Quasi come Easy rider. Diciamo la versione urban-proletaria. È la fine degli anni ’90. Io e mio cugino (talentuoso chitarrista) solchiamo le vie di Roma nella notte, a cavallo dei nostri Sì Piaggio. Le chitarre dietro la schiena e i capelli al vento (il casco non è ancora obbligatorio). Pure io, sono ancora dotato di chioma ed è così prospera che lunghi boccoli neri svolazzano spudorati alle mie spalle.
Formiamo un duo di rock acustico. Motivo dichiarato: fare serate nei pub. E un po’ di grana.
Leghiamo i motorini a un palo davanti a un locale di San Lorenzo. Uno dei due titolari, quello che si occupa di organizzare i concerti, si mostra subito disponibile, cosa che non capita quasi mai. È un tipo stravagante ma simpatico. Riccioli incolti lungo la schiena e giubbotto da motociclista. Ascolta la nostra demo, gli piace. Dice che va bene e ci fissa una data. Ma a una condizione: per suonare da lui bisogna fare almeno una cover di Hendrix, altrimenti niente.
«Ma certo» assicuriamo noi. «Che problema c’è?»
Invece il problema c’è. [Read more…]