In questa pagina trovi tutti i miei consigli sui migliori libri di musica. Biografie, Storia del Rock, libri di Etnomusiocologia e di Teoria Musicale.
Questo elenco è in continuo aggiornamento.
Non ci troverai l’autobiografia di 48 pagine del cantante di moda, scritta dal ghost writer per spellare soldi ai ragazzini. Questa è una selezione di libri di musica che leggo io e che trovo veramente interessanti.
Ci metto dentro un po’ di tutto. Dalla biografia scritta dal critico musicale al manuale di teoria, dal lavoro dell’etnomusicologo al romanzo del cantautore.
Se stai cercando il libricino alla moda, non è questo il posto giusto per te.
Qui c’è solo roba per appassionati veri.
Di libri di musica in giro ce ne sono tanti.
Questo non è un elenco automatico, fatto da un bot. È una selezione vera fatta da me, di roba che ho letto e che mi è piaciuta. Al punto di metterci la faccia e consigliarla a tutti.
Dave Van Ronk: Manhattan Folk Story
L’autobiografia di Dave Van Ronk è un libro che ogni appassionato di musica folk, rock e dintorni deve leggere.
È un libro pieno zeppo di aneddoti, che ti immerge nell’atmosfera dei locali, nella vita dei musicisti e della New York più incandescente degli anni ’70.
Si legge che è un piacere e ti arricchisce.
A causa della prematura morte dell’autore, il libro è stato compilato e completato da Elijah Wald, che di Van Ronk è stato amico e allievo.
Ottó Károlyi: Grammatica della Musica
La Grammatica della Musica di Ottó Károlyi è giustamente diventata un classico per la sua incredibile chiarezza, semplicità e scorrevolezza.
L’intento di questo splendido libricino è quello di rendere chiari i concetti base della musica a tutti.
E per questo parte dalle basi della teoria musicale per arrivare a spiegare cosa sono sinfonie e concerti.
Károlyi viene dal mondo degli studi classici e l’impostazione della sua didattica è totalmente classica.
Il suo intento è fornire alle persone comuni dei mezzi per capire la musica classica.
Ma è certamente un utile strumento per chiunque studi la Musica: per ripassare i concetti base o per iniziare a capirci qualcosa, prima di passare a manuali più articolati.
Oliver Sacks: Musicofilia
I libri di Oliver Sacks, per essere testi di divulgazione scientifica, hanno raggiunto livelli di diffusione mondiale unici. Giustamente, perché è raro che libri di questo genere riescano a essere tanto appassionanti.
Come psichiatra e neuroscienziato ha avuto la capacità di spiegare il funzionamento (e soprattutto il malfunzionamento) del cervello umano a chiunque.
In Musicofilia è riuscito a mettere in mostra il modo assolutamente incredibile con cui il nostro sistema neurologico percepisce ed elabora la Musica, presentando casi umani (veri) di persone comuni a cui il cervello ha tirato strani scherzi.
David Byrne: Come funziona la musica
Un libro che dovrebbero leggere tutti gli aspiranti musicisti, ma anche tutti gli appassionati di musica in genere.
Il titolo potrebbe trarre in inganno: non è un libro di teoria musicale.
In questo volume, l’ex cantante dei Talking Heads parla del senso della Musica, di cosa dovrebbe fare una band all’inizio della sua carriera, di come ha influito la tecnologia sull’evoluzione della musica, di quali sono le migliori condizioni per far nascere una scena musicale, di come funziona la remunerazione dei musicisti nell’industria musicale, del perché è importante che ci siano i dilettanti e che la musica non sia un’arte padroneggiata da pochi specialisti.
Come funziona la musica di David Byrne è un libro strano: a metà tra un’enciclopedia, un autobiografia e un manuale pratico per gli appassionati.
Una delle letture più interessanti che abbia mai fatto, sinceramente.
Imperdibile.
Luigi Viva: Non per un dio ma nemmeno per gioco
Questa è stata la prima biografia di Fabrizio De André che ho letto. Una volta iniziato non riuscivo più a smettere, questo libro l’ho divorato.
Ricco di aneddoti che partono dal’infanzia tra i vicoli dei Genova per arrivare agli ultimi anni nella casa in Sardegna.
Ci sono affezionato, a questo volumetto, perché mi ha aperto le porte a una migliore comprensione dell’opera di De André, sempre in bilico tra l’artista maledetto e il lavoratore meticoloso.
Per tutti gli amanti del vecchio Faber è un libro da leggere assolutamente.
Woodie Guthrie: Questa terra è la mia terra
La mitica autobiografia di Woody Guthrie, è un libro incredibile, un romanzo, un pezzo di storia della nazione americana, un affresco gustoso fatto di personaggi assurdi e situazioni apparentemente folli.
Il protagonista è il giovane Woody, ovviamente, ma in compagnia di tutto un popolo fatto di straccioni, alcolizzati, poveracci di ogni tipo sballottolati dalla vita che si barcamenano per non soccombere alle trasformazioni della Storia.
Purtroppo si concentra in gran parte sull’infanzia del folk singer (che è comunque una parte interessantissima) e meno sulla sua vita adulta di musicista girovago, che è l’immagine che abbiamo tutti nella mente quando pensiamo a questo umile e geniale cantastorie.
Claudio Bernieri: Non sparate sul cantautore
Un libro che dovrebbero leggere tutti gli amanti del cantautorato italiano, scritto da uno che ne sa: Claudio Bernieri è stato cantautore a sua volta e ha militato anche nel Nuovo Canzoniere Italiano.
Non sparate sul cantautore è una raccolta di interviste degli anni ’70 a tutti i più importanti nomi della canzone d’autore italiana, da Enzo Jannacci a Fabrizio De André, da Claudio Lolli ad Antonello Venditti passando per Rino Gaetano e Mogol.
Insomma tutti.
Il libro è spassoso perché attraverso quelle interviste d’epoca questi osannati cantautori ne escono spesso un po’ ridicoli e l’autore sembra ridacchiarne sotto i baffi, ma senza mai dire la sua.
Basti pensare che le interviste sono raggruppate in capitoli che prendono i titoli dai gironi danteschi.
Un documento storico e al tempo stesso un modo per strappare questi personaggi dall’Olimpo in cui li ha messi certa retorica markettara.
Vinicio Capossela: Il Paese dei Coppoloni
Ho una schizofrenica forma di amore-odio per i cantautori italiani.
Ma per Vinicio Capossela ho un debole: sa scrivere testi dannatamente belli e la sua musica è quel minestrone di folklore, sogno e mito capace di dare un senso al nostro mondo.
Vinicio però non scrive solo parole buone per le canzoni.
A differenza di tanti suoi colleghi, le parole le sa usare davvero e lo dimostra in questo Il Paese dei Coppoloni, un romanzo che sembra un flusso di immagini oniriche e che invece, quasi senza che te ne accorgi, ti racconta una storia.
E te la racconta con un linguaggio che non sai dire quanto sia inventato o quanto ispirato al vero dialetto di Calitri, con personaggi che è difficile capire se sono realistici o se sono usciti da un sogno dopo un sbronza in taverna.
Non riesci a capire se è il classico romanzo di viaggio o l’affresco statico di un paesaggio.
E non dirò che è entrambe le cose, perché non l’ho capito.
Non ti faccio un riassunto della storia, non avrebbe senso e non ti parlo delle sue atmosfere buffe eppure inquietanti, realistiche ma fiabesche.
Dico solo che per me è un libro bellissimo.
Nicola Piovani: La Musica è pericolosa
La musica è pericolosa
Nicola Piovani
Casa editrice : Rizzoli
Il libro racconta l’esperienza di Nicola Piovani con la musica.
Per capire il titolo naturalmente bisogna leggere il libro.
È un piacevole susseguirsi di emozioni, aneddoti professionali e profonde riflessioni di Nicola Piovani riferite al suo rapporto con la musica.
Micro recensione scritta da: Giancarlo Iseppi