Analizziamo la Scala minore per capire come funziona, perché assume diverse forme e come costruire un brano musicale, con l’aiuto della solita Infografica.
Intanto, come al solito, per ingrandire l’infografica blu basta cliccarci sopra.
Se hai seguito tutte le lezioni precedenti, a questo punto sai che il sistema musicale moderno, detto Sistema Tonale, è basato su due modi:
1) il Modo Maggiore
2) Il Modo Minore.
Abbiamo approfondito la struttura del Modo Maggiore in questo articolo: Modo Maggiore: un approfondimento.
Sai anche che il Modo Minore è strettamente imparentato con quello Maggiore: infatti nasce dalla scala costruita sul Sesto grado del Modo Maggiore (se non ricordi rileggi qua: Scale Chitarra).
Abbiamo anche accennato al fatto che, nella teoria classica, il Modo Minore è costituito da 3 scale principali:
1) Scala Minore Naturale
2) Scala Minore Armonica
3) Scala minore Melodica.
Andiamo ad approfondire.
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Ma veniamo a noi.
Scala Minore Naturale
Come abbiamo visto nell’articolo sulle Scale Modali, è sempre possibile cambiare il punto di partenza (cioè la Tonica) di una scala e rivoluzionare tutto il sistema.
Prendiamo una tonalità a caso: Do Maggiore.
Il sovrano incontrastato di questo sistema è Do.
Ma può succedere una rivoluzione: forconi alla mano, le atre note possono ribellarsi e decidere di eleggere una nuova Tonica: il La.
Le note sono sempre le stesse, ma la prospettiva si ribalta e i rapporti interni tra le note cambiano radicalmente.
La nuova scala è:
La – Si – Do – Re – Mi – Fa – Sol
che non è più una scala maggiore.
Oh, questa devi averla capita al volo, se no vuol dire che non hai letto le precedenti lezioni di Chitarra.
Tra La e Do (la sua Terza) non passano più due toni, ma solo un tono e mezzo.
Quindi l’intervallo La – Do non è più una Terza Maggiore, ma una Terza Minore.
E se la Tonica della scala ha la Terza Minore, allora tutti la scala è una Scala minore (se hai dubbi su questo passaggio, rileggi la lezione sugli Intervalli musicali).
Questa è, per l’appunto, una Scala Minore Naturale: cioè la scala che viene naturalmente fuori dalla Scala maggiore, semplicemente spostando il centro tonale dal Primo al Sesto grado (dal Do al La).
Lo schema della Scala Minore naturale è questo:
T – 2^ – 3^ min – 4^ – 5^ – 6^ min – 7^ min
Quindi si tratta di una scala che ha la Terza minore, ma anche la Sesta minore e la Settima minore.
Scala minore Armonica
Ma c’è un problema.
Anzi due.
Sulla Sesta minore per ora sorvoliamo, ma la Settima minore merita una riflessione.
Indovini perché?
Ricordi cos’è la Sensibile?
No?
Pessimo, vatti a rileggere l’articolo sui Gradi della Scala.
Comunque, la Sensibile è il settimo grado della scala quando dista solo un semitono dall’Ottava; quindi è la Settima maggiore della Tonica.
Bene, abbiamo detto che la Sensibile è importante perché tende sempre a risolvere sulla Tonica.
Ma quando è minore la Settima non è una sensibile.
Si chiama Sottotonica e non ha la stessa tendenza naturale a risolvere sulla Tonica.
Ok, non ci stai capendo niente.
Te la rispiego.
La nota insensibile
Tra il Settimo grado e l’Ottava c’è una storia d’amore.
Quando è maggiore, il Settimo grado sta proprio accanto all’Ottava, ad appena un semitono di distanza: la vede e la desidera, ci muore.
E non è mica amore platonico: non vede l’ora di saltargli addosso, alla sua amata Ottava!
Ma quando è minore il Settimo grado è molto diverso, molto più freddo e distaccato.
E infatti non si chiama più sensibile. Fosse per me l’avrei chiamato Insensibile, perché sono un burlone.
Tra il Settimo grado minore e l’Ottava lo spazio è più largo: non passa più un semitono, ma un tono intero.
Il Settimo grado, messo così lontano dall’Ottava, sembra non vederla. E se non la vede, la desidera di meno.
Occhio non vede, cuore non duole.
Insomma, quando la melodia (o un’eventuale improvvisazione) arriva sul Settimo grado minore, la spinta a cadere sulla Tonica è più debole.
Ma non solo.
Ricordi quanto è importante l’Accordo di Dominante?
L’Accordo di Dominante è quello che crea il massimo di tensione e che deve risolvere sull’Accordo di Tonica.
Questo perché l’Accordo di Dominante contiene la Sensibile.
Ma se la Sensibile non esiste più?
Un accordo di Dominante senza Sensibile, è molto meno efficace.
Bisognava fare qualcosa!
Per questo i grandi compositori del passato hanno fatto una bella pensata: alterare il settimo grado della Scala Minore Naturale, per farlo diventare una Sensibile.
Prendendo a riferimento la solita scala di La minore, questo è quello che viene fuori:
La – Si – Do – Re – Mi – Fa – Sol# – La
A questo punto, tra il Settimo grado e l’Ottava (Sol# -> La) passa solo un semitono: la Settima torna ad avere la sua naturale tendenza a risolvere sull’Ottava.
La scala di questo tipo è chiamata Scala Minore Armonica e la sua struttura è questa:
T – 2^ – 3^ min – 4^ – 5^ – 6^ min – 7^
In una scala di questo tipo, l’Accordo di Dominante (Accordo di Quinto grado) contiene la sensibile (ed è un accordo Maggiore).
Infatti costruendo una Triade a partire dal Quinto grado di una scala di La Minore Armonica, viene fuori questo:
Mi – Sol# – Si
Che è né più né meno un Accordo di Dominante uguale identico a come lo troveresti nel Modo Maggiore. Con tutte le sue caratteristiche di tensione, con tutte le cose al posto giusto.
In questo modo, tutto sembrerebbe filare liscio.
Sembrerebbe…
Scala Minore Melodica
Se hai letto, studiato e provato a suonare le Scale per Chitarra, provando la Scala Minore Armonica avrai notato che ha una sonorità bella strana.
Sembra una roba orientale.
Il suono orientaleggiante della Scala Minore Armonica dipende dal fatto che tra il Sesto grado (minore) e il Settimo grado (maggiore) c’è un intervallo molto largo: un tono e mezzo (cioè una Seconda aumentata).
Ora, mettiamo il caso che tu voglia scrivere un brano musicale in tonalità minore. Lo vuoi scrivere in minore perché deve essere una canzone triste e il minore è il modo delle canzoni tristi.
E mettiamo il caso che tu voglia sfruttare tutta l’efficacia della nota Sensibile (Settimo grado maggiore).
Ecco, non è detto però che tu voglia avere per forza un’atmosfera orientale.
Magari vuoi solo scrivere una canzone sul fatto che la tua ragazza ti ha lasciato e magari lei era bionda, con gli occhi azzurri, veniva dalla Norvegia e non aveva niente a che fare con l’Oriente.
Come fare?
Facciamo altri aggiustamenti
Ovviamente per questo problema ci sono già passati i grandi del passato.
E cosa hanno pensato, questi geniacci?
Di spostare il Sesto grado.
Ricordi?
Quando abbiamo analizzato la struttura della scala Minore Naturale abbiamo detto che ha la Terza, la Sesta e la Settima minori.
Abbiamo alzato il Settimo grado di un semitono per farlo diventare Sensibile.
Ma così facendo, abbiamo allungato molto l’intervallo tra Sesto grado (minore) e Settimo grado (maggiore), che è diventato di un tono e mezzo.
Allora alziamo anche il Sesto grado di un semitono: in questo modo l’intervallo tra Sesta e Settima torna a essere di un tono e tu puoi scrivere la tua melensa canzone triste sulla norvegese che ti ha mollato, senza strane atmosfere da Mille e una notte.
La scala che abbiamo creato in questo modo si chiama Scala Minore Melodica.
Riprendendo in mano il nostro La minore, viene fuori questa roba qua:
La – Si – Do – Re – Mi – Fa# – Sol# – La
E la sua struttura è questa:
T – 2^ – 3^ min – 4^ – 5^ – 6^ – 7^
Hai visto?
Dai, guarda bene!
Vedi che è quasi identica alla Scala Maggiore?
La sola differenza è che ha la Terza minore, per il resto è uguale.
Infatti se prendiamo una Scala Minore Melodica di Do ecco cosa viene fuori:
Do – Re – Mib – Fa – Sol – La – Si – Do
Come vedi, l’unica nota alterata è il Mi, cioè il Terzo grado (che è minore).
Quindi abbiamo rifatto il giro: basta togliere il bemolle al Mi e siamo tornati alla Scala Maggiore.
Ma quindi quale scala devo suonare?
A questo punto la confusione nella tua testa regna sovrana.
Cosa devi fare per suonare in modo minore?
Devi alterare il Settimo grado o no?
E se lo fai, allora poi devi alterare anche il Sesto?
Ora fa’ attenzione, perché ti svelo l’arcano.
Non devi considerare il modo minore come composto di tre scale diverse e alternative tra loro.
Devi considerare il modo minore come composto di un’unica scala di nove note.
Ta daaa!
All’interno di questa scala, il Sesto grado e il Settimo grado possono essere maggiori o minori, a seconda delle esigenze.
Per esempio, nella teoria classica dell’Armonia, la Scala Minore Melodica deve essere suonata con il Settimo e il Sesto grado maggiori in senso ascendente e minori quando si procede nel senso discendente.
In questo modo:
Senso ascendente
La -> Si -> Do -> Re -> Mi -> Fa# -> Sol# -> La
Senso discendente (leggi da destra verso sinistra)
La <- Si <- Do <- Re <- Mi <- Fa <- Sol <- La
Capito la regola?
Quando sali, Sesta e Settima sono maggiori, quando scendi sono minori.
Una scala di nove note.
Ma di questa regola, un certo signor Bach se ne infischiava bellamente e suonava Seste e Settime maggiori anche in senso discendente.
Che poi è quello che fanno oggi anche i jazzisti quando improvvisano.
La Scala Minore Melodica con Seste e Settime maggiori sia in senso ascendente che discendente è chiamata infatti Scala Bachiana o anche Scala Minore Melodica Jazz.
Tutto questo per dire che quando suoni in modo minore devi gestirti da te le alterazioni su Sesto e Settimo grado, a seconda del tipo di brano, dell’atmosfera, dei tuoi gusti. Ma anche a seconda degli accordi!
Se stai suonando con la tua band in tonalità di La minore e il tastierista ti sta suonando un accordo di Re minore, non farti venire in mente di suonare la scala minore con il Sesto grado maggiore, faresti un disastro!
Guarda qua:
Triade di Re minore:
Re – Fa – La
Scala minore con la sesta maggiore:
La – Si – Do – Re – Mi – Fa# – Sol# – La
Capito?
Suoneresti un Fa# su un accordo che contiene il Fa naturale: una stonatura tremenda.
Approfondiremo queste cose in un prossimo articolo.
Proviamo a semplificare
Nella musica pop, di solito, si tende a utilizzare la struttura della Scala Minore Naturale, alterando il Settimo grado solo nei punti strategici, cioè dove c’è bisogno di far sentire tutta l’efficacia della nota Sensibile: nelle Cadenze, soprattutto nelle Cadenze dirette (se non ricordi o non sai di cosa sto parlando, leggi qua: Cadenze musicali: capire il movimento alla base della Musica).
E infatti io ho fatto così in diversi brani che ho scritto.
In pratica, il trucco sta nel mettere la Sensibile dove ti serve.
Quando non serve, non la metti.
Perché?
Perché mettendo Seste e Settime maggiori dappertutto, cambiano anche le strutture degli accordi!
E diventa un gran casino.
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Diego says
Grazie Luca, come sempre chiarissimo nelle spiegazioni. Ne ho lette di cose sulla scala minore, avessi letto prima questa sarei partito con il piede giusto, anzi….con le note giuste.
Ciao e grazie.
Diego
Luca Ricatti says
Grazie Diego,
comunque l’argomento è vasto, continueremo a parlarne!
Mauro Desideri says
Ciao, ho scritto un articolo che spiega come mai percepiamo la scala minore con un senso di malinconia e tristezza, se qualcuno avesse voglia di approfondire…
https://www.albairatestudio.com/blog/musica-triste-ecco-perch%C3%A8-il-modo-minore-ci-deprime
Luca Ricatti says
Ciao Mauro,
l’articolo è interessante. Onestamente non mi è del tutto chiaro il collegamento con la forza di gravità; ad ogni modo il fatto che la Terza minore non coincida con la serie degli armonici naturali potrebbe effettivamente aver contribuito alla nascita dell’associazione tra Modo minore e tristezza/malinconia: una sorta di “innaturalezza” che ci fa sentire in qualche modo a disagio.
Penso però che anche la cultura e la Storia abbiano il loro peso.
Ci vorrebbe un’analisi musicologica dell’evoluzione dell’uso delle scale attraverso i repertori dei secoli passati fino ai giorni nostri, per capire se l’uso delle scale con la Terza minore sia sempre stato legato a un certo tipo di sentimenti o se piuttosto questa associazione sia il risultato di successive stratificazioni culturali, che oggi ci appaiono “naturali” perché ci vengono proposte fin dalla nascita.
R says
Infatti la gravità non c’entra assolutamente nulla. Puoi benissimo essere triste anche quando sei in piedi o addirittura su un aereo… ma da sdraiato ci fai anche l’amore, almeno in generale 😀 e infatti si dice “andare a letto” per intendere quello, che non mi pare una cosa così triste…
Non me ne intendo di musica e figuriamoci di una materia così affascinante come la teoria musicale, ma credo che la questione sia abbastanza semplice (sono complessi i dettagli del meccanismo). Il motivo per cui un suono ci trasmette una sensazione di tristezza non è molto diverso dal fatto che un limone ha il sapore aspro e provoca una reazione tipo contrarre i muscoli del volto e chiudere gli occhi. Questo perché esistono il frutto, le papille gustative e la chimica. Lo stesso per il suono con la differenza che l’organo interessato non usa la chimica ma la “meccanica” (e successivamente la chimica ma per altre ragioni) e genera una “sensazione” che non riguarda l’alimentazione ma comunque la sopravvivenza, l’ultrasuono lo scartiamo però riconoscere il ruggito del leone no! meglio sapere di che si tratta 🙂 Quindi credo che le ragioni siano da ricercare nell’evoluzione e le necessità evolutive, come il nostro orecchio si è adeguato ai suoni esterni. Più che alla “tipologia” o natura del suono, dovremmo vedere a cosa è associato quel suono per l’essere umano, e bisogna considerare anche che tutto è in continua evoluzione, la sirena di un’ambulanza a noi trasmette ansia o preoccupazione, se la sentisse un primitivo probabilmente avrebbe solo paura perché non sa di cosa si tratta, se scoprisse che quello stesso suono è prodotto da una nuvola che fa piovere cibo in abbondanza, non lo assocerebbe certamente all’ansia ma alla gioia (da qui l’indipendenza dalla natura del suono).
Da profano, credo che sarebbe interessante anche approfondire il “ritmo” in questo contesto, perché un determinato ritmo ci trasmette qualcosa? Sicuramente i motivi sono gli stessi di cui sopra ma sarebbe bello approfondine la “dinamica”, cosa che probabilmente è stata fatta e i musicisti forse lo sanno bene, ma io non lo sono! 🙁 E me ne pento ogni giorno! Se potessi tornare indietro non farei altro che studiare la musica. Mi trovo qui perché da autodidatta ho scoperto questa materia fantastica, che poi somiglia tanto alla realtà ultima. L’universo è armonia, melodia e movimento con qualche cambiamento di tanto in tanto che lo rende meraviglioso!
Scusate la digressione :-/
R says
Ciao Luca,
ho scoperto da poco il tuo sito, mi piace come spieghi e anche le altre info che trovo. Probabilmente in rete o altrove potrei ritrovare gratis tante informazioni, ma vorrei abbonarmi perché ritengo giusto sostenere quello che fai e come lo fai. Volevo solo chiederti se ci sono i rinnovi automatici dei pagamenti o ogni mese posso decidere (sai… devo controllare anche le finanze per quanto 10€ possano sembrare pochi…).
Grazie
Luca Ricatti says
Ciao R,
il rinnovo è ovviamente automatico, ma puoi disdire quando vuoi, non ci sono vincoli.
R says
Grazie!
andrea says
ciao Luca , vorrei segnalarti una svista.. o almeno credo lo sia..
nell’articolo qui sopra ” Scala minore: come è fatta veramente? ”
ad un certo punto dici testualmente :
[..
Ricordi quanto è importante l’Accordo di Dominante?
L’Accordo di Dominante è quello che crea il massimo di tensione e che deve risolvere sull’Accordo di Tonica.
Questo perché l’Accordo di Dominante contiene la Sensibile.
..]
ecco la mia segnalazione :
L’accordo di dominante NON contiene la sensibile (7a maggiore) !
.. ma contiene la 7a minore (la “fredda” sottotonica)
dico male ?
Ciao ! continua così ! Blog Stupendo!
andrea
Luca Ricatti says
Ciao Andrea, in realtà non è così.
Quando parliamo di «Sensibile» ci riferiamo a una precisa nota «della Scala» di riferimento.
Tu parli della Settima dell’Accordo.
Nella Scala di La minore, per esempio, la «Sensibile» è il Sol diesis, sempre lui. E l’Accordo di Dominante, che è il Mi, contiene il Sol diesis (è la sua Terza maggiore).
Così come «Dominante» è il Quinto Grado della Scala, «Sensibile» è il Settimo Grado Maggiore.
Non so se si è capito, comunque puoi fare riferimento a questa Lezione: Gradi della Scala Musicale.
Andrea says
Mannaggia ! HO CAPITO !! La tua risposta che é stata CHIARISSIMA e x me chiarificatrice !!
..avevo fatto una bella confusione !!
E nella pratica , una volta capito , è davvero semplice!
Grazie !
Complimenti x l’esposizione
Bravissimo Luca ?
Luca Ricatti says
Mi fa piacere Andrea!
Grazie!
Sergio Granato says
Luca Ricatti. Il vero unico insegnante che ti prende per mano quando sei al buio e pian piano, aprendo un finestrino, poi una finestra poi una porta ti porta in piena luce ad ammirare il panorama musicale e, finalmente vedi, finalmente capisci.
Luca Ricatti says
Ammazza!
Grazie, Sergio!