Tutte le mattine, tra le 8 e le 9, dalle finestre di casa mia si può ascoltare musica da discoteca. In effetti la parola può non è appropriata, perché fa pensare che sia possibile scegliere se ascoltarla o no. Nel palazzo di fronte al mio c’è un negozio dove si riuniscono dei ragazzi. Tutti giovanissimi, tutti in giacca, cravatta e abito scuro. Oltre ad ascoltare e far ascoltare a tutta la strada musica da discoteca, fanno dei rituali di automotivazione, che consistono in cori a squarciagola dal contenuto incomprensibile. Dopodiché, escono e si sparpagliano per la città, con la missione di vendere porta a porta contratti per aziende energetiche e telefoniche. Più di una volta mi è capitato di commentare la faccenda con qualche condomino. Dopo tanti anni, la domanda che ci poniamo è sempre la stessa:
«Che poi, ma che cacchio dicono?» [Read more…]