Il post più buffo che ho visto su Facebook per la morte di Chris Cornell era di una persona che si rammaricava per non aver potuto postare subito un video, perché era a lavorare.
Tutti hanno scritto qualcosa o messo un link. Ma quanti sono quelli che avevano un poster di Cornell sul muro della loro cameretta?
Fa strano che uno (il sottoscritto) che suona solo folk acustico scriva di band che suonavano rock pesante.
3 anni fa, per il ventennale di In utero dei Nirvana, ho scritto questo articolo dal titolo 20 anni, in cui spiegavo la faccenda: oggi non potrei suonare altro che musica acustica, proprio perché sono cresciuto ascoltando il cosiddetto grunge.
Roba da disperati
Avevo già parlato dei Soundgarden in altri due articoli: Sciamanesimo rock e Un grande buco nero.
A quel tempo (i primi anni ’90), avevamo (io e tanti altri) un bisogno viscerale di ascoltare musica sanguigna, disperata ma onesta, tragica ma sincera.
Era l’estetica delle magliette sgualcite e delle camice di flanella.
Io odiavo l’heay metal, con tutta la sua messinscena di diavoloni, machismo e donne mezze nude.
Quando ascoltai per la prima volta Jesus Christ pose, qualcosa cambiò.
Un metal così non lo avevo mai sentito.
Un riff di chitarra isterico, un ritmo devastante e una voce che urlava a squarciagola.
Cosa urlava?
Era uno sfogo contro quei ciarlatani che si autoproclamano salvatori dell’umanità e vittime di complotti e di gente invidiosa. Due decenni dopo, abbiamo schiere di politici che si mettono in questa posa alla Gesù Cristo.
Il video di quel pezzo fu boicottato da MTV, non solo perché c’era di mezzo il nome di Cristo, ma perché i Soundgarden avevano fatto una cosa tremenda: avevano messo nel video una donna crocifissa, invece che il solito uomo barbuto dalle fattezze occidentali.
Lo avevano fatto perché, dicevano, le donne hanno subito molti più soprusi degli uomini, nella storia.
In tanti oggi hanno citato Chris Cornell come uno degli eroi della loro giovinezza. Tutti a postare Black hole sun, qualcuno più smaliziato cita la divertente Spoonman o la bella e tragica Fell on black days.
Molti di loro possiedono ancora, da qualche parte, una copia del CD di Superunknown.
E va benissimo. Superunknown è il disco della maturità dei Soundgarden, prodotto bene, con tutte le cose giuste al posto giusto.
Ma solo chi è passato per i primi 3 album sa di cosa erano davvero capaci i Soundgarden.
Solo chi ha consumato Badmotorfinger sa di cosa parliamo davvero.
Il dito del brutto motore
Quando lavoravo nel call center e passavo ore al giorno inchiodato davanti a uno schermo dentro una postazione, come un criceto dentro una ruota, accanto a migliaia di colleghi con cui parlavo pochissimo, avevo spesso questa fantasia:
… all’improvviso, diffusa da invisibili altoparlanti che nessuno poteva controllare, con un volume assurdo esplodeva Rusty cage.
E tutti restavano di sasso, scandalizzati.
Hai presente di cosa parlo?
Un riff incrociato tra due chitarre che, dopo un fill-in di batteria, si scopre indiavolatissimo; poi esplode la voce di Chris Cornell. E quando la musica sembra placarsi per un attimo, Chris canta il ritornello, con uno dei suoi acuti incredibili, e dice:
Sto per rompere la mia gabbia arrugginita e scappare…
e la musica riparte indiavolata.
Rusty cage, cazzo: non esiste una canzone più adrenalinica di Rusty cage.
Quando avrò 95 anni e sarò un vecchio decrepito che non riesce ad alzarsi dalla poltrona, chiederò a qualcuno di farmi ascoltare Rusty cage.
E sognerò di correre per la strada urlando.
La band perfetta
In quel disco avevano finalmente raggiunto la formazione definitiva, con Ben Shepherd subentrato a Hiro Yamamoto al basso (in realtà c’è stata una breve parentesi con Jason Everman, cacciato dopo pochi mesi).
Lessi che Shepherd diceva che per lui entrare nei Soundgarden era la realizzazione di un sogno, come entrare nella fabbrica di Willy Wonka.
I Soundgarden non erano mica come i Nirvana, non erano un genio con due accompagnatori: erano una band, l’alchimia perfetta di quattro talenti.
C’era il bassista creativo, il batterista fenomeno, il chitarrista che sfornava riff geniali e il cantante magnetico con la voce favolosa.
Mezzo mondo del rock impazzì per Badmotorfinger.
Axl Rose volle i Soundgarden come spalla nel tour di Use your illusion.
Ma c’era qualcosa che li allontanava, viaggiavano si binari di versi. I Guns li prendevano un po’ in giro: al povero Shepherd lo chiamavano frankenbass, perché dicevano che era un musone. I Guns ‘n Roses erano sulla cresta dell’onda, ma erano già il passato.
Non erano più gli anni ’80. Era tempo per un rock diverso, più scuro e catartico.
Ma tutto finisce
Tutti dicevano che i Soundgarden erano i Led Zeppelin degli anni ’90.
Lessi un’intervista in cui Kim Tahyil diceva ridendo che Black hole sun era la loro Stairway to heaven.
Chris Cornell è stato uno degli eroi della mia giovinezza.
Ma come tutti i veri fan dei Soundgarden sapevo bene che c’era una vena pop in lui.
Dopo il successo di Superunknown, c’era grande attesa per il nuovo album.
Ma quando uscì Down on the upside, fu una delusione. Dopo il primo ascolto andai subito a guardare chi aveva composto le canzoni e intuii quello che i giornalisti misero nero su bianco anni dopo: Kim Tahyil, il chitarrista rock più originale di quel decennio, l’anima metal della band, era stato messo in minoranza e Chris Cornell aveva portato il gruppo verso una svolta più commerciale.
Un bel disco, ma non era quello che mi aspettavo.
Speravo che fosse solo una parentesi, ma un anno dopo arrivò la notizia ufficiale dello scioglimento.
Ci sono state due notizie tragiche che hanno caratterizzato la mia giovinezza di rockettaro: la morte di Kurt Cobain e lo scioglimento dei Soundgarden.
Nemmeno la morte di Layne Staley mi colpì così tanto (e io adoravo gli Alice in chains e la voce di Staley).
Non ho mai seguito la carriera solista di Chris Cornell.
Con la reunion della band e il nuovo disco del 2014 avevano recuperato il suono alt-metal dei tempi d’oro, ma la sensazione era che il mondo intorno era cambiato.
Ciao Chris Cornell
In occasione del 25ennale, la Sub Pop aveva da poco pubblicato il remaster dell’album di esordio Ultra mega ok (che però era stato pubblicato originariamente con un’altra etichetta, la SST).
Lo sapevi che la nascita della Sub Pop avvenne per intercessione di Kim Tahyil?
I Soundgarden – e Chris Cornell in particolare – erano i grandi vecchi del grunge. Chris Cornell accompagnò i superstiti dei Mother Love Bone (il cantante Andrew Wood, morto di overdose, dormiva in camera con Chris) verso un nuovo futuro con un nuovo frontman che veniva da San Diego, tale Eddie Vedder.
Caro Chris, a me importa poco se ti sei suicidato o no.
Sei stato un grande artista e una fonte di ispirazione per tanti altri artisti più giovani di te.
Per me resterai sempre il ventenne pazzo e capellone che urla a petto nudo nel deserto.
Grazie di tutto.
PS: ormai sono grande e grosso, ma vado ancora in giro con le magliette sgualcite e cerco ancora di fare musica disperatamente onesta.
E non sono il solo.
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Il Bambinello says
E scrivi anche, in modo onesto. Bravo. Certo che da un paio di anni ne stanno cadendo come mosche di mostri sacri, eh? Stavolta però la cosa mi ha toccato in modo particolare, ero affezionato al buon Chris, Soundgarden a parte (quasi ogni sito si è limitato a copiare e incollare le solite quattro cose attorno al grunge e a Black Hole Sun, sicuramente il suo periodo creativo più felice, ma come giustamente fai notare tu citando Jesus Christ Pose, lui ha fatto molto altro) mi ero innamorato di Euphoria Morning, e ti dirò, a me piacevano anche – orrore! – gli Audioslave da molti bistrattati.
Di tutta questa storia mi dispiace molto il dettaglio del suicidio, le ragioni le sa solo lui, ma la carica emotiva delle sue canzoni si consacra come leggenda, e sono contento che il mio stereo personale lo abbia incrociato sulla sua strada. Il mio rimpianto è di non averlo mai sentito dal vivo.
Luca Ricatti says
Grazie.
Ha fatto un sacco di cose e tanti lo hanno amato per motivi diversi.
cynops says
non si è ammazzato, l’hanno ammazzato, insieme al suo amico
Luca Ricatti says
Certo, come no!