Peter Lang è uno degli esponenti di spicco del movimento dell’american primitivism, un grandissimo chitarrista, ingiustamente meno noto rispetto ad alcuni colleghi. In questo articolo lo ascoltiamo, raccontiamo la sua storia, parliamo del suo album di esordio e vediamo dove reperire materiale come spartiti e tablature.
Chiunque viva o abbia vissuto con un musicista lo sa: ascoltarlo ripetere sempre gli stessi passaggi per ore al giorno può essere un tormento dantesco. Peter Lang sarebbe potuto diventare un trombettista, ma suo padre, veterano di due guerre mondiali abituato al frastuono di mitragliatrici, bombe e carri armati, arrivò a sostituire la tromba del figlio con una chitarra, nella speranza di attenuare la tortura. Il ragazzo aveva undici anni.
Inoltre, il folk revival esploso alla fine degli anni ’50 e la mania del vero blues avevano gettato le basi per una riscoperta della chitarra acustica. Peter era un ragazzo di Minneapolis, nel Minnesota, un posto dove d’estate si crepa di caldo e d’inverno può fare -30 o -40°. E quando è gennaio e devi startene chiuso in casa per non morire congelato, devi pure inventarti qualcosa di creativo per passare il tempo. Suonare la chitarra acustica fu la sua soluzione per gli anni dell’adolescenza.
Nei primi anni ’60 nella zona universitaria erano nate parecchie coffe house in cui si suonava musica folk. Anche se Bob Dylan (originario di Hibbing, Minnesota) se ne era andato nella Grande Mela, sotto l’ala protettiva di Dave Van Ronk e tutta la scena newyorkese, c’erano molti musicisti che mantenevano vivace Minneapolis, tra cui il trio blues Koerne, Ray and Glover, che ebbe molta influenza sul giovane Peter Lang. [Read more…]