Qui c’è un podcast di racconti. Un vero audio show con testi, musiche e suoni originali, nato da una produzione indipendente e gratuito.
Ovviamente l’ho fatto io e l’imprevedibile titolo è: «I Racconti di Luca Ricatti».
La prima stagione dura otto puntate, si chiama «Il Canto degli Appestati» ed è la versione audio-show dell’omonimo racconto che ho pubblicato a puntate su questo blog tra Marzo e Settembre del 2020.
Un Audio-Show
Per tutta l’estate, a ogni gita fuori porta, picnic in montagna e durante le vacanze andavo sempre in giro col mio registratore digitale portatile, opportunamente incappucciato col pellicciotto antivento (è uno Zoom H4N Pro, non mi pagano per scriverlo, ma lo adoro e si merita di essere citato). Ho registrato suoni della foresta, del vento, dei passi sulle strade sterrate.
Se girando per le montagne del centro Italia hai visto un matto che si scapicollava tra gli alberi di una foresta con delle grosse cuffie in testa e un aggeggio peloso puntato verso i piedi, ero io: stavo registrando il rumore di uno che scappa nel bosco.
Altri suoni li ho realizzati in casa.
Qualcuno (ahimè), l’ho dovuto scaricare dalla rete, perché non mi era possibile realizzarlo.
Per registrare questo podcast di racconti mi sono reso conto del lavoro pazzesco che fanno quelli che creano gli effetti sonori per il cinema. Ci avevi mai pensato a come cavolo si fa a creare il suono di un cavallo che sgranocchia carote? O di un cervello di zombie che esplode?
Ci vuole una fantasia incredibile per trovare i suoni giusti per fare certe cose.
Per creare l’effetto di milioni di foglioline d’oro agitate dal vento ho provato a far tintinnare di tutto, ma non era mai il suono che avevo immaginato per tanti mesi, mentre scrivevo il racconto.
Finché poi m’è venuto un lampo e ho passato un pomeriggio intero a deformare e moltiplicare all’infinito il suono di un triangolo da orchestra.
E poi suoni di cassetti, di mestoli, di porte che sbattono.
Sembra una cosa da maniaci (e probabilmente lo è ) ma mi sono divertito un casino.
Poi ci sono ovviamente le musiche.
Due brani li avevo già pubblicati come Video: Il Valzer degli Appestati e la Danza Macabra.
Ma ci sono altri due brani che sono del tutto inediti.
Se questa Prima Stagione avrà un riscontro, il podcast di racconti proseguirà con nuove stagioni e nuove storie da narrare. È un totale esperimento.
Mentre ci stavo lavorando, ho fatto ascoltare la prima puntata a un gruppetto di volontari che non avevano alcun motivo per mentire: mi hanno fatto alcune critiche utili, ma mi hanno anche detto che gli è piaciuto e che volevano sentire il resto.
Se ho perseverato nel creare questa cosa, è anche colpa loro.
Ma tu sai cos’è un podcast, vero?!
Come sarebbe a dire: cos’è un Podcast?!
Se sei tra quelli che non ne hanno ancora mai ascoltato uno, un Podcast è qualcosa di simile a una trasmissione radiofonica, solo che si tratta di un file audio che puoi scaricare e ascoltare quando vuoi.
Io ne ascolto di continuo, da anni.
C’è un piccolo mistero, riguardo ai podcast: il nome.
Nessuno sa cosa significhi.
O meglio, si sa che viene dall’unione delle parole inglesi Pod e Broadcasting (= trasmissione).
La parola pod sappiamo che è stata presa in prestito dal dispositivo della Apple chiamato iPod (si usava per sentire la musica, quando i telefoni non erano ancora potenti come oggi).
Il problema è che nessuno sa con certezza che cavolo significhi pod.
Girano le interpretazioni più disparate.
Secondo alcuni sarebbe la parola guscio/baccello in inglese.
Secondo altri è un acronimo.
Tra i tanti che ho letto/sentito ci sono:
– Pocket Organized Database
– Personal Open Device, ma anche
– Play On Demand.
Un tizio ha scritto su un forum che «pod» fu inventato da un freelance di nome Vinnie Chieco, che lavorava per Apple al tempo in cui venne lanciato il primo iPod.
Questo Chieco si sarebbe fatto ispirare da una battuta di 2001 Odissea nello spazio, in cui a un certo punto l’astronauta dice al suo computer Hal: «Open the pod bay door, Hal» (il primo iPod fu lanciato nel 2001).
La verità è che probabilmente nessuno saprà mai da dove viene questa parola e questo mi affascina perché ricorda le tradizioni popolari di cui si è dimenticata l’origine e che sono, di fatto, espressione della collettività.
Ecco cos’è il podcasting: uno strumento collettivo, non è di nessuno ed è di tutti.
A differenza del Video (sappiamo tutti che Video online significa YouTube), non ci sono possibilità di monopolio dei podcast. Chiunque può realizzare un Mp3 e metterlo online.
Certo, ci sono le piattaforme di distribuzione: se fai un podcast e vuoi farlo conoscere in giro, ti conviene metterlo su iTunes e Spotify perché venga ascoltato da più gente possibile. Ma nessuno ti vieta di caricarlo su qualsiasi server e distribuire il link in altri modi.
Perché proprio un Podcast di Racconti
Mi piace sperimentare forme di narrazione alternative al classico libro/romanzo.
È un pallino.
Quasi tutte le mie canzoni raccontano delle brevi storie.
Questo Blog nacque per pubblicare Racconti autobiografici; poi sono passato alle Storie vere infine sono approdato sul terreno da me amatissimo dei Racconti fantastici.
Poi ho sperimentato la pubblicazione di racconti più lunghi suddividendoli in puntate e questo mi ha permesso di riflettere sulla possibilità di usare internet per narrazioni più lunghe.
Era ora che approdassi a quella che considero la modalità più affascinante di narrare: a voce.
L’avevo già fatto in passato nei miei spettacoli dal vivo (in cui alternavo canzoni e brevi storie).
È l’antico rito di riunirci attorno al fuoco e lasciarci incantare da una voce che racconta.
Tra i podcast di racconti che mi sono piaciuti di più ci sono Carla o Be my Diary, ma anche Veleno o Polvere. Gli ultimi due sono inchieste storico-giornalistiche, ma con un taglio decisamente narrativo.
Ho ascoltato anche dei veri podcast di racconti-fiction, ma finora non ho trovato nulla che mi appassionasse.
Per come la vedo io, un podcast non può essere: sigla iniziale, sigla finale e in mezzo una voce che legge; così somiglia troppo a un audiolibro.
Da ascoltatore appassionato, penso che un vero podcast di racconti debba essere uno spettacolo per le orecchie, un audio-show.
Vabbè, ho blaterato fin troppo.
Per ascoltare le puntate già pubblicate, vai qui ☞I Racconti di Luca Ricatti.
Se vuoi sapere quando sarà online la prossima stagione, puoi iscriverti alla lista d’attesta.
Riceverai un messaggio appena viene pubblicata una nuova puntata del podcast di racconti.
Elisabetta says
Ho letto, ops, ascoltato tutte le prime 6 puntate de Il canto degli appestati e mi sono piaciute ancora di più della lettura che pure ne avevo fatto con grande piacere
L’idea di accompagnare la narrazione con i rumori e le musiche che la intervallano o le fanno da sottofondo è stata ottima anche perché tutto è ben armonizzato e sincronizzato in modo da portare chi ascolta proprio al centro del racconto a condividere le emozioni e i sentimenti dei personaggi
Insomma complimenti per questo lavoro ti auguro che in molti condividano e apprezzino questa tua creazione perché lo merita
Luca Ricatti says
Grazie per queste belle parole!