Il sole spacca i sassi. Nel primo pomeriggio ci rifugiamo nella penombra del bungalow, stesi sul letto di ferro arrugginito a digerire il pranzo. Io e la mia compagna siamo ancora due ragazzi poco più che ventenni e andiamo a passare le vacanze in questo piccolo campeggio a gestione familiare, arroccato su una scogliera a picco sul mare della Calabria, sulla strada tra Zambrone e Tropea. Sole, mare e ammore.
Stiamo lì sdraiati tra il sogno e il son desto, quando lei mi passa gli auricolari. E per la prima volta in vita mia ascolto Mango. Intendo che lo ascolto per davvero. La canzone è Mediterraneo. Rimango sconvolto. Sarà che ci stiamo immersi, nell’atmosfera del Mar Mediterraneo, ma resta una di quelle esperienze di ascolto che non scorderò mai.
Passiamo il resto della vacanza a sentire e canticchiare quella canzone. Sarà stato tredici o quattordici anni fa.
Chi mi legge spesso lo sa che i miei gusti vanno in direzioni ben diverse. Mango era un cantante pop e non posso dire di essere un suo fan. Però ecco, avevo sviluppato una forma di sincero rispetto. Era un musicista vero, non si accontentava di strimpellare giretti armonici. Ha scritto diverse canzoni innegabilmente bellissime, zeppe di influenze folk e world-music. E ovviamente aveva una voce pazzesca.
Stava cantando davanti al suo pubblico, un bel modo di andarsene. Però aveva solo 60 anni. E insomma, oh, lo dovevo proprio dire che ci sono rimasto malissimo.
Il Bambinello says
Anche a me dispiace. La Rondine è la sua canzone più bella secondo me.