Ci stiamo conoscendo, lei mi sta insegnando un po’ di gentilezza, pian pianino imparerà a sopportare i miei modi burberi da orso. Ora come ora vorrei una settimana di vacanza da solo con lei in una baita.
Segue la storia di come ci siamo incontrati.
Non prendete quello che segue come una guida o, peggio, un insieme di recensioni. È solo il racconto di un breve viaggio nel mondo delle chitarre folk, fatto nella stretta cerchia di tre negozi storici di Roma. Si tratta di impressioni fugaci di un fissato del fingerpicking, prendetele col beneficio d’inventario. Se siete in cerca di una chitarra, dovete provarla voi e sentire cosa vi comunica.
Ero partito con un’idea chiara: provare quante più Martin e Taylor possibile. Ho provato diverse Taylor e una sola Martin. Non chiedetemi perché, è capitato così. Poi è arrivato il momento in cui ho dovuto mettere uno stop, perché se no non ci capivo più niente. Già così ho dovuto prendere appunti, scattare foto ai cartellini, fare ricerche a notte fonda su internet…
Ho scritto questo articolo consultando gli appunti presi a caldo, subito dopo le prove.
Non citerò i nomi dei negozi, pregi e difetti resteranno nell’anonimato.
La prima tappa è stata il rivenditore che frequentavo da ragazzo.
Ad attirare per prima il mio sguardo è stata la
1) Taylor K24ce. Di una bellezza fuori dal comune. Top, fondo e fasce in legno di koa delle Hawaii. Manico in mogano tropicale, tastiera in ebano. Alla mia richiesta di provarla il commesso ha risposto:
«Questa la facciamo provare solo a chi vuole acquistarla.»
Ho dovuto obiettare che non potevo certo acquistarla senza provarla, per fargliela staccare dal muro.
Le rifiniture floreali sulla tastiera sono forse troppo leziose per i miei gusti. Ma quello che conta in questa chitarra è il suono.
Il primo accordo mi ha lasciato a bocca aperta. Mai sentiti bassi così, il Mi basso fa tremare i muri. Non è il tipo di chitarra che dici Uh, che bel suono! La devi capire, devi entrare nel suo mondo. Leggenda vuole che le chitarre in koa debbano essere suonate per 20 anni, prima di dare il loro vero suono; ho dovuto fare un po’ più in fretta, mi aspettavano per cena.
Non so, bella è bella, ma strana è strana. A me le cose strane mi intrigano e infatti ho passato giorni (e notti) a pensare a questa chitarra. Ma il prezzo, anche se scontatissimo è comunque enorme. Sul sito della Taylor supera i 5600 dollari. Al negozio la vendevano a molto meno, probabilmente perché l’avevano lì da qualche secolo. Ma non puoi spendere una simile valanga di euro se non sei sicuro al 100% che questa è la chitarra che vuoi suonare per i prossimi 20 anni.
Scendo di quota e provo la
2) Taylor 214ce KDLX.
C’è ancora il legno di koa, ma stavolta solo per fasce e fondo e comunque si tratta di koa lamellare. Il top è in sitka, manico in sapele, tastiera in ebano. Il suono mi piaceva, anche se ho dovuto lavorare un po’ di immaginazione causa corde dei tempi de nonno, caccolose, gommose che manco le corde di uno stendino. Che io dico, se vuoi vendere una chitarra per quasi 2000 euro, puoi anche investire quei settotto euro di corde nuove, no?
Comunque mi è sembrato un ottimo strumento, equilibrato.
Però boh, gli mancava la scintilla.
Poi provo la
3) Taylor 214ce. Tutto come sopra, ma fondo e fasce sono in palissandro. La differenza di suono c’è. È molto meno vivace della sorella con fondo e fasce in koa lamellare. Non chiedetemi di più, dico solo quello che ho sentito. In compenso è manegevolissima. Sicuramente l’action era settata meglio, ma c’era qualcosa nel manico che la rendeva particolarmente comoda. Il suono però non c’era.
Altro giro altra corsa, vado in un’altro negozio storico, frequentatissimo da vip della musica. Mi aspetto molto. E resto deluso.
Chitarre come dico io hanno poco o niente. Sono pieni di robetta da 2 o 300 euro. Il motivo si capisce: nel tempo che sono stato lì hanno venduto 2 chitarre di fascia bassa, segno evidente che è quello il settore che porta i soldi.
L’unica chitarra veramente interessante che ho trovato è la
4) Martin GPCPA4.
Prezzo scontato perché era lì da un bel po’, il commesso me lo ha detto chiaramente, a riprova del fatto che quelle che si vendono sono le chitarre economiche.
Comunque: top in sitka, fondo e fasce in sapele, tastiera in… Richlite.
«E che è?» chiedo.
Esce fuori che la Gibson, causa difficile reperibilità di legni in America, ha iniziato a fare chitarre con tastiera in una fibra sintetica, un prodotto commercializzato da un’azienda americana che l’ha introdotto negli anni ’70 per produrre i mobiletti degli aerei. Col passare dei decenni è divenuto un comune materiale da costruzione in edilizia. L’idea deve essere piaciuta alla Martin, che lo ha introdotto sulle sue chitarre.
Beh, sapete che vi dico? Che non ho mai suonato una chitarra acustica con una tastiera tanto maneggevole. Impressionante davvero, ero sbalordito. La sensazione al tatto è strana, si sente che non è legno, ma le dita ci volano sopra, almeno le mie. Oltretutto è una cosa ecologica e a me le cose ecologiche piacciono.
La rifinitura del top è meno lucida del solito, molto particolare. Ma io sono uno che non ama le cose lucide e luccicanti.
L’elettronica è fatta di due sole manopole, che premute in combinazioni diverse permettono di regolare equalizzazione e volume. Ho passato diversi minuti a pigiare e girare, ma non ci ho capito niente. Il che mi ha fatto pensare che il sistema non sia intuitivo. Invece probabilmente sono io che sono tardo.
Quello che non mi ha convinto di questa chitarra comunque è il suono al naturale: francamente mi è sembrato un po’ povero sui bassi.
Terzo negozio storico di Roma. Qui quando entrate dovete armarvi di santa pazienza. È sempre strapieno di gente e prima di trovare un commesso che vi presti attenzione per un tempo ragionevole possono passare ore, giorni, settimane. E quando, ormai affamati e insonni, lo avrete acchiappato per i baveri e costretto ad ascoltarvi, una telefonata ve lo porterà via prima che abbiate finito la vostra domanda.
I chitarristi romani avranno capito di quale negozio parlo.
Il motivo per cui è sempre strapieno di gente è che c’è di tutto. E i commessi sono davvero bravi. Tutti lo sanno e per questo sono disposti a prendere posto con tenda e sacco a pelo davanti al bancone.
E infatti qui ho trovato le cose più fighe.
5) Taylor 714ce. Formato grand auditorium. Top in sitka, fondo e fasce in palissandro, manico in mogano, tastiera in ebano. Bel suono profondo ed equilibrato, piuttosto comoda da suonare. Il commesso mi dice chiaramente che ce l’hanno da un sacco, l’hanno pagata col vecchio prezzo e quindi mi ci può fare un po’ di sconto. Non mi fa impazzire l’elettronica: l’ho provata amplificata e non suonava affatto male, il problema è che sfigurava troppo rispetto alle altre due che ho provato dopo, che montano il nuovo expression system 2 della Taylor.
La finitura lucida del top, con la verniciatura sfumata poi non mi piace, ma questa è una cosa mia: ho già detto che odio le cose lucide? E le verniciature sfumate? Io odio le verniciature sfumate.
6) Taylor 412ce, una piccola grand concert in abete rosso e ovangkol, che non so minimamente che legno sia ma funziona. Manegevole, suono rotondo, molto medioso, carattere intimista. Di certo non adatta ai canzonettari strimpellatori, ottima invece per appassionati di fingerpicking. L’amplificazione, come dicevo sopra, è davvero ottima, suono naturale, limpido. Questa chitarra mi è piaciuta veramente un sacco. Ero ormai convinto a comprarla, ma poi mi hanno messo in mano la
7) Taylor 514ce, che è quella di cui vedete la foto in alto. Il formato è grand auditorium, che è più grande del concert e si presta sia al fingerpicking che allo strumming.
Come avrete capito me ne sono innamorato e l’ho comprata. Fondo, fasce e manico sono in mogano, il top è in cedro, la tastiera in ebano. I binding sono di un materiale sintetico chiamato ivoroid, che come si può intuire è color avorio.
La 412 mi risultava forse più comoda, ma il suono della 514 mi ha stregato. Profondo, caldo, grandi bassi, medi corposi. Chi se ne intende dice che il mogano ha proprio la caratteristica di enfatizzare le frequenza basse, a causa della fibra a “grana larga”.
Il cedro del top tende a enfatizzare le basse e a dare un suono caldo: è un legno molto usato nelle chitarre classiche, non comune nelle chitarre folk.
Il risultato estetico tende ai toni caldi (rosso scuro del mogano e marrone/arancio del cedro). Certo non ha le venature del koa, ma come avrete capito non sono uno che bada troppo a queste cose.
L’elettronica è il nuovo expression system 2 di cui sopra, impressionante per la naturalezza.
E adesso ciao, vado a suonare.
Giuseppe Tadolini says
Mi scusi, anche se leggo la sua recensione a distanza di due anni, sono interessato a chiederle dei pareri.
1) L’ha comprata nuova o usata ?
2) Che prezzo le hanno fatto ?
3) Ha esperienza delle Taylor 814 ?
La ringrazio e aspetto una sua risposta, augurandole una buona estate.
Luca Ricatti says
Salve Giuseppe,
l’ho comprata nuova. Sono passati due anni e le dico che è l’acquisto migliore che ho mai fatto in campo musicale.
Purtroppo, un anno fa ho avuto un problema con l’elettronica (non dipendente da mia incuria) che ho dovuto sistemare a spese mie (ovviamente mi era appena scaduta la garanzia… ) e va detto che da una chitarra di quel livello non ti aspetti una cosa del genere.
Ma la chitarra è meravigliosa.
Sinceramente non ricordo se ho provato mai la 814. In seguito ho testato diverse altre Taylor, ma non sono stato lì a prendere appunti. Mi sento però di testimoniare che sono tutte chitarre eccellenti. Detto questo, la scelta del modello dipende dal suo gusto e dalle sue esigenze.
teddy says
Buon giorno a tutti voi e complimenti per la Taylor 514ce; Suono una Martin D-35 top abete fasce palissandro fondo palissandro con inserto in acero perlinato, ha circa 40 anni( comprata a quel tempo nuova)… non ha prezzo, corde in soli bronzo La Bella(…ex Italia!!) 12-54; Poi una Cort in Cedro e Koa stesse corde ma 11-52 ( x bilanciare il caldo suono); poi una di liuteria Italiana ( ha 30 anni) in Cedro e Acero ; ovviamente tutte im MASSELLO fasce,fondo e top. D’impatto preferisco la Martin che peró è la più “difficile” da suonare. Accordo sempre a 432Hz e non a 400, con barrè mobile al 2”tasto. Mi hanno detto che quella in Cedro ed Acero di liuteria( a mano…!) sembra proprio una Taylor ( timbro e armonici). La scelta di una chitarra è personale. PS: di solito suono fingherpicking. Un saluto a tutti voi appassionati di acustiche.
Luca Ricatti says
Ciao Teddy,
complimenti per le tue Chitarre!
Luigi says
Complimenti, ho letto con molto interesse.
Ho ripreso in mano una chitarra dopo tanti anni, dopo aver visto un video di Gabriella Quevedo, dove un suo arrangiamento suona “Another Brick in The Wall.” con una chitarra che mi sembra come la sua.
A parte la sua bellezza e bravura, ma la chitarra, ma che suono ha? Mi ha stregato. Non conosco i modelli, ho solo visto che le Martin e le Taylor di quel livello richiedono l’accensione di un mutuo, ma per una chitarra così, lo farei.
Mi sapete dire se è proprio una 514 ce?
https://www.youtube.com/playlist?list=PLeRazAA1u8QcjI6KUzGYgeP4OkvCMPQG8
Grazie e buon proseguimento.
Luca Ricatti says
Ciao Luigi,
non so risponderti, non so che Chitarre suona Gabriella Quevedo (che ne ha senz’altro molte). Dal video il piano armonico sembra leggermente più chiaro di quello della 514.
Ad ogni modo, se vuoi farti un’idea di come suona la 514, puoi dare un’occhiata i miei Video. Anche se non è come sentirla da vivo, le riprese sono fatte con un microfono a condensatore, quindi danno una buona idea del suono reale.
Trovi tutto qui →Fingerstyle.
Franco Dragoni says
Ho comprato da qualche giorno una chitarra nuova Taylor 514ce. Ho fatto una permuta con una chitarra classica usata Alhambra Luthier, che nuova costa oltre 3.000 euro, ma che mi hanno valutato pochissimo. In negozio ho provato una Taylor che costava circa 6000 euro ma sulla quale non mi trovavo bene; mi hanno allora fatto provare una Taylor 514ce ed è stato un amore a prima vista: l’ho comprata subito.
Ora, a casa, con calma, la sto provando ma noto una prima difficoltà.
Devo dire che finora ho sempre suonato chitarre classiche e forse la mia mano non è allenata per suonare chitarre acustiche; sta di fatto che quando faccio accordi particolari con il barrè non riesco a suonare bene tutte le note. Può essere un problema legato al tipo di corde? Ho chiesto al negozio, ma non mi hanno saputo dire con esattezza il tipo di corde montate sulla Taylor. Mi sai dire quali corde dovrei montare per un buon fingerstyle o devo aver pazienza ed aspettare che la mia mano si adegui al tipo di chitarra? Mille grazie.
Luca Ricatti says
Ciao Franco,
purtroppo è normale che un negozio paghi pochissimo per uno strumento usato: lo rivenderanno a meno del corrispondente nuovo, lo terranno fermo per molto tempo e devono comunque guadagnarci qualcosa. È anche vero che ti toglie la seccatura di vendere il tuo strumento privatamente (e per uno strumento di fascia alta può essere molto difficile).
Se sei abituato alle Chitarre Classiche è normale che trovi difficoltà con i barrè: sei passato da una tastiera completamente piatta a una curva; e anche le corde in metallo fanno la differenza, perchè richiedono maggiore pressione delle dita.
Il fatto che in negozio non abbiano saputo dirti che tipo di corde montano le Taylor è indice del fatto che non conoscono (o conoscono pochissimo) questi strumenti.
Le Taylor normalmente montano di serie corde Elixir del tipo «coated» («incappottate»), più costose della media, dal suono un pochino meno brillante ma di durata molto più lunga. Sulla mia le ho trovate con scalatura Mi Cantino 0,13.
Ti consiglio di dare un’occhiata all’Action.
Una difetto che ho notato (e che mi hanno confermato altri possessori di Taylor) è che tende facilmente a subire la tensione delle corde, con un aumento della distanza tra corde e tastiera. Io la porto una volta all’anno a fare un pit stop dal liutaio. Controlla sul sito della Taylor: hanno creato una rete di liutai specializzati, se ce n’è uno nella tua zona va’ da lui.
Anonimo says
Ciao. Ma dove trovo quella lista di liutai specializzati su taylor? Grazie
Luca Ricatti says
Una volta si trovava sul sito di Taylor. Non c’è più?
Anonimo says
Comprata una 514ce nel 2014, venduta a fine 2016, l’errore più grande della mia vita, piango ancora!
Luca Ricatti says
Ci sono errori peggiori, nella vita, che vendere una Chitarra (per quanto bella)!?
Però è davvero un gran bello strumento.