Vediamo se e perché è davvero utile avere le unghie lunghe per suonare la Chitarra. A cosa servono? È davvero così importante mantenerle lunghe? Se ne può fare a meno? E se decido di farle crescere, quanto devono essere lunghe? Alternative artificiali? E quali sono le differenze? Rispondiamo a tutte queste domande!
Innanzitutto, tieni presente che questo è il Capitolo 3 del mio Manuale di Fingerpicking.
Per leggere il manuale dal principio e vedere l’indice di tutti i capitoli, clicca qui: Manuale di Fingerpicking per principianti.
Il Manuale di Fingerpicking è completamente gratuito e accessibile sulle pagine di questo Blog.
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Unghie lunghe per suonare la Chitarra
In un manuale di fingerpicking non si può non parlare di unghie. Le unghie sono un vero e proprio pezzo dello strumento, un pezzo che però fa parte del nostro corpo.
La maggior parte dei chitarristi fingerstyle che ho visto sfrutta le unghie lunghe per suonare le Chitarra.
Molti portano unghie molto lunghe, degli artigli mostruosamente sporgenti.
Davvero strano, se consideriamo che la stragrande maggioranza dei chitarristi sono uomini, che le unghie lunghe sono considerate una cosa da donne e che viviamo in una società ancora tragicamente omofoba.
Inoltre, purtroppo, noi chitarristi non è che passiamo tutta la vita a suonare la chitarra. Ci tocca fare anche cose tipo montare armadi di Ikea, cambiare una gomma alla macchina o pelare patate: tutte attività in cui le unghie lunghe si rivelano ingombranti e scomode.
Se decidiamo di infischiarcene, evidentemente il vantaggio è molto, molto grande.
Fondamentalmente è tutta una questione di Attacco
Mai sentito parlare di ADSR?
Non è un nuovo tipo di connessione a banda larga, né una malattia che si trasmette facendo l’amore, ma di un metodo per analizzare l’evoluzione di un suono.
Si tratta di un sistema a quattro fasi (esistono anche altri sistemi con più o meno fasi, ma questo è il più comune).
Le quattro fasi sono:
1) Attacco
2) Decadimento
3) Sostegno
4) Rilascio
Spesso noi chitarristi sentiamo dire che una certa Chitarra ha un bel sustain, una cosa che equivale a dire che lo strumento è in grado di prolungare il suono di una nota per lungo tempo. Sustain vuol dire sostegno.
La fase di attacco è altrettanto importante ma, al contrario di quella del sostegno, deve essere molto breve: più l’attacco è veloce, più è semplice eseguire passaggi veloci e il suono risulta nitido.
La fase di attacco, infatti, è quella in cui un suono passa da zero alla sua massima intensità.
Le unghie lunghe permettono un attacco veloce.
Ho sentito alcuni chitarristi fingerstyle suonare senza unghie e io stesso qualche volta mi sono esercitato tagliando tutte le unghie (per il discorso di prima sulla adattabilità, per provare e per capire): il suono è molto caldo e intimista, davvero suggestivo. Ma riuscire a ottenere dei buoni risultati in quel modo mi pare una sfida davvero insensata, quando bastano uno o due millimetri di unghie in più per facilitarsi la vita.
Perciò, i lio consiglio è SÌ: è meglio portare le unghie lunghe per suonare le Chitarra.
Alcuni chitarristi usano i fingerpick, delle specie di plettri che si infilano sulle dita e fanno da unghie artificiali. Dànno un attacco veloce e davvero potente, ma (a mio modesto parere) anche troppo freddo.
Tuttavia uno dei miei chitarristi preferiti in assoluto, Peter Finger li usa e questo mi pare un motivo più che sufficiente per non parlarne male (fra l’altro, nei suoi ultimi dischi si sente un suono cristallino molto suggestivo).
Cosa faccio io
Fin da quando ho preso in mano per la prima volta una Chitarra, da ragazzino, ho subito pensato di dover portare unghie lunghe per suonare la Chitarra. Anche se suonavo quasi solo col plettro, portavo unghie molto lunghe.
Paradossalmente, ora che mi dedico in modo esclusivo al fingerstyle, le ho accorciate un bel po’. Ed ecco perché.
Pizzicando le corde col solo polpastrello si ottiene un suono caldo e rotondo, ma anche un po’ felpato e con un attacco lento.
Pizzicando con le sole unghie il suono esce chiaro e preciso, manche esile, direi freddo e secco.
Col tempo ho deciso di adottare questa strategia: lascio sporgere le unghie pochissimo rispetto ai polpastrelli. In questo modo riesco ad arrivare sulla corda col polpastrello e poi la aggancio con l’unghia, che la stacca.
In pratica, tra il momento in cui il polpastrello tocca la corda e l’arrivo dell’unghia passa una micro-frazione di secondo, un lasso di tempo impercettibile ma che crea un suono più ricco, pieno e completo.
Molti chitarristi usano questo tipo di approccio.
Ho fatto un video in slow motion per mostrarti come funziona questa cosa.
Qui sotto c’è la Gif animata.
Fare questo tipo di movimento con unghie molto lunghe è più difficile.
All’inizio sembra strano, le unghie molto lunghe danno un senso di sicurezza, perché ti viene da pensare che sia più facile agganciare le corde. In realtà è un’illusione: un millimetro di unghia è più che sufficiente e, in compenso, ti costringe a toccare la corda anche col polpastrello, con un guadagno notevole, secondo me: il suono è sufficientemente potente, l’attacco veloce ma il timbro resta naturale.
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claudio says
Ciao, esaudiente spiegazione, e ottimi consigli. Io è da anni che uso i polpastrelli con unghie cortissime per la maggior parte delle volte, un po come Stefan Grossman, e visto che suono quasi sempre da solo mi va benissimo, però quando mi capita di suonare con altri, sempre acusticamente parlando, uso i fingerpicks Dunlop di ferro su indice e medio, e il Thumbpick. di plastica al pollice. Però devo dire che quando uso i fingerpicks ho molto più volume, e io li uso per questo motivo, ma sono meno sciolto, anche perchè con i fingerpicks Danlop non puoi strummare in giù con indice e medio, ma lo puoi solo fare con il pollice, poi quelle due piccole protesi rigide che hai infilato sulla prima falange tendono ad irrigidirti un po le dita. Stavo pensando di cambiare metodo, di far crescere un pò le unghie dell’indice medio e anulare, e usare il Thumbpick al pollice, e devo dire che questo tuo articolo mi ha convinto.
Molte grazie.
Claudio.
Luca Ricatti says
Ciao Claudio,
fai benissimo sperimentare soluzioni diverse! ? Solo provando in prima persona puoi farti un’idea chiara.
Ognuna di queste scelte ha pro e contro, devi capire qual è quella più congeniale a te, alla tua personalità e al suono che vuoi ottenere!
walter lupi says
Se posso permettermi una “intrusione”, vorrei segnalare l’esistenza di un sistema di unghie rimovibili basato un bi-adesivo con unghie di materiale plastico ma di qualità sonora pari se non superiore a quello di un’unghia naturale che può sopperire ai diversi tipi di problematiche legate alle unghie, dalla accidentale rottura fino all’unghia fragile o con crescita ad uncino (cosa che impedisce un pieno utilizzo dell’unghia anche se forte e robusta per via dell’aggancio alla corda…) il prodotto in questione si chiama “Guitar Nails Kit” e lo potete trovare al seguente indirizzo web: http://www.guitarnailskit.com
L’unghia non è solo un elemento necessario come spiegato molto bene da Luca in questo suo articolo, per ottenere un suono forte e chiaro (rispetto al polpastrello) ma anche uno “strumento” fondamentale che si infrappone tra noi e il nostro strumento col quale affinare e modulare il proprio suono in dinamica colore e volume generale.
Grazie dello spazio…
Walter
Luca Ricatti says
Ciao Walter,
siccome il prodotto potrebbe essere interessante ho approvato questo commento, anche se è a scopo PUBBLICITARIO. E lascio persino il link attivo.
Non c’è niente di male a promuovere il proprio prodotto, però in questo Blog regna la trasparenza e le cose devono essere chiamate col loro nome.
Luciano says
unghie e ancora unghie….
Uno dei piu illuminati compositori di musica acustica, Alex Degrassi ha sempre suonato con le unghie molto lunghe, negli ultimi anni le ha tutte ricostruite artificialmente.
Qualsiasi cosa si appiccichi alle unghie la danneggia, sia la ricostruzione in gel, ma anche quelle di cui si accennava col biadesivo.
Per suonare con le unghie oltre a sperare in una cheratina robusta, conta la conformazione del dito: un unghia che si sviluppa immediatamente sotto il polpastrello è un dono di Dio, ma se si sviluppa molto al di sotto è un serio problema, perche l unghia deve crescere troppo solo per raggiungere l altezza del polpastrello, ma deve almeno superarlo di alcuni mm.
Nei casi di unghie forti con un punto di crescita alto, l utilizzo è perfetto.
Nel caso di unghia debole e punto di crescita basso, l utilizzo è precario e insoddisfacente come suono, oltre ai periodi di rottura dell unghia.
Personalmente avendo unghie non adatte al fingerstyle, ho optato per i fingerpick Alaska su pollice, indice medio e anulare.
Li metti in 10 sec. ed è sufficiente un millimetro/2 di unghia esposta.
Molti chitarristi provano gli Alaska pick contemporaneamente su tutte le quattro dita e dopo 10 minuti le levano per l’ impiccio che si percepisce.
Gli Ap si devono utilizzare le prime volte con degli STEP, e mai tutte 4 assieme.
Si mette il pick per pollice e ci suoni per una due settimane. Dopo trovata la giusta propriocettivita’, si mette un secondo pick oltre al primo e cosi via, ma mai tutti e quattro assieme.
Gli Alaska pick si lucidano e limano come un unghia normale, hanno un suono ottimo e sono in assoluto la cosa migliore che possa sostituire un unghia normale. Ma il training è importante.
Luca Ricatti says
Ciao Luciano,
gli Alaska Picks sono sicuramente una valida soluzione. Diversi chitarristi che mi piacciono usano fingerpicks e quindi ben vengano.
Comunque non darei troppa colpa alla «genetica», nel senso che le unghie si rinforzano anche suonando (poi dipende anche dall’età, chiaro che il corpo di un/a ragazzo/a è ben più reattivo) e si sfaldano facilmente probabilmente c’è un problema. .
Ad ogni modo, come spiego nell’articolo, non servono unghie di chissà quale lunghezza, basta davvero un millimetro scarso oltre l’apice del polpastrello per avere un attacco più che decente.
Per quanto mi riguarda poi il feeling delle dita sulle corde è insuperabile ed è questo che mi ha fatto innamorare del fingerstyle.