Tuonava e lampeggiava da tutto il pomeriggio e un vento furioso scuoteva la porta di casa, come se qualcuno la spingesse rabbiosamente tentando di entrare. Aria gelida turbinava dagli spifferi agitando il fuoco nel camino, che divorava ciocchi uno dopo l’altro. Lelletta se ne stava avvolta in una coperta vicino al focolare e tra le gambe teneva accoccolata Ludovica, alla quale stava impartendo una lezione su come si comporta una brava bambina davanti agli estranei. Ludovica era la sua bambola di pezza. Per quanto assorta nel discorso, Lelletta non poteva trattenersi dal lanciare occhiate alla porta di casa, ogni volta che questa sussultava. Finché un rumore più forte degli altri la costrinse a voltarsi del tutto. Anzi non un rumore, ma tre, tre colpi a intervalli regolari: stavano bussando.
Qualcuno era lì fuori, nella tempesta di vento e pioggerella che stava per trasformarsi in un temporale. Da una sedia, il padre di Lelletta si alzò e con passi pesanti attraversò la stanza. La madre, china su una stoffa che stava cucendo accanto al camino per farsi luce, alzò lo sguardo sul marito:
«È lui?»
«Lui chi?», le fece eco Lelletta.
Il padre non rispose alla madre e nessuno rispose a Lelletta. L’uomo aprì la porta e una folata di vento fece piegare il fuoco, riducendolo per un attimo a una timida fiammella. Nel grigio del pomeriggio, comparve una figura nera. [Read more…]