Come si leggono e scrivono le note sul Pentagramma? È molto difficile imparare? Come posso capirci qualcosa? Beh, è più facile di quanto sembri.
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Questo articolo è il Primo Capitolo del mio Corso di Lettura Musicale.
In questo primo articolo spiegheremo in dettaglio come viene rappresentato sul Pentagramma lo scorrere del tempo musicale. Cioè, come viene rappresentato il rapporto tra Musica e tempo.
Nel prossimo articolo inizieremo con gli esercizi di lettura ritmica.
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Indice del Corso
– Capitolo 1: Pentagramma: come si legge e come funziona (lo trovi in questa pagina ↓)
– Capitolo 2: Lettura Ritmica
– Capitolo 3: Ritmo Sincopato: cos’è, come funziona e come si suona
– Capitolo 4: Terzine musicali: come si leggono spiegato bene
– Capitolo 5: Come si leggono le note musicali
Siccome sono un chitarrista e in questo blog scrivo Lezioni di Chitarra, anche questo Corso è rivoltio ai chitarristi autodidatti.
Tuttavia, molti argomenti saranno trattati in modo generale e serviranno a spiegare cose che valgono per tutti gli strumenti (voce compresa).
Ma che mi frega del Pentagramma se posso leggere le Tablature?
Di questo ho già parlato nel Capitolo 6 del Manuale di Fingerpicking, dal titolo Come si legge una Tablatura: Pentagramma e Tablatura non sono due metodi alternativi di scrittura, ma complementari;
– il Pentagramma serve a descrivere la musica nel modo più dettagliato possibile
– la Tablatura (o Intavolatura che dir si voglia) serve a descrivere l’arrangiamento per uno specifico strumento.
In pratica, la Tablatura da sola non basta: o conosci il brano per averlo ascoltato o devi leggerlo sul Pentagramma.
Detto questo, cerchiamo di capire come funziona la faccenda.
Come funziona il Pentagramma musicale
Cominciamo dall’ovvio: si chiama Pentagramma perché in greco penta vuol dire cinque e gramma vuol dire segno.
Quindi significa cinque segni o cinque righe.
In pratica si tratta di cinque righi orizzontali.
Tra un rigo e l’altro si creano ovviamente quattro spazi vuoti.
Righi e Spazi si contano dal basso verso l’alto.
Su questi righi e spazi si segnano le note, che vengono rappresentate come dei pallini.
In realtà, di solito hanno una forma ellittica e leggermente obliqua.
Comunque, a seconda di dove viene collocato, un pallino rappresenta una certa nota.
Per esempio, un pallino sul primo rigo potrebbe essere un Mi, nel secondo spazio potrebbe essere un La, eccetera.
Perché ho scritto potrebbe?
Perché non è detto che il primo rigo sia un Mi.
Lo so che questo tipo di incertezze appaiono spaventose, ma è molto meno complicato di quanto sembri.
Ad ogni modo, di queste cose parleremo nei prossimi articoli, avevamo detto che per ora ci saremmo concentrati sul rapporto tra Musica e Tempo.
La Musica e il Tempo
Se non ci fosse il tempo che scorre non ci sarebbe la Musica, è abbastanza intuitivo.
La Musica è l’arte di organizzare suoni di altezze diverse, ma anche di durate diverse.
Sul Pentagramma ogni nota deve mostrare quanto dura in modo immediato, decifrabile al volo, per così dire.
Il metodo inventato dagli antichi è assolutamente geniale nella sua semplicità.
Le note
Se hai mai visto un Pentagramma, avrai notato che i pallini non sono tutti uguali.
Alcuni sono bianchi, alcuni sono neri, alcuni hanno delle asticelle, altri delle asticelle con delle bandierine.
Tutte queste differenze servono a rappresentare in modo immediato quanto deve durare una nota.
Ok, ma come si calcola la durata di una nota?
Tramite una frazione.
La durata più lunga si indica come 4/4 (leggi: quattro quarti).
Quattro diviso quattro fa uno, lo capisco persino io, che a scuola ero una capra in matematica.
In effetti nel linguaggio musicale la Semibreve, cioè la nota che vale 4/4 è detta anche Intero.
L’Intero vale 1.
La nota che vale la metà della Semibreve è metà di 4/4.
La metà di 4/4 è 2/4.
Poi c’è la metà della metà, che è 1/4.
Poi la metà della metà della metà, che è 1/8.
Eccetera.
Guarda questo schema.
Schema del valore delle note
– Pallino bianco: si chiama Semibreve, dura 4/4
– Pallino bianco con gambo: si chiama Minima e dura 2/4
– Pallino nero con gambo: si chiama Semiminima e dura 1/4
– Pallino nero con gambo e bandierina: si chiama Croma e dura 1/8
– Due bandierine: si chiama Semicroma e dura 1/16
– Tre bandierine: si chiama Biscroma e dura 1/32
– Quattro bandierine: si chiama Semibiscroma e dura 1/64
Quindi, per fare il valore di una semibreve (4/4), servono ben 64 semibiscrome.
In realtà esiste anche una nota che vale il doppio della Semibreve.
Si chiama Breve e si rappresenta in diversi modi.
Qui sotto, tre diverse maniere di rappresentare la Breve. Comunque è rarissima, quasi certamente non la incontrerai mai in tutta la tua vita.
Ma La Musica non è soltanto suoni. La Musica è anche (o forse soprattutto) alternanza di suoni e silenzi.
E come si scrivono i silenzi?
Usando dei particolari segni grafici chiamati Pause.
Le Pause
Le Pause si chiamano così perché, nello scorrere del tempo musicale, indicano che lo strumento deve restare in silenzio.
Ovviamente anche le Pause devono avere una durata.
In questo schema trovi riassunte le durate delle Pause.
Ad ogni nota corrisponde uno specifico segno grafico che indica una pausa della stessa durata.
Ora che sappiamo come rappresentare le durate delle note e delle pause…
No, ok, lo so che non ti ricordi un fico secco. Ma non fa niente, puoi tornare a guardare questi schemi quando vuoi, ma in ogni caso tutto si chiarirà quando inizieremo a fare gli esercizi.
Dicevo, ora che sappiamo come si rappresentano le durate delle note e delle pause musicali, potremmo pensare che il Pentagramma non è altro che una fila ininterrotta di note e pause.
Non è così. Ci vuole un minimo di organizzazione.
La Battuta
Tu come scandisci i vari momenti della tua giornata?
Io uso l’orologio.
Anche tu?
Ok, bene.
L’orologio ha una misura di riferimento standard, che si chiama ora.
All’interno di quell’ora ci stanno una serie di cose che fai, ognuna delle quali ha una sua durata: il pranzo dura mezz’ora, la telefonata a Mamma dura dodici minuti, poi vai a al bagno a fare la pipì e ci metti tre minuti, eccetera.
Finita quell’ora con tutti i momenti che ci stanno dentro, comincia un’altra ora, all’interno della quale ci sono altri momenti con le loro durate.
Il Pentagramma funziona allo stesso modo.
Solo che la misura che usiamo sul Pentagramma non si chiama ora, si chiama proprio Misura. Ma noi possiamo chiamarla anche Battuta.
Le Battute – o Misure che dir si voglia – sono un modo per raggruppare le note in periodi tutti della stessa durata.
Sul Pentagramma sono delimitate da linee verticali dette Stanghette di Battuta.
All’interno di ogni Battuta, il Tempo è scandito dalle Pulsazioni.
La Pulsazione
Pensa a una canzone che ti piace.
Canticchiala, anche solo nella tua testa, ma nel frattempo tieni il tempo battendo con un piede a terra.
Lo stai facendo?
Ecco, il tuo piede sta scandendo le pulsazioni di quella canzone.
Esplicitare le pulsazioni
Molte volte la Pulsazione è implicita, cioè non è scandita da uno strumento preciso. Nella musica pop-rock di solito è esplicitata dalla batteria, dal basso o da altri strumenti ritmici.
Molto spesso nella musica classica non c’è alcuno strumento che rimarchi la pulsazione.
Nascondere le pulsazioni rende la musica più leggera, elegante.
Esplicitare la pulsazione, invece, aumenta il senso del ritmo negli ascoltatori. Per questo nelle musiche da ballo antiche e moderne c’è spesso qualche strumento che marca le pulsazioni.
Nei miei arrangiamenti per Chitarra Fingerstyle dei balli tradizionali uso sempre la tecnica del basso alternato per evidenziare le pulsazioni.
Siamo al limite della magia
Il concetto di Pulsazione mi fa impazzire.
È qualcosa che ha anche fare con la magia.
Qualsiasi musica nasca nel mondo, c’è una Pulsazione che la sottende, che la fa materializzare. Nessuno ci ha pensato, eppure esiste. Se non ci fosse non esisterebbe la Musica.
Verrebbe da dire che è lo scheletro della Musica, ma non è così, lo scheletro è concreto, materiale.
La Pulsazione è più simile all’anima: non puoi dire cosa sia, da dove venga, non sai nemmeno se esiste davvero; eppure è ciò che rende quella musica viva.
La Pulsazione è l’elemento cardine
Che sia esplicita o no, la Pulsazione è l’elemento attorno al quale si organizzano le note e le pause.
La Battuta può contenere un numero diverso di pulsazioni, dipende dal brano musicale.
A un musicista smaliziato basta ascoltare qualche secondo di un brano musicale per sapere quante pulsazioni ci sono in ogni battuta.
Anche tu riuscirai a farlo, se continui a seguirmi.
Sul Pentagramma questa informazione (quante pulsazioni ci sono in ogni Battuta) si trova all’inizio dello Spartito.
Si chiama Metro.
Il Metro
Ora che abbiamo chiarito che le note hanno durate diverse, dobbiamo capire come viene rappresentato lo scorrere del tempo sul Pentagramma.
Il rapporto che lega la Musica al Tempo si esprime in tre modi:
1) Il Metro
2) Il Ritmo
3) Il Tempo
Partiamo dal primo.
Il Metro, come suggerisce la parola stessa, è una sorta di unità di misura.
È un po’ come se, per prendere le misure dei mobili di casa, dovessi stabilire se scriverle in metri, decimetri, centimetri o millimetri.
Sul Pentagramma, bisogna stabilire come scrivere la lunghezza delle Battute.
Il Metro è rappresentato graficamente con una frazione (anche se di solto non viene scritta la linea in mezzo).
In una frazione ci sono ovviamente due numeri, uno di sopra e uno di sotto.
Per spiegare in dettaglio cosa rappresentano questi due numeri dovrei introdurre il concetto di Accento musicale.
Non voglio farlo, perché sono certo che renderebbe tutto più complicato, perciò ne parleremo in prossimo articolo.
Per semplificare, possiamo dire che il Metro è una sorta di figura ritmica di base, che fa da riferimento costate per la struttura del brano.
Il Metro di gran lunga più comune è il Quattro quarti.
È talmente diffuso che a volte è indicato con una grande C, che sta per Common o Comune.
Altrimenti è indicato come tutti gli altri Metri: con una frazione
Questo vuol dire che tutto il brano musicale sarà basato su un nucleo ritmico di base fatto da una Battuta di questo tipo:
Che è esattamente quello che fai – per esempio – quando col tuo piede tieni il tempo di una canzone da discoteca.
Quattro pulsazioni.
Che graficamente si esprimono con quattro note da un quarto l’una.
Per ora ci fermiamo qui.
Esistono molti tipi di metri diversi ma, come dicevo prima, non possiamo addentrarci troppo negli aspetti teorici senza spigare il concetto di Accento.
Ci torneremo su, per ora prendila così.
Tipo di metro
Esistono molti tipi di Metri diversi.
Oltre al 4/4 è possibile trovare le formule più disparate.
Molto diffuso è 3/4, che è il metro di antiche musiche da ballo come il Valzer e la Mazurka.
Ci sono poi i cosiddetti Metri composti come il 6/8, tipici di antiche danze come la Giga o il Saltarello.
Poi ci sono i cosiddetti Metri dispari, come il 5/4 o il 7/8, entrati nel mondo del pop durante gli anni ’70 grazie al progressive rock: il brano forse più celebre è Money dei Pink Floyd, in 7/4.
Quello che importa a noi sapere, ora, è che all’inizio del Pentagramma c’è scritta una frazione.
Il numero di sopra mi dice quanto devo contare per calcolare la durata della battuta.
Se la frazione è 7/8 dovrò contare da uno a sette.
Il numero di sotto mi dice quanto vale ogni “numero” da uno a sette.
In questo caso 1/8.
È un po’ come se dicessi che il mio tavolo da cucina è lungo 125 centimetri.
Scrivendo che il Metro è 7/8 voglio dire che la mia Battuta è lunga 7 note da 1/8.
Questo vuol dire che la somma di tutte le note all’interno di ogni Battuta non deve mai superare il valore di sette note da un ottavo l’una.
Facciamo un esempio pratico.
In questa battuta abbiamo la forma più semplice che possiamo immaginare: sette note che valgono un ottavo l’una.
Nella prossima Battuta, invece, l’ultima nota da un ottavo è sostituita da due note che valgono la metà di un ottavo, cioè un sedicesimo.
Il totale, però, fa sempre 7/8.
In quest’altra Battuta, invece, le prime due note valgono il doppio di un ottavo, cioè un quarto.
Il totale fa sempre 7/8.
Capito, ora?
La somma totale di tutte le note che si trovano nella Battuta non deve mai superare quello che sta scritto nel Metro.
Il ritmo
Riassumendo.
Il Pentagramma è suddiviso in Battute
All’interno di ogni battuta il Tempo è scandito dalle Pulsazioni.
Il Metro stabilisce quanto deve essere lunga la Battuta e – al tempo stesso – rappresenta una figura ritmica che fa da scheletro per il brano musicale.
Ora veniamo al Ritmo.
Il Ritmo è un concetto che racchiude molti significati.
Il modo secondo me più facile di definire il Ritmo è quello più stupido, quello aritmetico:
il ritmo è come scomponiamo le Pulsazioni all’interno della Battuta.
Posso suddividere ogni pulsazione in gruppi di due note, di tre note, di quattro note.
Posso spezzare le pulsazioni utilizzando una nota breve seguita da una più lunga per creare un ritmo sincopato.
Posso creare figure ritmiche di molti tipi diversi.
Spesso i diversi generi musicali sono caratterizzati da figure ritmiche particolari.
Il Tempo
Quando leggiamo lo spartito di un brano che non abbiamo mai ascoltato, abbiamo anche bisogno di sapere a che velocità dobbiamo suonarlo.
La velocità è definita col termine Tempo.
Il Tempo si indica con una sigla: Bpm, che sta per Battiti per Minuto (in inglese Beats per Minute).
In pratica, il Tempo musicale è il rapporto tra il tempo della Musica e il tempo della realtà.
Se un brano ha un Bpm = 60, vuol dire che ci sono 60 pulsazioni al minuto. Cioè potremmo usare il ticchettio dell’orologio come base e suonarci sopra (e io l’ho fatto: scrissi un brano in cui uno degli strumenti ritmici era un orologio ripreso con un microfono e infatti il brano aveva un Bpm = 60).
Se il Bpm = 90 ci saranno 90 pulsazioni al minuto.
Lo strumento per misurare i Bpm è il Metronomo.
A proposito, se non ce l’hai procuratene uno, perché dalla prossima lezione ti servirà.
In un spartito il Bpm è indicato all’inizio, sopra il Pentagramma.
C’è una nota seguita del segno = seguito dalla quantità di battiti al minuto.
Anticamente negli spartiti non si usava l’indicazione del Tempo, ma una cosa chiamata Andamento.
Come il Bpm, l’Andamento sta scritto all’inizio del Pentagramma (ma anche durante, se la velocità di esecuzione deve cambiare).
In tutto il mondo, l’Andamento di esprime con una serie di parole italiane:
– Largo = da 40 a 60 Bpm
– Larghetto = da 60 a 66 Bpm
– Adagio = da 66 a 76 Bpm
– Andante = da 76 a 108 Bpm
– Moderato = da 108 a 120 Bpm
– Allegro = da 120 a 168 Bpm
– Presto = da 168 a 200 Bpm
– Prestissimo = da 200 a 208 Bpm
A volte è possibile trovare questi termini tradotti in francese o in tedesco, ma quelli italiani sono molto comuni.
Per concludere
In questo articolo abbiamo condensato un sacco di informazioni.
Potrebbero sembrarti troppe, ma dal prossimo articolo in poi inizieremo a fare esercizio e rivedremo tutti i concetti uno alla volta e nella pratica.
E tutto apparirà semplice, chiaro e alla portata di chiunque.
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ENZO says
esplicito e molto chiaro.
Luca Ricatti says
Grazie Enzo!
A Lazy Cat says
Grazie mille, spiegazione semplice e chiarissima!
Luca Ricatti says
Grazie a te!
Francesco says
Sei un genio
Luca Ricatti says
Oddio, grazie Francesco, ma non esageriamo!
Benedetta says
Complimenti
Luca Ricatti says
Grazie Benedetta!
Nicola says
Molto chiaro e di semplice comprensione, complimenti.
Una sola precisazione: sei pregato di non offendere la capre.
Bravo, grazie.
Luca Ricatti says
Ciao Nicola e grazie per il tuo apprezzamento.
(Ovviamente non ho nulla contro le capre, poverine, che sono tra i miei animali preferiti da sempre ? )
roberto Spada says
Se avessi molti annetti di meno, forse sarei piacevolmente, un tuo Scolaro! Purtroppo la memoria è la nemica della volontà . Se non altro, mi hai chiarito un’ingranaggio , che mi è stato un illustre Ignoto. Grazie al pc ho avuto il piacere di leggere un mondo Nuovo per me. Sei stato Grande nei modi di spiegare i primi cenni della musica . La mia Età mi consente solo di ascoltarla! Grazie.
Luca Ricatti says
Grazie per il tuo apprezzamento, Roberto!
Comunque ti stupiresti per l’età di alcuni iscritti a questo Blog!
Anonimo says
Ciao, vorrei chiedere una cosa. Quando ad esempio nel pentagramma troviamo la nota SI, o qualunque altra, come faccio a capire quale SI premere nel manico della chitarra se ce ne sono di più? (So che sono di altezze diverse ma come faccio? Perché sennò magari uno viene più acuto e l’altro più grave)
Luca Ricatti says
Ciao,
il La scritto sul secondo spazio corrisponde a quello sulla terza corda al secondo tasto.
O sulla quarta corda al settimo tasto.
O sulla quinta corda al dodicesimo.
Da qui ti ricavi la posizione di tutte le altre note.
justin says
che cosa significa il : alla fin del pentagramma ?
Luca Ricatti says
Ciao Justin.
Probabilmente ti riferisci al simbolo di «ripetizione». Ma non consiste solo nei :
C’è una barretta sottile, seguita da una più spessa seguita dai : Quello è l’inizio della parte da ripetere.
Alla fine della parte da ripetere i segni sono al contrario; ci sono i : , poi la barretta sottile e poi quella spessa.
Diego says
Ciao, per una ricerca avrei bisogno di sapere la data di pubblicazione di questo articolo, grazie.
Luca Ricatti says
Ciao Diego,
la prima pubblicazione risale al 23 settembre 2018
Hurugraal says
Ciao, ottima lezione introduttiva, mi fa tornare indietro nel tempo e ricominciare questo percorso dopo tanti anni mi riempie di gioia. Complimenti per la chiarezza nell’esporre gli argomenti, ti seguirò fino alla fine dei moduli. Grazie.
Luca Ricatti says
Ma grazie a te!
Cristian Luciano says
Salve Luca, una domanda: cosa vuol dire all’inizio del pentagramma # #
# #?
Luca Ricatti says
Ciao Cristian,
quella è l’«Armatura di Chiave» e rappresenta le note che devono essere alterate all’interno brano. Alterate significa che bisogna farle diventare «diesis» o «bemolle».
È tutto spiegato in questo articolo ☞Circolo delle Quinte: Cos’è, come si legge e a cosa serve.