La Danza Macabra è una raffigurazione pittorica tipica del Medioevo, che mostra i vivi e i morti impegnati insieme in un ballo tetro e dissacrante.
Strano come una cosa sacra possa essere al tempo stesso dissacrante, vero?
In epoca moderna, il tema è stato ripreso anche da molti musicisti e così, da immagine dipinta su vecchie chiese, dopo molti secoli la danza si è trasformata in quello che era destinata a essere: un fenomeno musicale.
Per gli uomini e le donne del Medioevo la Danza Macabra era una forma di Memento Mori, cioè un modo per dire: «Brutto peccatore, pensaci bene prima di fare sconcezze e cattiverie, perché quando andrai all’altro mondo il Padreterno ti giudicherà».
Infatti in latino memento mori vuol dire proprio «Ricordati che devi morire!» (da cui la memorabile scena di Non ci resta che piangere, con Troisi che risponde «Sì, mò me lo segno!»)
Con un certo gusto anti-gerarchico, sui muri delle Chiese venivano dipinti scheletri che costringevano i vivi di tutte le classi sociali a partecipare a una terrificante danza: insieme ai plebei c’erano alti prelati, nobildonne e imperatori, tutti accomunati dallo stesso raccapricciante destino.
Suonare una Danza Macabra
La Danza Macabra non solo esorcizza la paura della morte, ma è soprattutto una forma di critica egualitaria e quasi satirica alle ingiustizie sociali.
Non è un caso che il tema è stato riproposto infinite volte in tutti i campi artistici. Ci sono almeno un paio di cartoni animati di Walt Disney, per dire. E diverse scene di grande cinema (la mia preferita è contenuta nel Nosferatu di Werner Herzog).
Alla fine degli anni ’90 avevo una band con due cari amici, ci chiamavamo Electrokraus e facevamo un misto di rock e musica elettronica su ritmi danzerecci (a quel tempo sentivamo anche Chemical Brothers, Prodigy e Daft Punk), tutta strumentale e piuttosto lisergica. [Read more…]