In questo articolo spieghiamo cos’è una scala musicale e a cosa serve, in modo dettagliato e approfondito, ma con un linguaggio semplice e accessibile a chiunque, anche a chi non ha nessuna conoscenza della teoria musicale.
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Una scala musicale non è una serie di note messe in fila, né un esercizio per principianti, ma un elemento alla base della cultura musicale di un popolo o di una civiltà.
Prima di iniziare, però, sciogliamo subito il dubbio che sicuramente ti ciondola nella mente.
«Perché diavolo dovrei studiare le scale musicali? Io vado a orecchio e funziona benissimo!»
Chi te lo fa fare?
C’è un famoso aneddoto sul grande chitarrista Django Reinhardt: una sera, lui e gli altri membri della sua band stavano giocando a carte e alcuni di loro discutevano di scale musicali; Django – stiamo parlando di uno dei più grandi, forse il più grande chitarrista jazz di tutti i tempi – si rivolse al violinista Stéphane Grappelli e gli chiese incuriosito:
«Cos’è una Scala?»
Django era completamente analfabeta, figurati se poteva avere nozioni di teoria musicale.
Studiare le scale sulla Chitarra non è obbligatorio.
Non è obbligatorio conoscere nessuna delle più elementari nozioni di teoria musicale. Quindi se non vuoi studiare le scale musicali va bene lo stesso.
Ma il punto è: e allora cosa cavolo ci fai qui?
Perché sei venuto a leggere un articolo in cui si parla di cos’è una scala musicale?
Te lo dico io perché: perché sei curioso.
Perché sapere le cose ti rende la vita più facile. E tutta la conoscenza del mondo è lì, devi solo decidere di farla tua.
Si può campare anche da analfabeti, come il grande Django.
Ma rispondi a questo: ora che sai leggere e scrivere, torneresti mai indietro? Rinunceresti mai a questo dono?
Tieni a mente questo: per quanto possa sembrare faticosa, penosa da raggiungere, ogni conoscenza è un dono.
Va bene – dirai tu – mi hai intortato, ma ora vieni al dunque: cos’è una scala musicale?
Beh – rispondo io – almeno due cose diverse.
Una gamma di suoni o un sistema gerarchico
In effetti col termine scala musicale possiamo intendere almeno due concetti diversi.
1) La scala musicale come gamma di suoni a disposizione dei musicisti e in genere di una cultura musicale. Per esprimere questo concetto useremo il termine Gamut.
2) La scala musicale come organizzazione gerarchica dei suoni. Per esprimere questo concetto useremo il termine Modo.
Ok, detto così suona tutto un po’ misterioso, perciò spieghiamoci meglio.
La Scala musicale come Gamut
Gamut è un termine inglese comunemente usato per indicare la gamma di colori di un dispositivo elettronico.
In realtà, però, gamut viene dal latino gamma ut, termine che era usato nella tecnica della Mano Guidoniana, un sistema medievale per imparare a leggere le note.
Ok, sto divagando.
In una canzoncina potrei usare le seguenti note per costruire melodia e accordi:
Do – Re – Mi – Fa – Sol – Sol diesis – La – Si – Do
In realtà, il Sol diesis viene utilizzato solo in alcuni passaggi in sostituzione del Sol.
Ma la gamma di suoni che ho a disposizione, il gamut, è quello sopra elencato, cioè le mie possibilità espressive comprendono sia il Sol che il Sol diesis.
Il concetto di Scala come Gamut è principalmente usato dagli studiosi per analizzare le tante culture musicali del mondo.
Sostanzialmente, in questi termini, una scala musicale non è altro che un elenco di suoni.
Un elenco molto utile perché ci fornisce l’alfabeto musicale di un brano, di un repertorio o perfino di un’intera cultura musicale.
Il problema è che non ci dice niente su come usare questa gamma di suoni.
La Scala musicale come Modo
Se voglio usare quelle note per farci una canzone, devo organizzarle in un sistema, devo dare loro dei ruoli e definire delle gerarchie.
Allora potrei organizzarle in questa maniera:
La – Si – Do – Re – Mi – Fa – Sol (Sol diesis)
In questo modo stabilirei che sto suonando un pezzo usando una scala minore (in questo caso: La minore).
A questo punto ho incarnato quel Gamut, gli ho dato una forma, stabilendo dei ruoli per le diverse note: per esempio ho stabilito che il La è la tonica e il Mi è la Dominante e che l’ultima nota può essere – a seconda delle esigenze – una Sotto Tonica (Sol) o una sensibile (Sol diesis; queste cose sono spiegate nella lezione sui Gradi della Scala).
In una parola, ho stabilito in che Modo suonare quelle note.
Va bene, dirai tu sempre più spazientito, ma non ho ancora capito a che mi serve studiare le scale.
Perché hai la testa di legno, rispondo io!
Studiare le scale serve soprattutto a…
Saper selezionare
Fondamentalmente, il campo dei suoni possibili è infinito.
L’orecchio umano è in grado di udire lo spettro di suoni che hanno frequenze comprese tra i 20 e i 20.000 hertz. Molto meno dei cani (che arrivano a 40.000) e dei gatti (che arrivano a 100.000). Ma è comunque uno spettro enorme.
Da 20 a 20.000 hertz sono tantissimi, troppi suoni per scrivere una canzocina d’amore. Ma anche per fare un grande assolo di jazz.
Abbiamo bisogno di fare una selezione.
E qui si apre un mondo, perché, nonostante le tante somiglianze, ogni cultura musicale in giro per il mondo ha fatto la sua, di selezione.
La base della musica europea
Noi europei abbiamo fatto così: abbiamo delimitato il campo infinito dei suoni a quel tratto che va da un certo suono (uno qualsiasi) a quello che ha una frequenza doppia (vedi la lezione sulla Tastiera della Chitarra).
Per esempio, possiamo prendere l’arco di suoni che va da 131 hertz (che è un Do) a 262 hertz (che è un altro Do, ma più acuto).
Capito?
Il primo suono ha una frequenza di 131 hz, cioè corrisponde a un‘onda sonora che compie 131 oscillazioni al secondo.
Il secondo suono fa 131 X 2 = 262 hz.
Quindi limitiamo la nostra attenzione solo ai suoni compresi in questo breve spazio:
131 → 262
Abbiamo chiamato questo breve spazio sonoro Ottava.
Ma in questo spazio ci sono comunque troppi suoni.
Perciò mettiamo 12 paletti, tutti equidistanti, e a ognuno di questi paletti diamo un nome (beh, in realtà alcuni ne hanno due di nomi):
1) Do
2) Do diesis / Re bemolle
3) Re
4) Re diesis / Mi bemolle
5) Mi
6) Fa
7) Fa diesis / Sol bemolle
8) Sol
9) Sol diesis / La bemolle
10) La
11) La diesis / Si bemolle
12) Si
Il termine tecnico coretto, ovviamente, non è paletti, ma semitoni.
Quindi un’Ottava è divisa in 12 semitoni.
La sequenza di 12 semitoni che va da una nota qualsiasi alla sua Ottava è detta Scala Cromatica.
In realtà, a questa selezione di 12 note, a questa Scala Cromatica ci siamo arrivati dopo molti, molti secoli. Prima la faccenda era molto più complicata (ne parleremo in prossimo articolo in cui spiegheremo cos’è il sistema temperato).
Ma non abbiamo finito, perché 12 note sono comunque troppe.
Dobbiamo fare un’ulteriore selezione.
Una scala di 7 note
Noi europei abbiamo deciso che, per fare un pezzo di musica, dobbiamo usare 7 note alla volta, da scegliere tra le 12 che abbiamo visto sopra.
Le altre 5 note devono essere escluse o, tuttalpiù, utilizzate come piccoli abbellimenti da infilare qui e là per dare colore.
Ok, ma come stabilire quali sono le 7 da suonare e le 5 da escludere?
Non esiste una risposta a questa domanda, perché – fortunatamente – la creatività umana ha ben pochi limiti e regole: di scale musicali ne sono state inventate una quantità.
Si possono però raggruppare in due grandi famiglie:
1) Scale maggiori
2) Scale minori.
Scale maggiori
Sono quelle che hanno il terzo grado maggiore: in queste scale la terza nota dista 4 semitoni dalla prima nota.
Scale minori
Sono quelle che hanno il terzo grado minore: in queste scale la terza nota è più vicina alla prima, perché dista solo 3 semitoni.
Questo ci suggerisce una cosa molto importante da tenere a mente: per definire una scala musicale non contano i nomi delle note, ma…
Le distanze tra le note
Per esempio, una scala maggiore ha una struttura fissa che può essere replicata a partire da qualsiasi nota. Posso cioè creare scale maggiori di Do, di Fa diesis o di Si bemolle e hanno tutte lo stesso schema in comune.
In sostanza, quindi, una scala musicale è come una griglia con 7 buchi che possiamo sovrapporre alle 12 note in cui sono suddivise le Ottave, per ricavare i 7 mattoncini con cui costruire il nostro brano musicale.
Le distanze tra i 7 buchi della scala/griglia sono fissi, di modo che qualunque sia la nota che scelgo come punto di partenza (Tonica) la struttura interna della scala è sempre uguale.
Quindi quando dico Scala Maggiore, piuttosto che Scala Frigia mi riferisco a una griglia, a un modello che può essere replicato a partire da qualsiasi nota.
Per concludere
Abbiamo messo un sacco di carne al fuoco, perciò facciamo un riassuntino.
1) Scala musicale è una definizione che può intendere un Gamut, cioè un elenco delle note a disposizione di un musicista per costruire un brano musicale; quando un musicologo parla di scala musicale, probabilmente intende un Gamut.
2) Oppure una scala musicale può essere intesa come un Modo, cioè una particolare disposizione di quelle note, una loro incarnazione in un sistema organizzato con gerarchie e regole, che spiega come utilizzare quelle note per creare un brano; quando un musicista parla di scala musicale di solito intende un Modo.
3) Una scala musicale è una selezione di suoni all’interno del continuum sonoro, cioè nel campo infinito di tutte le frequenze possibili.
4) La musica europea si è evoluta limitando il campo infinito dei suoni al percorso che va da un suono con una frequenza X a quello con una frequenza 2X, cioè all’interno di un’Ottava. E ha suddiviso l’Ottava in 12 parti, chiamate semitoni.
5) Per noi, quindi, una scala musicale è una griglia con 7 buchi che, sovrapposta ai 12 semitoni in cui sono suddivise le Ottave, ci permette di selezionare le 7 note con cui costruire un brano musicale.
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marco scagliarini says
Ciao
mi sono iscritto al Bollettino e stavo leggendo le pagine sulla scala musicale.
Leggo “Se sei già iscritto, va’ a scaricare la versione Pdf stampabile dell’infografica”, ma non so dove scaricarla. Si parla di “pagina riservata”, ma come ci vado ?
Scusa le domande forse banali.
Grazie
Luca Ricatti says
Ciao Marco, quando ti sei iscritto ti è arrivata una email automatica che ti manda alla Pagina di Benvenuto.
Lì trovi il link!
tipotopo says
Ti chiedo scusa, probabilmente persa nello spam.
Puoi rimediare ?
Grazie
Marco
Luca Ricatti says
Ti mando un’email.
Marco says
Ricevuta.
Grazie mille
Marco
danilo says
complimenti, hai il dono dell’insegnamento. bellissima spiegazione.
Luca Ricatti says
Grazie Danilo!
Giovanni says
Trovo estremamente interessanti, approfondite e pertinenti le tue lezioni, tanto da un punto di vista teorico-culturale che tecnico.
Grazie.
(Giovanni)
Luca Ricatti says
Grazie Giovanni!
pettenuz says
Ciao Luca. Grazie per quello che fai. Mi sto divertendo a seguire il corso anche se ho il braccino per cui mi limito alla componente gratuita. Cio’ detto ti vorrei chiedere un consiglio: vedo nelle lezioni, ad esempio in questa delle scale musicali, che ci sono a volte dei link che rimandano ad altri concetti, tipo scala maggiore e minore. La domanda è se consigli di leggerli ora o se saranno temi trattati in future discussioni.
Luca Ricatti says
Ciao Pettenuz,
i link sono l’essenza del web, ogni volta che cito un argomento che ho trattato in qualche altro articolo devo linkarlo.
Questo non vuol dire che sei obbligato a seguire quel link.
Magari però quell’argomento potrebbe interessarti di più.
Oppure se, per esempio, ti dico che sarebbe meglio leggere prima la Lezione A di quella B, allora faresti bene a seguire il link alla Lezione A e leggere quella.
Insomma, il link sono un mezzo per facilitare la navigazione, ma non sono un obbligo a cliccarci sopra.
Giovanni says
Ciao Luca, vorrei ricevere di nuovo anch’io la Pagina di Benvenuto dove trovare il link! Io ho confermato l’iscrizione, penso al Bollettino di Luca Ricatti il 07/02/2021.
Grazie.
Luca Ricatti says
Ciao Giovanni, nel frattempo la struttura del sito è un po’ cambiata.
Ho controllato e risulti regolarmente Iscritto.
Va’ a questa pagina: Lezioni di Chitarra, cerca un argomento che ti interessa e clicca dove dice «Se sei Iscritto Clicca qui». Arriverai alla pagina dove scaricare le Risorse Aggiuntive.
Giovanni says
*****
Sei veramente un mago caro Luca; grazie: riesci ad anticipare i nostri pensieri-problema, e ciò è molto bello, così come lo è la tua chiarezza espositiva, la semplicità e la profondità degli enunciati tecnico-teorici e culturali..
Sai io sono molto curioso e spesso vado ad approfondire alcune motivazioni tematiche musicali.
Mi piacerebbe sapere come iscrivermi al tuo blog (?) e quanto costa.
Abbracci.
G.C.
PS,
puoi rispondermi privatamente sulla mia mail.