Come si leggono e si scrivono le Sigle degli accordi? Sveliamo i segreti di questo misterioso codice con l’aiuto della solita Infografica ed esempi pratici.
Ma ti avviso: questo articolo non è per tutti.
Saper interpretare le sigle degli accordi ti permette di costruire le diteggiature giuste per i brani che vuoi suonare, rispettandone esattamente l’armonia. E ti permette anche di scrivere efficacemente gli appunti che vuoi condividere con gli altri.
Ma tutto questo ha un senso se sai come costruire gli accordi sulla Chitarra, soprattutto gli accordi a quattro voci.
Ma non è tutto.
Per capire cosa significano lettere, simboli e numeri che si trovano nelle sigle degli accordi devi conoscere una serie di cose che riguardano la teoria musicale.
Per tua fortuna sono tutte cose che ho trattato in questo blog e quindi – se non le conosci – puoi andare a leggertele prima. Se non lo fai non capirai nulla:
→ Intervalli musicali: cosa sono?
→ Accordi diminuiti e Accordi aumentati
Ecco, per capire tutto ciò che riguarda le sigle degli accordi, almeno questi argomenti li devi conoscere.
Infografica
Come per tutte le mie Lezioni di Chitarra, durante la lettura puoi fare riferimento all’Infografica che trovi all’inizio: se ci clicchi sopra si ingrandisce.
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E ora veniamo a noi.
Esiste un metodo unico codificato?
Cominciamo col dire questo: non esiste, no.
Da nessuna parte stanno incise delle regole nella pietra. Non è come per la scrittura su Pentagramma.
Le sigle degli accordi sono nate da una serie di pratiche comuni che si sono diffuse col tempo.
Ma è anche vero che il sistema oggi è abbastanza maturo e si basa su una serie di leggi non scritte ma ampiamente accettate.
Devi però tenere presente che potresti trovare accordi scritti da qualcuno che fa di testa sua.
Quindi cerca di mantenere sempre un minimo di elasticità mentale.
E ora veniamo al dunque.
La Fondamentale: il nome nelle sigle degli accordi
Innanzitutto i nomi.
Gli accordi prendono il nome dalla loro Fondamentale.
E siccome tutti sappiamo come si chiamano le note, è facile sapere come si chiamano gli accordi…. O no?
Siamo abituati a chiamare le note Do, Re, Mi, Fa, Sol, La e Si.
Ma non funziona così in tutto il mondo.
In realtà questi nomi furono inventati nel medioevo da un monaco italiano di nome Guido D’Arezzo.
Beh, in verità Guido D’Arezzo le aveva chiamate così:
Ut, Re, Mi, Fa, Sol, La e Sa
Queste erano le sillabe iniziali dei versi di un inno che veniva cantato in onore di San Giovanni Battista, patrono dei musicisti. Come tutto ciò che aveva a che fare con la liturgia ecclesiastica, questo inno era in latino.
Durante il 1500 la settima nota cambiò il nome da Sa a Si e circa un secolo dopo la prima nota divenne Do.
Ad ogni modo, questi nomi si diffusero nei paesi in cui si parlano lingue che derivano dal latino, come l’Italia, la Francia, la Spagna.
Nei paesi in cui si parlano lingue non-latine, come in quelli di lingua inglese e tedesca, questi nomi non ebbero successo. Lì si continuò a utilizzare un sistema più antico, di origine greca: il sistema letterale.
– A → La
– B → Si
– C → Do
– D → Re
– E → Mi
– F → Fa
– G → Sol
(Se questa faccenda dei nomi ti incuriosisce, puoi dare un’occhiata a questa tabella su Wikipedia in inglese: 12 Tone cromatic scale)
Col diffondersi della cultura musicale americana, il sistema letterale ha finito col diventare di uso comune in tutto il mondo.
Se vado a cercare gli accordi di una canzone rock o di uno standard jazz, mi imbatterò certamente in uno spartito in inglese, dove i nomi degli accordi saranno scritti col sistema in uso da quello parti, cioè la notazione letterale.
Perciò l’Accordo di Do sarà chiamato C, quello di Sol sarà indicato come G e via di seguito.
D’altra parte, il sistema delle sigle degli accordi si è sviluppato in ambito jazzistico. Il jazz è una roba nata in America.
Va da sé, quindi, che nelle sigle degli accordi i nomi sono quasi sempre scritti col sistema letterale.
E ora cerchiamo di capire cosa sono tutte quelle altre cose che sono scritte accanto alle lettere.
La Terza
Come saprai, gli accordi possono essere maggiori o minori.
Come saprai, questa differenza dipende dal’intervallo di Terza che corre tra la prima e la seconda nota dell’accordo.
Se questo intervallo è di Terza maggiore, l’accordo è maggiore.
Se è di Terza minore, allora l’accordo è minore.
Come si scrive questa cosa nelle sigle degli accordi?
Se l’accordo è maggiore, non si scrive niente.
Per esempio, l’accordo di Do maggiore si scrive semplicemente C ( ricordi che la lettera C rappresenta la nota Do?).
Se l’accordo è minore, si aggiunge la sigla min, oppure il simbolo “–” (meno).
Quindi l’accordo di Do minore si scrive C min oppure C-.
Gli Accordi Sospesi
Esistono accordi che non sono
Si chiamano Accordi sospesi.
Per indicate un accordo sospeso, si usa la sigla sus (dall’inglese suspended, che vuol dire appunto sospeso).
Perciò se troviamo scritto G sus, vuol dire che dobbiamo suonare un accordo di Sol senza la Terza.
Può capitare di trovare una sigla di questo tipo:
G sus4.
Vuol dire che questo accordo sospeso, pur mantenendo il suono ambiguo (né maggiore né minore), ha la Quarta che va a colmare il vuoto lasciato dalla Terza.
Siccome però poi si viene a creare un intervallo troppo breve tra Quarta e Quinta, spesso al posto della Quinta di mette la Sesta.
In questo modo si viene a creare il fantomatico accordo di Quarta e Sesta.
Su questo accordo ci sarebbe molto da dire, ma ora non è il momento, perciò ci limitiamo all’informazione fondamentale: l’accordo di Quarta e Sesta è in realtà il Secondo Rivolto di una Triade maggiore.
Guarda qua.
Prendiamo la Triade maggiore di Do.
– Posizione diretta: Do – Mi – Sol (Fondamentale – Terza Maggiore – Quinta giusta).
– Secondo Rivolto: Sol – Do – Mi (Quinta – Fondamentale – Terza).
Se ricordi come si calcola la lunghezza degli intervalli, puoi vedere che:
– tra Sol e Do passa un intervallo di Quarta.
– tra Sol e Mi c’è un intervallo di Sesta.
Quindi il Secondo Rivolto è una Triade sospesa di Quarta e Sesta e la potremmo scrivere così:
→ G sus4 6
I Rivolti degli Accordi
E visto che abbiamo parlato di rivolti: può capitare di trovare una sigla in cui è indicato che il basso dell’accordo deve essere una nota diversa dalla Fondamentale.
Solitamente, le sigle lasciano un certo grado di libertà al musicista: sono un’indicazione generica (altrimenti si usa il Pentagramma, che consente di scrivere in modo dettagliato quali note debbano essere suonate e in quale posizione).
Ma in certi casi è necessario dare un’indicazione precisa su quale nota deve essere messa al basso.
E si scrive mettendo una barra diagonale seguita dal nome della nota che deve essere in posizione più bassa.
Per esempio:
C/G significa che l’accordo di Do maggiore deve essere suonato col Sol (la Quinta) al basso (quindi in posizione di secondo rivolto).
Notare che questo è lo stesso accordo che abbiamo visto sopra come Accordo di Quarta e Sesta. Che quindi può essere scritto in entrambi i modi.
La Quinta
La Quinta è la terza nota dell’accordo. E può essere giusta, aumentata o diminuita.
Se la Quinta è giusta non si scrive niente.
– C vuol dire: Do maggiore con la Quinta giusta.
– C- vuol dire: Do minore con la Quinta giusta.
Se la Quinta è aumentata si scrive aug (dall’inglese augmentated) o il segno # davanti al 5 (dove # rappresenta il segno del diesis) oppure il segno + (più).
– C+ o C#5 vuol dire: Do aumentato (se non sai o non ricordi cos’è un accordo aumentato, va’ a leggere qui: Accordi diminuiti e Accordi aumentati).
Se la Quinta è diminuita, dipende.
Le Quinte diminuite
Per indicare genericamente che un accordo ha la Quinta diminuita si usa il simbolo b (che sta per bemolle) davanti al 5.
Nel caso di una triade diminuita (quindi: Fondamentale, Terza minore e Quita diminuita), puoi trovare scritto: dim oppure O.
Nel caso di un accordo diminuito a quattro voci (quindi: Fondamentale, Terza minore, Quinta diminuita e Settima diminuita), puoi trovare scritto scritto così: dim 7 oppure O 7.
Siccome poi la Settima diminuita è un suono omofono della Sesta maggiore, l’accordo diminuito si può intendere anche come accordo di Sesta con la Quinta diminuita e quindi scriverlo così: Cm 6 b5.
Nel caso di un accordo semidiminuito (quindi: Terza minore, Quinta diminuita e Settima minore), trovi scritto così: Ø.
Fermi tutti, lo stiamo perdendo!
Calmati, fa’ un respiro profondo.
– Diminuito → la lettera O
– Semidiminuito → la lettera Ø (che si chiama aptang ed è una lettera che si usa in certe lingue del nord Europa), cioè come una O ma con un taglio diagonale.
Ricapitolando tutto:
Esistono
– Triade diminuita che ha: Terza minore, Quinta diminuita;
– Accordo diminuito che ha Terza minore, Quinta diminuita e Settima diminuita;
– Accordo seimidiminuito che ha: Terza minore, Quinta diminuita e Settima minore.
E si scrivono così:
– Triade di Do diminuito → C O
– Do diminuito → C O7
– Do semidiminuito → C Ø
La Settima
Quando la Settima è Maggiore trovi scritto così: major7 o maj7 o M7 o Δ. Soprattutto tra i jazzisti il simbolo più usato è Δ, che sarebbe la lettera greca delta maiuscola.
Quando la Settima è minore, trovi semplicemente scritto 7.
Quindi:
– Do Settima minore → C 7
– Do settima maggiore → C Δ
Accordi di Sesta
Esistono gli accordi di sesta, ne abbiamo visto uno sopra.
Si siglano semplicemente aggiungendo un 6.
Le Tensioni
Come sai, un accordo può essere esteso anche a cinque o più voci.
Sono i cosiddetti intervalli composti (ne ho parlato qui: Intervalli musicali): Nona, Undicesima e Tredicesima, che corrispondono alla Seconda, alla Quarta e alla Sesta spostate all’Ottava superiore.
Gli Intervalli Composti si aggiungono agli accordi per aumentare il senso di tensione e per questo vengono chiamati Tensioni.
Nelle sigle degli accordi li trovi segnati con il numero corrispondente.
Se nella sigla c’è scritto 9, vuol dire che l’accordo contiene la Nona.
Se c’è scritto 11 evidentemente contiene l’Undicesima.
Se c’è il 13 devi suonare la Tredicesima.
Normalmente, quando trovi scritta una di queste estensioni, si dà per scontato che deve essere suonata anche la Settima. E quando diciamo Settima intendiamo Settima minore.
L’eventuale presenza della Settima maggiore, invece, è sempre segnalata (come Δ, come maj7, eccetera).
Ma non è detto che la Settima debba essere necessariamente presente.
Potresti trovare una forma del genere:
– C- (add9)
– C-/9
In questo caso vuol dire che l’accordo di Do minore contiene la Nona ma NON la Settima.
Come tu ben saprai, però, questi intervalli possono presentarsi in varie forme…
La Nona
All’interno di un accordo, la Nona può essere:
– Maggiore → è indicata con un semplice 9 (es: C9)
– Minore → è indicata con il segno b davanti al 9 (es: C b9)
– Aumentata → è indicata con il segno # davanti al 9 (es: C #9).
La Nona diminuita normalmente non si trova, per il semplice fatto che sarebbe un suono omofono dell’Ottava.
Come in che senso?!
Sei abbassi la Nona di due semitoni, a quale nota arrivi?
All’Ottava, appunto.
L’Undicesima
In quanto intervallo composto di una Quarta + un’Ottava, l’Undicesima può essere:
– Giusta → è indicata con il semplice 11 (es: C11)
– Aumentata → è indicata con il segno # davanti all’11 (es: C #11).
– Diminuita → poco comune. Eventualmente la trovi indicata col segno b davanti all’11.
L’Undicesima diminuita sarà come una Terza maggiore all’Ottava superiore. Perciò in un accordo maggiore non avrebbe senso indicarla come un’alterazione.
Per lo stesso motivo è difficile che si possa trovare in un accordo minore: si avrebbero nello stesso accordo Terza minore e Terza maggiore; che non è del tutto improponibile, visto che tra i due suoni corre un intervallo molto largo (quasi un’ottava intera).
La Tredicesima
La Tredicesima (che è la Sesta all’Ottava superiore) può essere:
– Maggiore → è indicata con la semplice aggiunta del numero 13 (es: C 13)
– Minore → è indicata con il segno b davanti al 13 (es: C b13)
La Tredicesima Diminuita è piuttosto improbabile: sarebbe una ripetizione all’Ottava superiore della Quinta giusta (avrebbe senso solo in un accordo con la Quinta diminuita e Tredicesima diminuita; potremmo ipotizzare di scriverlo così: C b5 bb13; oppure così: C b5 dim13).
E la Tredicesima Aumentata sarebbe una ripetizione all’Ottava della Settima minore. Anche questo poco probabile, a meno che non ipotizziamo un accordo del tipo CΔ #13.
E ora cerchiamo di mettere insieme tutto quello che abbiamo detto per capire come leggere (e come scrivere) correttamente le sigle degli accordi.
Mettiamo tutto insieme
Esiste un ordine in cui è più corretto mettere i segni all’interno delle sigle degli accordi.
1) Per primo si trova ovviamente il nome (cioè la nota Fondamentale dell’accordo).
2) Dopo si trova segnalato se l’accordo è minore (con “min” o il segno “–“)
3) Poi si può trovare l’eventuale presenza della Settima (7 se è minore; Δ, major7, maj7 o M7 se è maggiore).
4) A questo punto si può trovare una alterazione sulla Quinta (# se è Aumentata o b se è Diminuita)
5) Infine si possono trovare le Tensioni (Nona, Undicesima e Tredicesima), che sottintendono sempre la presenza della Settima; se però sono precedute dal segno “/” oppure sono riportate tra parentesi precedute dalla scritta Add, allora la Settima non va suonata.
Poi ci sono i casi particolari: gli accordi
– Triade di Do Diminuito: C O oppure C dim oppure C b5
– Do Diminuito: C O7 oppure C dim7 oppure C 6 b5
– Do Semidiminuito: C Ø
– Do Aumentato: C+ oppure C #5 oppure C aug
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Giuseppe says
Articolo Molto interessante
Luca Ricatti says
Grazie Giuseppe!
Renzo Canafoglia says
MAI… e dico MAI ho trovato spiegato così bene il “mondo degli accordi” nella musica tonale (sia per chi è alle prime armi che per i più esperti). Complimenti vivissimi!!!
Luca Ricatti says
Grazie Renzo!
Stefano says
Ciao Luca, sei un grande ! Belle le tue lezioni e le cose che scrivi.
Niente, mi sa che mi tocca il ruolo del pedante: nell’infografica il Sol è indicato con F…check it out !
Buona Vita
Stefano
Luca Ricatti says
Ciao Stefano,
Grazie e grazie per la segnalazione, appena possibile correggo!
pigio says
Sei sicuro che M7 sia una settima maggiore? Penso che sia invece una settima dominante, vale a dire triade maggiore ma con settima minore.
1-3-5-b7
La settima maggiore, che si scrive maj7, è invece: 1-3-5-7
Luca Ricatti says
Ciao Pigio,
sinceramente la grafia « M7 » per indicare una Settima minore non l’ho mai vista.
Al contrario l’ho vista usare per indicare la Settima Maggiore.
Anche perché solitamente la Settima minore si indica col semplice 7, senza bisogno di aggiunte.
Poi ripeto che tutte queste non sono “regole” inviolabili, ma semmai sono prassi più o meno accettate e non posso escludere che ci sia chi scrive « M7 » per intendere una Settima minore. Ma veramente non mi è mai capitato.
Anonimo says
Ciao Luca, grazie per la tua risposta.
Se prendi la scala di Do maggiore armonizzata con l’aggiunta del settimo grado vedrai che al quinto grado la distanza tra la 1 e la 3 nota è di due toni, per cui l’accordo è maggiore. Ma tra 5 e 7 è di un tono e mezzo. La 7 è distante un tono dall’ottava, per cui è una settima minore.
Accordo maggiore con settima minore si dice, in inglese per quanto ne so io: dominant seventh chord.
Saluti!
Pigio
Luca Ricatti says
Sì Pigio, grazie.
Max says
Scusate se mi intrometto…sono in neofita ( suono la chitarra da un anno e mezzo)…non vorrei dire castronerie ma se si fa un esempio si può essere più chiari….
Accordo Mi (E)
Mi 7 o E7 (7° minore aggiunta all’accordo di Mi maggiore)
Mi min 7 o Em7 ( 7° minore aggiunta all’accordo di Mi minore)
Corretto???
Luca Ricatti says
Ciao Max,
sì, è corretto
MB says
Ciao e grazie per questo riassunto sulle sigle degli accordi. Quando scrivi che l’accordo diminuito si può intendere anche come accordo di Sesta con la Quinta diminuita e quindi scriverlo così: C 6 b5, in realtà intendevi Cm6 b5 oppure ho capito male?
Luca Ricatti says
Esatto, è un errore di battitura e ora lo correggo. Grazie per la segnalazione!✌️
Anonimo says
Luca, complimenti vivissimi ! tutto (abbastanza) chiaro anche per un digiuno totale come me (che però suona ‘ ad orecchio’ diversi strumenti…)
Luca Ricatti says
Grazie!
Andrea says
Ciao Luca!
Mi sono imbattuto nel tuo blog cercando la risposta al mio dilemma;scrivendo un brano mi trovo di fronte ad un accordo che non so come siglare.Ho scoperto che può essere un accordo “quintale” che se ho capito bene sarebbe la somma di due quinte senza la terza,ma nel mio caso è presente anche il Si al basso,cioè la sequenza sul pentagramma è la seguente: Si-Re-La-Mi.Come devo chiamare questo accordo?Io ipotizzo si possa chiamare Re quintale/Si.In realtà il Si sarebbe un ulteriore quinta,ma è al basso,non è l’ultima quinta.E allora?Altro quesito: Si-Re-La-Si.A questo non riesco proprio a dare un nome.Sigh!Aiuto!
Luca Ricatti says
Ciao Andrea,
diciamo che spesso gli accordi possono avere più di un nome e la scelta dipende dal contesto. Per me l’accordo che dici tu potrebbe essere un semplice B11, cioè un Si con 7 e 11 (manca la 5, cioè il F#, ma spesso negli accordi molto estesi la 5 è tralasciata).
Però se per il contesto pensi che vada per forza inteso come un accordo di Re, allora vale la pena avventurarsi in definizioni più ardite; allora per esempio potresti chiamarlo D sus 9 11 / B (cioè col basso in Si).
L’altro accordo per me può tranquillamente essere un semplice B7.
Tieni presente che una sigla è un’indicazione, non pretende di dire esattamente tutte le note che devono essere suonate; per fare questo serve il Pentagramma.
Andrea says
Grazie Luca,
è vero,è un Si 11!Non so come ho fatto a non accorgermene.Eppure ho ancora gli appunti delle lezioni di teoria che ho preso ormai tanti anni fa,e dicono che aggiungendo la 11 si toglie la 5,e aggiungendo anche la 13 si toglie anche la 7.Io avevo già scelto la tua seconda soluzione,ma trovo che invece è proprio un Si di undicesima perfetto.Il secondo accordo ha il Mi al basso e io mi ero arrampicato su un Resus/6/add9/Mi, perchè in un accordo di 7 la 5 ci vuole.Ma se me lo dici tu che è un si di 7 prendo atto.Grazie
Andrea says
No,scusa Luca,mi sono sbagliato e sono daccapo.Riguardando gli appunti ho trovato che negli accordi di undicesima quello che si toglie è la terza,non la quinta;e negli accordi di tredicesima si toglie anche la quinta,non la settima.La settima c’è sempre.Cioè:
9= T-3-5-7-9
11= T-5-7-9-11(4)
13= T-7-9-11-13 (6)
Per cui il quesito resta.Mi sa che userò la seconda tua verione,che poi è quella che avevo già scelto anch’io.
Luca Ricatti says
Ciao Andrea,
in realtà non vedo perché devi essere costretto a togliere la Terza per mettere l’Undicesima.
Le voci le puoi mettere tutte (se hai abbastanza dita a disposizione). Tieni conto che togliendo la Terza tenderà a somigliare molto di più a un Accordo costruito sul Quinto Grado di quello di partenza.
Cioè, se tu parti da un Accordo: Sol – Si – Re – Fa – La – Do, ma gli togli il Si, somiglierà molto di più a un Accordo di Re con uno Basso un po’ strano (molto bello, però): Re – Fa – La – Do ma col Basso in Sol.
Dunque cambi completamente il significato armonico di quell’Accordo.
Per non parlare di un Accordo di 13sima a cui togli sia Terza che Quinta!
Diventerebbe Sol – Fa – La – Do – Re – Mi, che in pratica è un Accordo di Fa nona col basso in Sol. Bellissimo, ma molto lontano dal suono di un Accordo di Sol.
Spero di esserti stato utile.
Alex says
Niente, per uno come me che non ne capisce un tubo… trovo molto interessanti le tue spiegazioni al punto tale che ( non so come mi ci sono trovato… a leggere qualche tua lezione) di tanto in tanto mi faccio una lettura… le trovo molto interessanti per uno come me che non sa niente di musica anzi ora posso dire tra virgolette che qualcosa la so anche se non suono nessun strumento… non nascondo che mi piace conoscere e sapere di ogni cosa… in ogni caso complimenti sono alla portata di chiunque… se mi permetti ti dico bravo.
Luca Ricatti says
Grazie Alex, il miglior complimento che potevi farmi!!!
Alessandro Manni says
Sono diplomato in organo e composizione organistica e, di conseguenza, di armonia ne mastico abbastanza. Però non si finisce mai di imparare. Per esempio che la notazione accordale per chitarra è una specie di mondo a parte e molto interessante. Un mondo che tu sei bravissimo a spiegare in modo chiaro, semplice, piacevole e, ciononostante, sempre tecnicamente rigoroso. Bravissimo!!!
Luca Ricatti says
Ma grazie Alessandro!
Michelangelo says
Ciao Luca. Ho ripreso a suonare la chitarra dopo 45 anni e mi sono ritrovato con un accordo di sol#11. Volevo capire se sono in Sol, preso col barrè, considerando gli intervalli, credo che la nota da prendere sia il Do, correggimi se sbaglio, cosa devo eliminare come nota per aggiungere il do? Grazie.
Luca Ricatti says
Ciao Michelangelo,
scusa il ritardo con cui ti rispondo.
Non ho capito se l’accordo è un Sol# con l’undicesima o un Sol con la #11.
In entrambi i casi comunque la nota da aggiungere sarebbe il Do#.
In teoria non devi eliminare nulla, anzi dovresti metterci anche la Settima Minore.
Se però per un problema di diteggiatura hai bisogno di eliminare una nota puoi sacrificare la Settima (se ce l’hai messa) o la Quinta.
Ti consiglio di dare un’occhiata a questo articolo ☞Intervalli sulla Chitarra
Stefano Ferrero says
Grazie per le interessanti e utili informazioni, ottimo lavoro !!
Potrebbe essere utile aggiungere gli accordi Altered spesso trovati come: Calt.
Grazie
Luca Ricatti says
Ciao Stefano e grazie.
Penso che volevi scrivere «Alt».
Hai ragione, è una mancanza: la scritta «Alt» è un’indicazione generica per intendere che puoi alterare l’accordo (di solito di Settima Dominante) un po’ come ti pare, nello specifico modificando la Quinta o la Nona. Insomma è un modo per dire che lo devi suonare strano, ma puoi fare come meglio credi.
Andrea says
Ciao Luca. Ho da sottoporti un quesito di teoria. Premesso che strimpello un po’ la chitarra ma che il mio strumento è il pianoforte, mi sono trovato a scrivere sullo spartito un accordo che non so come chiamare. Domanda: esiste un accordo maggiore di quinta minore (non sto parlando di diminuiti)?Io ho “costruito” un accordo con al basso RE e MI di ottava e a destra LAb (o SOL#),DO# e FA#. Io l’ho chiamato RE 5-/7+/9.Il brano è in SOL e quest’accordo mi serve per la chiusa; é un accordo sospeso, che segue un SOL maggiore e risolve in un MIb 7+, con cui quindi chiudo il brano in tonalità diversa. Esiste? Se sì, come devo chiamare il LAb, come tale o come SOL#?Grazie per l’attenzione.
Andrea says
Scusa Luca, facendo seguito al mio post precedente ti faccio presente che ho modificato l’accordo in questione. Ho aggiunto al basso il LA naturale (quindi Re-LA-MI) mantenendo inalterate le note della mano destra; quindi ho chiamato il nuovo accordo RE si 4+/7+/9.La 4+ è appunto il SOL# (che quindi non lascia più dubbi se chiamarlo SOL# o LAb) ed è lontano dal LA naturale al basso, quindi può coesistere. L’accordo così costruito è più gradevole all’orecchio e risulta più completo, oltre a risolvere il dubbio se esiste un accordo maggiore di quinta minore perché adesso con la quinta naturale posso chiamare 4+ il SOL# all’ottava superiore. Inoltre all’accordo di chiusura del MIb ho aggiunto la 9.Tutto molto più bello. Che ne pensi?Grazie
Andrea says
A correzione di un refuso nell’ultimo post:…ho chiamato il nuovo accordo RE (di)4+/7+/9 ……
Luca Ricatti says
Ciao Andrea,
Premettiamo che un accordo può essere visto in vari modi e quindi può avere vari nomi.
Detto questo, io procederei così.
L’accordo dici che risolve in Mib, quindi lo inquadrerei come accordo del «gruppo di dominante» della tonalità di Mib Maggiore; poiché mi pare di capire che la prima nota al basso è Re, lo considererei come accordo di Re, che è Settima Maggiore di Mib.
La è la sua Quinta; Mi la sua Nona.
Poi, specifichiamo che la Quinta Minore non esiste: la Quinta può essere solo giusta, diminuita o aumentata.
Comunque, nel caso del tuo accordo, il Sol# mi sembra corretto interpretarlo come Undicesima Aumentata, cioè come una Quarta Aumentata all’ottava superiore.
Il Do# è ovviamente una Settima Maggiore; questa è un po’ strana, dovrebbe esserci la Settima Minore (Do naturale), ma mi pare di capire che è anche molto lontano dalla Fondamentale.
Fa# è la sua Terza Maggiore, anche se a un’ottava più alta; quindi l’accordo non può essere considerato sospeso, secondo me. L’accordo di settimo grado dovrebbe essere minore, possiamo considerare questa nota un’alterazione, ma è pure sempre una Terza Maggiore.
Dunque a voler dare un nome a questo accordo, lo chiamerei Re M7 9 #11.
Andrea says
Grazie del tuo parere, Luca. Sono d’accordo sul chiamare #11 quella che io sbagliando ho chiamato #4,perchè è all’ottava superiore, anzi 11 gradi più su, cioè alla seconda ottava superiore. Ma ho provato a mettere il DO naturale come suggerisci tu, ma l’effetto acustico cambia totalmente, e non è quello che voglio ottenere, perché dà un senso di tristezza invece che di tranquillità come è con la #7; per me il risultato all’orecchio è fondamentale. Sono anche d’accordo, avendo letto la tua lezione sugli accordi sospesi, che lo sono quando manca la modale, che invece nel mio accordo è presente. Io mi riferivo al senso di accordo di passaggio che (sempre all’orecchio) quasi ti obbliga a concludere col Mib#7/9.
Luca Ricatti says
Certo, Andrea, ovviamente ho fatto un ragionamento in astratto, non conoscendo il contesto della canzone, se hai scelto quei suoni è perché per te hanno un senso in quel modo e fai bene a usare quelli.