Qui c’è il mio arrangiamento di Where Have All the Flowers Gone? di Pete Seeger per Chitarra Fingerstyle, con qualche spiegazione sul brano.
Il motivo per cui ho scelto di pubblicare questo pezzo proprio ora è legato a quello che sta succedendo in questi giorni in Ucraina, ma ne parlo più giù☟
La storia di questa canzone offre vari spunti di riflessione.
È nata dalla penna di Pete Seeger, ma è stata rimaneggiata e reinterpretata una quantità infinita di volte, in molte lingue diverse, in italiano (da vari artisti, tra cui Patti Pravo), in ebraico, ungherese, giapponese, turco, ucraino e in molte altre, compreso l’esperanto.
Al punto che oggi credo la si possa considerare un vero patrimonio dell’umanità.
Video Tutorial, Testo con Accordi, Spartito, Tab
Prima di parlare del brano: per tutti gli Iscritti è possibile scaricare un Pdf stampabile del Testo con gli Accordi.
Per i Finanziatori sono disponibili il Video Tutorial e lo Spartito con la Tablatura.
Da dove viene Where Have All the Flowers Gone? di Pete Seeger
Per chi non lo conosce, Pete Seeger è stato uno dei più importanti cantanti (e autori) di folk americano, amico e compagno di avventure di Woody Guthrie e impegnato attivista politico.
Le origini del brano sono intricate quanto interessanti. La faccenda dovrebbe essere andata più o meno così.
Nell’ottobre del 1955, mentre era in viaggio per andare a fare un concerto all’Oberlin College, in Ohio, Pete Seeger appuntò sul suo taccuino dei versi ispirati a quelli di una canzone tradizionale dei Cosacchi chiamata Koloda-Duda, che aveva letto un paio di anni prima nel romanzo russo «Il Placido Don» del premio nobel Mikhail Sholokhov.
In seguito quei versi, leggermente modificati, li avrebbe adattati a una melodia tradizionale dei boscaioli irlandesi (velocizzandola), «Drill, Ye Tarriers, Drill».
La sua canzone era composta di tre strofe.
Seeger pubblicò il testo di Where Have All the Flowers Gone su una rivista dedicata alla musica folk su cui scriveva, Sign Out. Poi un’incisione del brano fu inserita in un album tratto da una serie che Pete conduceva sulla TV americana, The Rainbow Quest.
Poco tempo dopo, lo scrittore e cantautore Joe Hickerson propose a Pete Seeger l’aggiunta di altre strofe, che però trasformavano profondamente la canzone, perché le davano un andamento circolare.
Tradotta in italiano, la canzone di Seeger dice:
«Dove sono finiti tutti i fiori?
Le ragazze li hanno colti
Dove sono finite tutte le ragazze?
Hanno preso marito
Dove sono finiti tutti i giovani uomini?
Sono tutti in uniforme»
E basta, finisce così.
Nella versione «allungata», invece, prosegue:
Dove sono finiti tutti i soldati?
Sono andati nelle tombe
Dove sono finite le tombe?
Si sono ricoperte di fiori
Dove sono finiti i fiori?
le ragazze li hanno colti.
In questa forma circolare, il brano venne inciso nel 1961 dalla famosa band di folk revival The Kingston Trio, che se ne attribuì la paternità.
Sembrerebbe che non sapessero che l’autore fosse Seeger e credessero che fosse un brano tradizionale. All’epoca, infatti, cantanti e band di folk revival avevano l’abitudine di accreditarsi come autori dei brani tradizionali che incidevano.
Il brano fu poi registrato (sempre nella forma «allungata») da Peter, Paul and Mary e anche da Joan Baez, che ne ha fatto l’interpretazione forse più famosa.
Ma l’aveva cantata anche Marlene Dietrich, in tedesco, in francese e in inglese.
Da lì è stato un fiorire di cover del brano.
Una lista delle più famose si trova sulla pagina di Wikipedia in inglese dedicata a Where Have all the Flowers Gone?
La trovi qui ☞Pagina Wikipedia.
Perché suonare questa canzone oggi?
Where Have All the Flowers Gone? è da sempre considerata un inno antimilitarista e contro la guerra e indubbiamente lo è.
Ma è anche più di questo: il fatto di essersi diffusa in tutto il mondo, in tante lingue diverse, l’ha resa di fatto interculturale e anche transculturale, cioè qualcosa capace superare i confini delle singole culture e di generare consapevolezza della nostra comune appartenenza all’unica grande famiglia umana.
È insomma una antiwar song non solo per quello che dice, ma anche per quello che rappresenta.
Abbiamo detto che l’ispirazione iniziale per la scrittura del brano venne a Pete Seeger dalla cultura russa, il che rende questo brano ancora più adatto ai tempi che corrono.
Perché cantare la versione di sole tre strofe?
Ho scelto di cantare Where have all the Flowers Gone? nella sua versione «ristretta» (quella originariamente scritta da Pete Seeger) per più di una ragione.
Anzitutto perché è più semplice e diretta: fa una analogia chiaramente comprensibile tra i fiori e le ragazze e i giovani uomini strappati alle loro vite.
Inoltre, non usa termini legati all’esercito o alla guerra, parla semplicemente di uniforme.
La versione «allungata» dice che gli uomini si sono fatti tutti soldati.
Anche Seeger, nella prima bozza della canzone appuntata sul celebre taccuino, aveva scritto:
«Sono tutti soldati»
Poi, invece, decise di togliere la parola «soldati»:
«Dove sono tutti i giovani uomini?
Sono tutti in uniforme»
Ecco, per me è un particolare fondamentale.
I giovani uomini sono strappati come fiori non solo quando vengono mandati in guerra, ma ogni volta che sono costretti a indossare una uniforme, qualunque essa sia.
Si chiama «uniforme» perché uniforma, rende tutti uguali, nasconde la storia personale dell’invidio per costringerlo a incarnare una istituzione o un’azienda.
Credo che nella scelta della parola «uniform» da parte di Pete Seeger ci sia una profonda saggezza.
Personalmente sono stato costretto a indossare diverse divise, nella mia vita (reali o virtuali), e le ho odiate tutte.
Odiate le vostre divise e chi ve le fa indossare e strappatevele di dosso appena potete.
Quando avremo un mondo fatto di uomini indisponibili a indossare divise, avremo finalmente un mondo senza guerre.
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