Scopriamo cosa sono, come si suonano e come si usano Scala Tono-semitono (o Scala Diminuita) e la Scala Esatonale (o Esatonica), tanto strane quanto utili.
Si tratta di due scale anomale, anche perché hanno una particolare struttura simmetrica.
Ma sono soprattutto interessanti perché permettono di inserire delle alterazioni e aumentare quindi il senso di tensione.
Proprio per questo sono molto utilizzate dai jazzisti (ma non solo) per suonare sugli accordi del Gruppo di Dominante e sulle loro sostituzioni.
Ok, già vedo che stai cominciando a vagare con gli occhi. Ti sto perdendo.
Il fatto è che se vuoi capirci qualcosa devi essere sicuro di sapere tutto quello che sta alla base.
Perciò ti elenco alcuni argomenti. Se non conosci qualcuna di queste cose, clicca sul link e va’ a leggere!
→ Sai cosa sono I Gradi della Scala?
→ E gli Intervalli Musicali?
→ Sai Come creare gli Accordi?
→ E sai cosa sono Accordi Diminuiti e Accordi Aumentati?
Sai tutto?
Sicuro sicuro?
Va bene, allora andiamo a avanti.
Materiale Aggiuntivo
Come al solito, puoi ingrandire l’Infografica che vedi all’inizio dell’articolo cliccandoci sopra.
Per tutti gli Iscritti è disponibile anche l’Infografica di questa Lezione in formato Pdf Stampabile
Per i Finanziatori c’è anche il Testo in Pdf e presto pubblicherò anche la Video Lezione
Sta tutto qui →Risorse Aggiuntive
Ma veniamo a noi.
La Scala Tono-semitono
Quella di cui stiamo parlando è probabilmente la scala più ambigua che esiste.
Può essere chiamata in almeno quattro modi diversi.
Può essere pensata in almeno tre modi diversi.
Può essere suonata in … Boh? Quante diteggiature?
Partiamo dal principio.
E chiamiamola col nome più semplice: Scala Ottotonica.
Dal nome già si capisce che è fatta di otto note. E già qui intuiamo che c’è qualcosa di anomalo.
Pare che questa scala sia stata inventata da Oliver Messiaens, geniale compositore francese che amava usare scale molto particolari e aveva una mania per le strutture simmetriche.
Per le strutture simmetriche e per gli uccelli, di cui cercava di ricreare il canto con le sue composizioni. Viene addirittura citato come un esperto ornitologo. Ma questo non c’entra niente.
Torniamo a noi.
Strutture simmetriche
Il punto è che la Scala Ottotonica ha una struttura perfettamente simmetrica.
Che è la seguente:
Tono – Semitono – Tono – Semitono – Tono – Semitono – Tono – Semitono
Capito?
Prima un Tono, poi un Semitono, poi di nuovo un Tono, eccetera eccetera.
Per questo viene anche chiamata Scala Tono-semitono.
La Scala Tono-semitono è formata dai seguenti intervalli:
1) Tonica
2) Seconda maggiore
3) Terza minore (o Quarta diminuita)
4) Quarta
5) Quarta aumentata (o Quinta diminuita)
6) Quinta aumentata
7) Sesta maggiore (o Settima diminuita)
8) Settima maggiore
Ma possiamo suonarla anche in un altro Modo (se non sai cosa sono i Modi di una scala clicca qui: Scale Modali: cosa sono?).
E cioè:
Semitono – Tono – Semitono – Tono – Semitono – Tono – Semitono – Tono
Cioè partendo dall’intervallo di semitono.
Per questo motivo può essere anche chiamata Scala Semitono-tono.
La scala Semitono-tono è composta dai seguenti intervalli:
1) Tonica
2) Seconda minore
3) Terza minore
4) Quarta diminuita (o Terza maggiore)
5) Quarta aumentata (o Quinta diminuita)
6) Quinta giusta
7) Sesta maggiore (o Settima dininuita)
8) Settima minore
A che serve la Scala Tono-semitono?
In entrambe le sue forme questa scala viene utilizzata sugli Accordi di Quinto grado e di Settimo grado per aumentare il senso di tensione.
Può essere usata ovviamente anche sugli Accordi diminuiti.
Non ti dirò un regola fissa su come suonarla.
Dipende da quali alterazioni vuoi ottenere.
Suonando la Scala Tono-semitono su un Accordo di Dominante, aggiungerai ai suoni dell’accordo gli intervalli di Quinta diminuita e aumentata e di Settima diminuita.
Invece, suonando la scala Semitono-tono aggiungerai la Seconda minore (o Nona bemolle), Quarta diminuita e aumentata e di Quinta diminuita.
La somma di due arpeggi diminuiti
Un modo semplice di pensare la scala Tono-semitono è come la somma di due arpeggi diminuiti.
Per capirlo devi guardare l’Infografica all’inizio di questo articolo.
Unendo insieme le diteggiature di due arpeggi diminuiti, a distanza di un tono uno dall’altro, si ottiene la diteggiatura di una Scala Tono-semitono.
Se invece uniamo due arpeggi diminuiti a distanza di un semitono uno dall’altro, esce fuori la diteggiatura della Scala Semitono-tono.
In realtà, unendo i due arpeggi così come sono escono fuori delle diteggiature un po’ strane: su una corda si suonano quattro note, su quella successiva due.
Ho visto qualche insegnante spiegare la scala Tono semitono con questa diteggiatura, ma a me non piace, mi sembra più comodo e sensato suonare tre note per corda.
Così, uso la piccola modifica che puoi vedere nell’Infografica.
Scala Esatonale
Si tratta di una scala che procede per toni interi, senza mai semitoni.
Questo crea un suono
Infatti da una scala come questa si possono tirare fuori solo accordi fatti così:
Fondamentale – Terza maggiore – Quinta aumentata
Cioè delle Triadi aumentate.
Questo crea una sonorità molto particolare, con un costante equilibrio, ma al tempo stesso con una costante alterazione, data dalla continua presenza della Quinta aumentata.
La Scala Esatonale è stata usata nella musica classica, nel jazz e nei contesti più disparati.
È legata al nome di Debussy, perché ne fece largo uso per le sue atmosfere rarefatte e sospese.
Si trova anche nella sigla dei Simpson, scritta da Danny Elfman.
La somma di due arpeggi aumentati
Anche questa è quindi una scala simmetrica. E anche questa può essere pensata come l’incrocio di due arpeggi di accordi simmetrici.
Una triade aumentata è composta da tre note.
3 + 3 = 6
Se sommiamo le diteggiature di due arpeggi aumentati, a distanza di un tono uno dall’altro, otteniamo una Scala Esatonale.
Anche questo è mostrato nell’Infografica all’inizio dell’articolo.
N.B: la diteggiatura che mostro nell’Infografica non è certo l’unica possibile. Si possono anche suonare tre note per corda su ogni corda. Qui l’ho mostrata in questo modo per evidenziare la connessione con i due arpeggi aumentati affiancati.
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Sito perfetto, ho finalmente fatto un po’ di chiarezza sulla scala ottofonica. Grazie Mille Luca.
Grazie Vitto!
in realtà ho capito con parole semplici la questione. Grazie! Ora tutto sta
nell’applicarla…
Grazie Federico!