Il Valzer degli Appestati è un breve brano per Chitarra Fingerstyle che ho composto nei giorni di lockdown per l’epidemia da Covid-19.
In realtà la melodia è nata un paio di anni fa, mentre ero in gita con la famiglia ai Giardini di Bomarzo, il cosiddetto Sacro Bosco. Infatti avrebbe dovuto chiamarsi proprio Valzer del Sacro Bosco.
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Isolamenti
Quando ho un’idea musicale prendo sempre un appunto, di solito fischiettando nel registratore dello smartphone. Questa melodia è rimasta fischiettata nel mio telefono per due anni.
Forse non è neanche strano che proprio in questi giorni di isolamento mi sia venuta in soccorso una cosa ispirata da una passeggiata in un luogo pieno di Natura, Storia, contrasti di ombre e luci, e profumi e immagini fantastiche.
Non potendo andare a registrare in mezzo alla Natura, mi sono affacciato sul balcone di casa mia.
Questa specie di quarantena, questo lockdown, questo isolamento non è solo sociale.
È anche un isolamento dalla Natura.
Ho sentito un etologo in televisione dire che in questo periodo i gatti di città sono particolarmente eccitati: nel pieno dell’esplosione dei profumi dei fiori e del canto degli uccelli, le strade sono diventate improvvisamente più silenziose.
Io ho tre gatte e vivo in un quartiere molto popoloso, il più popoloso di Roma (a poche centinaia di metri da casa mia c’è la strada a più alta densità abitativa d’Europa).
Anche se le mie finestre danno su una via piccola e stretta, intorno a me ci sono una grande piazza con un mercato all’aperto, un ufficio postale, un capolinea degli autobus, almeno quattro o cinque autolavaggi (di cui uno con annesse pompe di benzina), qualche decina di bar, almeno sei supermercati (di cui uno aperto h24), una stazione dei Carabinieri, due fermate della Metropolitana, una ASL, due Centri Sociali Occupati, una decina di Farmacie, una mezza dozzina di scuole, una piscina, quattro o cinque palestre, tre giardini pubblici (piuttosto malmessi), un cinema multisala, uno svarione di parrucchieri, non so quante pasticcerie e… Boh, altre centinaia di negozi.
Non un luogo esattamente silenzioso, insomma.
Ora tutto questo è sospeso in una quiete irreale.
C’è un vecchio che abita da qualche parte qui intorno e che incontro anche al bar, che tutte le mattine passa sotto casa mia urlando improperi a qualcuno: sono decine di giorni che non lo sento e mi chiedo se gli è successo qualcosa o se lo stare chiuso in casa l’ha reso improvvisamente silenzioso.
Non s’è più sentito neanche il furgone sfondato coi due bengalesi a bordo e gli ombrelloni sul tetto che tutte le mattine all’alba sfreccia qui sotto, piegandosi paurosamente sulla curva.
Le strade non sono deserte, non potrebbero esserlo.
È un posto pieno zeppo di palazzi da sette/otto piani l’uno, ognuno suddiviso in decine di appartamenti di taglio medio-piccolo: basta che una persona per nucleo familiare scende per andare a fare la spesa ed ecco che le strade sono piene di gente.
Ma non è una folla: sono solitudini che si incrociano per caso sotto il sole, con le facce coperte dalle mascherine, tutti attenti a distanziarsi. E se qualcuno per sbaglio ti si avvicina a meno di un metro lo guardi in cagnesco.
Ci siamo ritrovati a festeggiare la Pasqua, la rinascita della Natura senza poter avere contatti con la Natura, nell’isolamento dei corpi.
Ma sono più fortunato di tanti altri: dal balcone di casa mia si vedono alcuni alberi e anche un grosso triangolo di cielo.
Ho voglia di andare a passeggiare a Bomarzo coi miei bambini.
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Elisabetta says
Mi è piaciuto molto sia il video che il brano e sopratutto il commento che hai scritto in cui descrivi molto bene il senso di straniamento che stiamo vivendo
Luca Ricatti says
Grazie mille!
Michele says
Complimenti Luca, sia per il brano sia per il testo: mai banale.
Luca Ricatti says
Grazie Michele!
adriana says
molto bello, Luca!
Luca Ricatti says
Grazie Adriana!
Stefano says
Ciao Luca, grande pezzo. Io ho trovato il mio habitat nel terrazzo condominiale. Credo che andrò a vivere lì anche dopo la quarantena. Tipo ghost dog.
Luca Ricatti says
Ah ah ah! ?
Grazie Stefano!