Su LineaTrad di luglio Loris Bohm ha scritto una bellissima recensione di Fumo al vento. E sono finito sulla copertina. Abbiate la pazienza di sorpassare la mia brutta faccia e sfogliate la rivista.
La recensione dice cose così:
[…] devo rendermi conto di trovarmi davanti a un misconosciuto capolavoro di grazia ed equilibrio […] I testi sono graffianti, incisivi, drammatici, recitati con una giocosità che nasconde sadica ironia, mentre la chitarra disegna arabeschi di rara bellezza, assolutamente pertinenti e impastati nel pathos narrativo.
E beh, oh, fa piacere leggere cose così, quando hai passato un sacco di tempo cercando di ripulire testi e arrangiamenti di chitarra.
Parlando della rivista, se vi interessa la musica world e folk probabilmente avete già incontrato LineaTrad su internet, perché è qualche anno che esiste. In questo numero ci sono le segnalazioni dei festival dedicati alla musica tradizionale che si svolgono in Italia e all’estero nel periodo estivo. C’è anche il resoconto del 24esimo Festival del Mediterraneo, che si è tenuto a Genova, con tema Le musiche degli dèi; deve essere stato bellissimo, c’erano ensemble da Europa, Africa e Oriente che suonavano musiche sacre tradizionali.
A proposito, Loris Bohm mi ha anche chiesto di scrivere una piccola rubrica per la rivista. Gli ho detto di sì, ma ci stiamo ancora lavorando.
Vi faccio sapere.
Bambinello says
Eh sì. In effetti, devo dire – senza offesa, eh? – che “Fumo al vento” mi ha stupito. Non che pensassi che avresti fatto roba di bassa qualità, ma il fatto è che pur trattandosi di qualcosa di autoprodotto nello stereo – e anche nell’autoradio – si sente benissimo. L’ho ascoltato spesso. Avete fatto un ottimo lavoro sia in fase di registrazione che di mastering. E un’altra cosa che mi ha stupito in positivo è la tua vena compositiva, davvero molto ispirata e poetica. Dall’iniziale “Foglia morta”, molto toccante nella sua semplicità, o “Polvere da sparo”, che ti porta direttamente tra gli ulivi del sud, alle mie preferite “Cemento” (fantastico come sei riuscito a fotografare lo stato d’animo sotterraneo di un buon 90% di tutti noi) e “Fumo al vento”, notturna e arcaneggiante. E il reggae di “Camminare” è reso davvero bene. Un cd ben scritto, ben suonato, ben registrato e persino colto nei suoi rimandi alla canzone popolar-tradizionale. In effetti in un genere difficile come quello che hai scelto sei stato più che all’altezza del compito. Bravo!
Luca Ricatti says
Più che un commento questa è una recensione!
Grazie!