Questo è il mio arrangiamento di Sono Solo Canzonette di Edoardo Bennato, capolavoro che racconta con arguzia la condizione di tanti artisti.
È la prima volta che registro un video NON in presa diretta. Credo che non lo farò mai più.
In questo caso realizzare questa idea bislacca registrando in presa diretta sarebbe stato troppo complicato e la qualità audio sarebbe stata comunque inevitabilmente troppo bassa.
Perché ho deciso di farne una cover?
Sono sincero: più di tutto, per i versi iniziali.
Sono la più bella e illuminante spiegazione di quella botta improvvisa che tanti di noi hanno subito da ragazzini: un attacco di chitarra, un rullo di batteria, un urlo sguaiato in un microfono e sei fregata/o per tutta la vita.
Non potrai più fare a meno del rock e della musica in generale.
Mi ricordo che anni fa
Di sfuggita dentro un bar
Ho sentito un jukebox che suonava…
Edoardo Bennato è stato uno di quelli che mi hanno iniziato al rock ‘n roll.
Tutorial e Pdf Stampabili
Prima di proseguire: per i Finanziatori del Blog è disponibile il Video Tutorial dell’arrangiamento di Chitarra, con la Tablatura in formato Pdf Stampabile.
Per gli Iscritti gratuiti ho creato una versione semplificata da suonare col plettro, con le sigle degli accordi in Pdf stampabile.
Autoradio
Quando ero bambino un paio dei suoi album (acquistati rigorosamente originali) erano tra quelli che i miei facevano girare nell’autoradio (a cassette), di quelle che quando scendevi dall’auto dovevi estrarle e portartele dietro, altrimenti ti avrebbero sfasciato il finestrino per rubarla.
L’acquisto di un’autoradio da parte dei genitori fu una delle novità che stravolsero la vita di milioni di bambini della mia generazione.
Non c’era molta musica rock nella discoteca di famiglia.
A un certo punto io e mia sorella imponemmo un paio di album di Michael Jackson (prima Bad, poi ottenemmo anche il precedente, Thriller).
Ma di rock vero e proprio c’erano due dischi di Zucchero (amavo tantissimo Blues e ricordo l’uscita di Oro, Incenso e Birra come un evento epocale) e poi un paio di album di Bennato: Ok Italia e Abbi Dubbi.
Incredibilmente, solo molto più tardi conobbi le sue mega hit del passato come Il Gatto e la Volpe o L’Isola che non C’è. D’altra parte ero ancora un bambino, non sapevo che stavo muovendo i primi passi in un mondo immenso e pieno di avventure.
Imparare a suonare la Chitarra era ancora un vago sogno, chiuso nel cassetto dei «mi piacerebbe tanto un giorno».
Pochi anni più tardi (ma a quella età sembrano ere) arrivò Vasco e poi, finalmente, la musica anglosassone, tra i primi ascolti gli U2, i Clash, i classici del Rhythm and Blues.
Gli impresari di partito
Ovviamente, a differenza di Bennato non ho mai avuto il problema degli impresari di partito che fanno inviti ai raduni politici e tirano la giacchetta agli artisti.
Il massimo di riconoscimento sociale che ho mai avuto come musicista è il mio nome come autore delle sonorizzazioni sulle locandine di alcuni spettacoli teatrali e nei titoli di un paio di cortometraggi.
Ma a ben guardare, tutti i temi affrontati in Sono Solo Canzonette hanno a che fare con la mia vita, come con quella di chissà quante centinaia di migliaia di altri musicisti, attori, nani e ballerine.
Insomma, di tutti noi cialtroni, artisti della performance, imbonitori del pubblico, incantatori da fiera, giocolieri, marionettisti ed eterni bambini.
Nella mia categoria
È tutta gente poco seria
Di cui non ci si può fidare
Arrabbattarsi
A qualcuno capita di arrivare alla fama immortale, vuoi perché ha quel pizzico di talento in più, vuoi perché s’è trovato in circostanze fortunate.
Di solito servono entrambe le cose.
Ma la maggior parte di noi finisce ad arrabattarsi per campare, prestando i propri servizi di qua e di là, condannandosi a una sfiancante vita da girovago cacciatore di ingaggi o reinventandosi insegnante; oppure entrando nelle file della working class, perché poi alla fine lo stipendio fisso con ferie e malattie pagate non è mica male, specie se t’è capitata la fortuna di aver messo su famiglia.
Chi te lo fa fà
Una volta che la folgorazione è avvenuta, è per sempre.
Il Rock ‘n Roll ti entra nelle vene e non esce più.
Non abbi dubbi solo sul
Rock ‘n Roll
Non abbi dubbi solo sul
Rock ‘n Roll
Non abbi dubbi solo sul
Rock ‘n Roll
Non abbi dubbi mai.
Si capisce che quando parlo di Rock ‘n Roll intendo un approccio alla vita, che quasi sempre parte davvero dal Rock, ma poi ti porta chissà dove. Magari a fare quadri con la sabbia o a suonare jazz degli anni ’20 o a girare per centri sociali autogestiti facendo il mangiafuoco.
Certo che qualcuno finisce anche a strozzarsi in una cravatta, ma maledirà sempre la sedia girevole su cui mette il sedere ogni mattina, consapevole che la vita è nei campi sterminati dello stupore, nella Chitarra che aspetta a casa, nella canzone da mettere a tutto volume mentre torna finalmente al suo mondo.
Tutto sembra cominciare per caso, ma forse il destino sa mascherarsi con astuzia.
E ti folgora una sera, a undici anni, incarnandosi nel nonno che cambia canale per sbaglio, facendo comparire un videoclip di Bruce Springsteen. O forse un pomeriggio a casa del tuo amichetto ha assunto le sembianze del suo fratello maggiore e ha messo su un pezzo degli Iron Maiden.
E ti ha è acceso dentro un fuoco, un cazzo di FUOCO.
Poi certo cresci, invecchi, e guardando ansiosioso l’estratto conto, ti chiedi chi te l’ha fatto fà.
«Io! Sono stato io», ti risponderebbe sghignazzando il destino.
Scappellamenti e salamelecchi
Però, se ti sei addestrato una vita a raccontare il teatro del mondo e i suoi personaggi, tutti quei signori vestiti bene che guardano il mondo dall’alto del loro prestigio, li osserverai sempre da dietro una maschera da pagliaccio.
In ogni tuo «buongiorno, Signore, dica pure, sono a sua disposizione!», in ogni inchino e salamelecco e scappellamento ci sarà sempre un guizzo dell’astuzia del giullare del re.
Guarda invece che scienziati
Che dottori, che avvocati
Che folla di ministri e deputati
Illustrissimi Eccellentissimi
Illustrissimi eccellentissimi Signori, vi preghiamo di accettare i nostri umili servigi, nella speranza di allietare qualche minuto del vostro inestimabile tempo, ogni briciola del quale non può esser compensata dalla vita intera di un umile saltimbanco qual è il sottoscritto.
E rispettosamente vi preghiamo, qualora vi sovvenisse, di fugare ogni dubbio che in qualche frase, verso o ammiccamento nostro, ci sia anche un solo filo di malizia, un’insinuazione o sia mai l’ombra di sarcasmo alcuno.
Umilmente vostro,
Un Ciarlatano.
filippo says
Veramente un bell’articolo, Luca, da saltimbanco, ma un vero, grande, bell’articolo!!!!
Con stima
filippo
Luca Ricatti says
Grazie Filippo!