Approfondiamo la struttura del Modo Maggiore, gli accordi che si formano al suo interno e i ruoli che ricoprono, con l’aiuto della solita Infografica.
Se hai seguito le precedenti Lezioni di Chitarra, a questo punto conosci i gradi della scala, come creare gli accordi e come costruire gli accordi sulla Chitarra.
Già, ma come sapere quali accordi suonare in un determinato brano?
Perché in una determinata canzone c’è il Re maggiore anziché il minore e perché si incastra così bene dopo il La dominante?
A queste domande si può rispondere iniziando un piccolo viaggio nel fantastico mondo dell’Armonia, un mondo pieno zeppo di percoli e tesori da scoprire.
Sei pronto?
No, non lo sei, nessuno lo è. Per questo è un’avventura.
Entriamo nella tana del Bianconiglio.
Ah no, aspetta, prima le note di servizio.
Materiale aggiuntivo
Per tutti gli Iscritti è disponibile anche l’Infografica di questa Lezione in formato Pdf Stampabile
Per i Finanziatori c’è anche la Video Lezione col Testo in Pdf.
Sta tutto qui →Risorse Aggiuntive
Se non sei trai Finanziatori, ma vuoi avere la Versione Completa di questa Lezione (Video + Pdf), puoi acquistarla qui →Lezione Completa.
Ma veniamo a noi.
Paesaggi sonori
Se ricordi quello che abbiamo detto nell’articolo sulle scale modali, abbiamo stabilito che nella musica moderna occidentale – detta Sistema Tonale – esistono solo due modi: il Maggiore e il Minore.
Il Modo Maggiore e il Modo Minore sono come due ambienti molto diversi che appartengono allo stesso pianeta: seguono le stesse leggi, ma il paesaggio, il clima, la flora e la fauna sono differenti, come il deserto e l’alta montagna.
In questo articolo analizziamo la struttura del Modo maggiore.
Il modo maggiore: la sua struttura
Tanto per cominciare, stabiliamo che il Modo Maggiore è costruito interamente intorno alla Scala maggiore. E sappiamo che nella Scala Maggiore tutti gli intervalli sono maggiori.
In realtà, spesso (soprattutto nel blues e nei suoi derivati) il settimo grado viene abbassato di un semitono; in questo caso la scala di riferimento è la Scala Misolidia, cioè una scala dove tutti gli ntervalli sono maggiori, ecceto il settimo, che è minore (vedi l’articolo sulle scale modali).
Ma per ora non ci impicciamo con questo.
Quello che vogliamo fare ora è capire come è organizzato il Modo Maggiore.
Per farlo, andiamo a vedere come sono fatti gli accordi che si trovano al suo interno.
Una volta scelta una tonalità da suonare in Modo maggiore, abbiamo a disposizione sette note.
A partire da ognuna di queste sette note, possiamo costruire un accordo.
Ognuno di questi sette accordi del Modo maggiore ha caratteristiche proprie e un ruolo preciso all’interno della tonalità. Alcuni accordi sono protagonisti, altri antagonisti e altri sono aiutanti.
Sette accordi
Scopriamo cosa viene fuori se proviamo a costruire un accordo su ognuno dei sette gradi che compongono una Scala maggiore. (Se hai dubbi, vatti a rileggere l’articolo su come creare gli accordi).
1° Grado: Accordo di Tonica: terza maggiore, quinta giusta e settima maggiore.
2° Grado: terza minore, quinta giusta e settima minore.
3° Grado: terza minore, quinta giusta e settima minore.
4° Grado: Accordo di Sotto Dominante: terza maggiore, quinta giusta e settima maggiore.
5° Grado: Accordo di Dominante: terza maggiore, quinta giusta e settima minore.
6° Grado: terza minore, quinta giusta e settima minore.
7° Grado: è un accordo semi-diminuito, cioè contiene terza minore, quinta diminuita, e settima minore.
Ci siamo limitati a creare degli accordi a quattro voci.
Se li estendiamo all’intervallo di Nona o addirittura di Tredicesima escono fuori altre differenze.
Ora, ci sono tre accordi che governano il sistema, con caratteristiche molto diverse.
Chi governa in questo regno
Come è facile immaginare, l’accordo più importante di tutti, quello che normalmente inizia e finisce un brano musicale, è l’Accordo di Tonica.
Facile, è l’accordo costruito sulla nota che dà il nome alla tonalità e alla scala di riferimento.
Se siamo in tonalità di Fa maggiore, la scala di riferimento è la scala di Fa maggiore e l’accordo di Fa maggiore è l’Accordo di Tonica.
Accordo di Tonica
Se per esempio ho bevuto troppo e, in preda ai fumi dell’alcol, mi viene in testa di scrivere un pezzo in tonalità di Si bemolle maggiore, allora il Si bemolle è la Tonica di tutto il sistema e l’Accordo di Si bemolle maggiore è quello con cui si apre e si chiude il pezzo (di solito, ma non è obbligatorio).
L’accordo di Tonica ha carattere di riposo.
Dopo di lui, in pratica, serve qualcosa che smuova le acque, altrimenti, dal punto di vista armonico, il brano rimane statico.
E qui intervengono gli altri due accordi quasi altrettanto importanti.
Accordo di Dominante
L’Accordo di Dominante, costruito sul Quinto grado, è l’esatto opposto dell’Accordo di Tonica.
Dà un totale senso di incompletezza, di instabilità e incertezza.
L’Accordo di Dominante ha carattere di moto.
Immagina una storia. Per essere avvincente, deve esserci un problema.
L’Accordo di Dominante è il problema, mentre l’Accordo di Tonica è la soluzione.
Per questo si dice che l’Accordo di Dominante deve sempre risolvere su quello di Tonica.
Significa, in parole povere, che dopo un Accordo di Dominante, quasi sempre viene quello di Tonica, specialmente nella conclusione del brano e alla fine di tutte le parti intermedie.
Abbiamo approfondito questi concetti nell’articolo Cadenze musicali: capire il movimento alla base della Musica.
Accordo di Sotto Dominante
Poi c’è l’Accordo di Sotto Dominante, costruito sul Quarto grado della scala.
Anche questo mostra segni di forte instabilità e incertezza, ma non quanto l’Accordo del Quinto grado.
L’Accordo di Sotto Dominante ha carattere di moto.
Formiamo le squadre
E gli altri accordi del Modo maggiore?
Ecco, gli altri accordi (Secondo, Terzo, Sesto e Settimo grado), non stanno lì a titillarsi l’epididimo. Sono anche loro della partita.
E siccome i tre accordi principali, col loro carisma, esercitano su di loro un certo magnetismo, si lasciano attrarre in modo da formare tre squadre.
Ovviamente, l’Accordo di Tonica è quello che esercita il magnetismo maggiore, perciò si accaparra ben due accordi.
All’Accordo di Dominante e a quello di Sotto Dominante ne spettano uno per uno.
Perciò ecco le squadre:
1) Gruppo di Tonica: Accordo di Primo grado, di Terzo grado e di Sesto grado
2) Gruppo di Dominante: Accordo di Quinto grado e di Settimo grado
3) Gruppo di Sotto Dominante: Accordo di Quarto grado e di Secondo grado.
Gruppo di Tonica
Prendiamo una tonalità a caso: Do maggiore.
Prendiamo i tre accordi del Gruppo di Tonica che troviamo nella tonalità di Do maggiore:
1) Accordo di Tonica: Do – Mi – Sol – Si
2) Accordo di Terzo Grado: Mi – Sol – Si – Re
3) Accordo di Sesto Grado: La – Do – Mi – Sol
Te ne sei accorto?
Ok, lascia stare, te lo spiego io: sia il Terzo grado che il Sesto Grado hanno in comune con l’Accordo di Tonica tre note su quattro.
Sono molto somiglianti.
Il Gruppo di Tonica ha il compito di aprire e chiudere tutte le frasi musicali.
Chiaro che l’Accordo di Primo grado, che è il Pare pardone della sua tonalità, si becca tutti i ruoli più importanti: l’apertura e la chiusura del brano musicale, di solito, spettano a lui, così come apertura e chiusura delle parti più importanti (in una canzone, per esempio, spesso apre e chiude strofe e ritornello).
Agli accordi di Terzo e Sesto grado, quindi, spettano ruoli marginali: seguono quello di Tonica per prolungarne l’effetto di riposo o lo sostituiscono nelle parti di passaggio.
Ma nelle parti più importanti del brano musicale c’è bisogno di sentire la Tonica nel modo più chiaro e netto possibile.
Gruppo di Dominante
Prendiamo una tonalità a caso: Do maggiore.
Prendiamo i due accordi del Gruppo di Dominante che troviamo nella tonalità di Do maggiore:
– Accordo di Dominante: Sol – Si – Re – Fa
– Accordo di Settimo grado: Si – Re – Fa – La
Anche qui puoi vedere quanto hanno in comune.
Il Gruppo di Dominante serve a creare l’apice di tensione delle frasi musicali.
A differenza del Gruppo di Tonica, qui c’è più democrazia. L’Accordo di Settimo grado, infatti, può sempre sostituire quello di Dominante, senza che ci sia una significativa perdita di forza espressiva.
A proposito dell’Accordo di Settimo grado ci sono da dire un paio di cose.
1) È detto Accordo di Sensibile (ricordi che il Settimo grado della scala è detto Sensibile?).
2) Nella teoria classica, non è considerato un vero e proprio accordo, ma piuttosto un prolungamento dell’Accordo di Dominante.
Facciamo un esempio per capirci.
Riprendiamo il Gruppo di Dominante in tonalità di Do maggiore.
Sostanzialmente, l’Accordo di Settimo grado non è che un Accordo di Dominante decapitato della sua Fondamentale (in questo caso Sol).
– Sol – Si – Re – Fa
Inoltre, siccome non contiene la quinta perfetta, un tempo era considerato indegno del nome di accordo.
L’intervallo tra Si e Fa è una Quinta dimiinuita. Più avanti approfondiamo questo fatto.
Gruppo di Sotto Dominante
Prendiamo una tonalità a caso: Do maggiore.
Prendiamo i due accordi del Gruppo di Sotto Dominante che troviamo nella tonalità di Do maggiore:
– Accordo di Sotto Dominante: Fa – La – Do – Mi
– Accordo di Secondo grado: Re – Fa – La – Do
Anche questi due accordi hanno un comune tre note su quattro.
Anche nel Gruppo di Sotto Dominante regna una democrazia simile, gli accordi di Quarto grado e di Secondo grado hanno la stessa rilevanza.
Il Tritono
Ma perché l’Accordo di Dominante ha un carattere così spiccato di moto? Perché suona così instabile?
Perché, in qualsiasi tonalità suoniamo, l’accordo costruito sul Quinto grado fa venire così tanta voglia di risolvere subito sull’Accordo di Tonica?
Il primo motivo è che al suo interno si trova la sensibile, cioè il Settimo grado della scala.
Per esempio, in tonalità di Do maggiore, la Sensibile è il Si.
E l’Accordo di Dominante (Sol) è così:
Sol – Si – Re – Fa
Siccome la Sensibile è vicinissima alla Tonica (un semitono), spinge letteralmente la melodia verso la Tonica (Si – Do).
L’altro motivo è che l’Accordo di Dominante contiene al suo interno un intervallo molto particolare: l’intervallo del Diavolo!
Che diavolo di intervallo!
Guarda qui:
Sol – Si – Re – Fa
Tra Si e Fa passano tre toni, cioè un’intervallo di Quinta diminuita.
Ora, l’intervallo di Quinta diminuita ha rappresentato per secoli un intervallo da evitare per la sua eccessiva spigolosità (da qui il nome di Intervallo del Diavolo). In realtà, è proprio per il fatto di essere così faticoso da ascoltare che fa venire voglia di andarsi a riposare su un accordo del Gruppo di Tonica.
Lo stesso Tritono (Quinta diminuita) si trova all’interno dell’Accordo di Settimo Grado.
Si – Re – Fa – La
Per questo l’Accordo di Sensibile ha lo stesso valore di Moto di quello di Dominante.
Occhio quando improvvisi
Questo cacchio di Tritono è spesso un vero impiccio per chi improvvisa.
Se infatti decidi di improvvisare un assolo su un melenso e pallosissimo Giro di Do, puoi metterti a fare su e giù sulla Scala di Do maggiore.
Ma che succede quando gli accordi dicono Mi minore (che contiene la nota Si) e tu ti soffermi incautamente su un bel Fa?
Capito?
No, non hai capito.
Succede che suoni un Tritono (tra Fa e Si passano 3 toni).
Non è detto che sia male. Specie se ti scappa un Tritono in una frasetta di passaggio, non ti verrà a cercare la Santa Inquisizione per darti alle fiamme purificatrici lì sul palcoscenico.
Ma devi starci comunque attento, perché potresti creare un involontario effetto cacofonico.
Insomma una schifezza.
Il trucco per evitare questi incidenti è sostituire la Scala di Do maggiore con una Pentatonica di Do maggiore, perché la Pentatonica maggiore non contiene il Tritono.
Ma provare a sbatterci il grugno è sempre meglio. Sbagliando (a volte) si impara.
Video Lezione disponibile!
Scarica il Pdf dell’Infografica
Se sei già iscritto, va’ a scaricare la versione Pdf stampabile dell’infografica di questa Lezione.
Ricorda che se sei fra gli Iscritti puoi accedere a decine di Infografiche e un sacco di altro materiale.
___________________
Giuseppe Tadolini says
Interessantissimo.
Cominciamo ad andare veramente sul difficile.
Ma questo è il bello della diretta !
Aspettiamo il seguito.
Pippo
Luca Ricatti says
Non ti preoccupare Giuseppe, i prossimi articoli serviranno a capire meglio questa roba tramite esercizi pratici! 😉
Maurizio says
Utilissimo e divertente, cosa c’è di meglio? 😉
Mi godo le pentatoniche, ho sempre sentito parlare di tritono e qualche volta ho “sbattuto il grugno” nella cacofonia, ma solo tu mi hai fatto capire il perché. Ho visto la luce. 🙂
Grazie di cuore.
Luca Ricatti says
Wow!
Grazie a te per il supporto!
filippo says
ciao,come faccio a scaricare i pdf?
Luca Ricatti says
Devi iscriverti al Bollettino, ti arriva subito una email con link a tutti gli omaggi per gli iscritti.
Giovanni Alessio says
Ciao Luca,
ho passato anni a “recedere” sulla pentatonica in un assolo per paura di infilarci una quarta e quindi produrre la cacofonia, rinunciando così a una scala piena di 7 note. Oggi finalmente grazie al tuo blog ho la teoria che governa questa materia. Grazie.
P.S. fermo restando che un veloce cromatismo si può infilare dappertutto !!
Luca Ricatti says
Felicissimo di esserti stato utile, Giovanni!