.
Se sei in tonalità di Do Maggiore l’intervallo tra Fa e Si è NATURALMENTE una Quarta Aumentata.
In alcuni casi invece si aumentano o diminuiscono Intervalli che normalmente sono Giusti, per aumentare il senso di tensione di un Accordo.
L’intervallo è sempre tra DUE note.
Quando parli di «terza maggiore Do-Re-Mi» ho paura che ti confondi un po’.
La Terza Maggiore è tra Do e Mi.
Tra Do e Re c’è una Seconda Maggiore.
Tra Re e Mi sempre una Seconda Maggiore.
Se tu volessi rimpicciolire l’intervallo di Terza Maggiore tra Do e Mi (per creare qualche tipo di tensione, perché vuoi sperimentare o perché quel giorno ti gira così), dovresti abbassare il Mi di un semitono, facendolo diventare Mi bemolle: allora otterresti una Terza Minore.
Se per Lo abbassassi ancora diventerebbe una Terza Diminuita (che poi è uguale alla Seconda Maggiore, ma non complichiamoci la vita ancora peggio).
Spero di averti aiutato a capire.
simo says
Ciao Luca, mi hai aiutato di sicuro e poi, leggendo oltre (articolo su accordi diminuiti e aumentati) ho capito che stavo correndo troppo. Comunque qundo ho scritto Do-Re-Mi = terza maggiore invece di Do-Mi era per capire quale dei toni/semitoni che intercorrono fra gli estremi della terza bisogna modificare per aumentare/diminuire; poi leggendo l’altro articolo ho capito (spero) il meccanismo; non e’ semplice, ma ce la posso fare 😉
Luca Ricatti says
Ok, Simo, grazie a te!
Sophia says
Ciao Luca!
volevo ringraziarti per questa lezione,mi è stata molto utile ? sfortunatamente adesso non sono con un mio dispositivo, ma appena torno a acasa mi iscrivo subito! Grazie ancora
Sophia says
scusate per quel “acasa” ho scritto maleee
Luca Ricatti says
Ma figurati, Sophia, e grazie a te!
Giovanni says
DUNQUE facendo attenzione):
Alzando di un semitono un intervallo minore, ovviamente, non i ottiene un intervallo aumentato, Benzi “maggiore ‘.
Per analogia (…) abbassando di un semitono un intervallo maggiore non so ottiene un intervallo diminuito, ma “minore”
Era una cosa che per quanto ovvia mi sfuggiva.
Grazie carissimo Luca.
Luca Ricatti says
Tutto esatto!
Giovanni says
PS,
Mi scuso per la digitalizzazione parzialmente errata (comunque, spero comprensibile) del mio precedente commento.
Grazie.
Luca Ricatti says
Si capiva benissimo, grazie a te!
m.malagutti1@gmail.com says
sto leggendo la lezione sugli intervalli e ti diro che sei una persona molto preparata e molto brava a spiegare tutti i dettagli che si imparano facilmente senza fare fatica COMPLIMENTI E BUON LAVORO
Luca Ricatti says
Grazie mille!