È uno splendido mattino di settembre. Me ne sto seduto al tavolino di un bar all’aperto, nei pressi del Colosseo, con la mia compagna, mia suocera e mia figlia di quasi cinque mesi. Classico bar per turisti, prezzi alti e caffè cattivo.
Mentre il personale cerca di guastarmi l’atmosfera col marocchino più schifoso che abbia mai bevuto, si avvicina un musicista gitano con una fisarmonica. Abituato a sentire le solite nenie trite e ritrite buttate lì, penso che non potrebbe andare peggio.
E invece resto piacevolmente sorpreso: il musicista romanó* suona le canzonette pallose che mi aspettavo, ma in modo tanto magistrale da renderle intriganti: movimenti di bassi divertenti e armonizzazioni zeppe di alterazioni jazz fanno sembrare fresca persino la solita My way.
Riesce a farmi mandar giù il marocchino che sa di bruciato. [Read more…]