Questo articolo è stato scritto per contribuire alla raccolta fondi per la realizzazione de La Tana del Drago, il centro studi su Tolkien di Dozza.
La raccolta fondi ha funzionato e il centro è stato realizzato.
Ecco cosa scrissi nel Maggio del 2018.
L’Associazione Italiana Studi Tolkeniani vuole aprire un Centro studi su Tolkien nel cuore del borgo medievale di Dozza (Bologna) e per farlo ha creato una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding Indiegogo.
Io ho deciso di aderire, perché l’idea di un Centro studi su Tolkien in Italia mi sembra bellissima. E ora ti spiego perché l’ho fatto e perché secondo me dovresti aderire anche tu.
Stregoni e porte tonde
Mia figlia ha cinque anni, non sa ancora leggere e io e sua madre, come fanno molti genitori, le raccontiamo delle storie.
Ovviamente spesso le leggiamo dei libri: il mondo è pieno di meravigliose pubblicazioni illustrate per bambini in età prescolare e noi ne abbiamo diversi. Questo genere di libri è un grande aiuto per i genitori che vogliono avviare i propri figli all’amore per la lettura. Alcuni sono dei piccoli capolavori.
Ma il papà di questa bimba in particolare è uno che ama raccontare.
Faccio spettacoli in cui racconto storie a decine di perfetti sconosciuti, non potrei non farlo con grande piacere per mia figlia.
Un giorno di qualche mese fa, rovistando nella memoria in cerca di qualcosa da raccontarle, mi è venuto in mente di quella volta in cui un vecchio stregone vestito di grigio andò a fermarsi davanti a una porta… Una porta rotonda, fatta di legno dipinto di verde e con un lucido pomello d’ottone proprio nel mezzo.
La porta di un buco-hobbit.
Il mio Viaggio inaspettato
E proprio come per Bilbo Baggins, dopo l’arrivo di quello stregone, mi sono ritrovato a dover fare un viaggio inaspettato.
Ho scoperto che, nonostante avessi letto Lo Hobbit già due volte, non riuscivo proprio a ricordarmi interi passaggi.
Come diavolo succedeva che Bilbo e i Nani si trovavano a combattere con quei tre orrendi Troll? Quali e quanti indovinelli si dicevano Bilbo e Gollum? Come faceva Bilbo a salvare i Nani dai Ragni?
In più, la confusione aumentava perché le vicende lette nel romanzo si mescolavano con quelle rimaneggiate da Peter Jackson nei suoi film.
Così mi sono deciso a fare una cosa che rimandavo da molto tempo: andare in libreria ad acquistare una copia de Lo Hobbit annotato, la versione critica di Douglas A. Anderson.
Così, grazie alle note di Anderson, ho potuto entrare nel merito della genesi del libro e dei suoi personaggi. E ogni capitolo era una nuova avventura del piccolo Bilbo bell’e pronta da raccontare a mia figlia.
Non so se si diverte più lei ad ascoltare o io a raccontare, ma è una cosa molto coinvolgente per entrambi.
Ma, come sempre accade, con questo viaggio se ne sono incrociati altri.
Fili di ragnatele
Sono passati circa venti anni da quando lessi per la prima volta Il Signore degli Anelli, che a tutt’oggi considero la lettura più emozionante che abbia mai fatto in tutta la vita. Ma solo in tempi recenti ho deciso che Tolkien come autore merita molta più attenzione e approfondimento da parte mia.
Mi si è aperto un mondo.
La rete di connessioni di internet può farti fare salti incredibili, se incappi nei nodi giusti.
Ma partiamo dal principio.
Oltre a essere un blogger, sono ovviamente anche lettore di blog altrui.
Tra quelli che leggo con maggiore piacere c’è Giap – il Blog di Wu Ming.
Nel collettivo Wu Ming sembrano essere grandi appassionati di Tolkien.
Di sicuro lo è Wu Ming 4, autore di un saggio sull’opera tolkeniana dal significativo titolo Difendere la Terra di Mezzo (che a sua volta riprende il titolo da quello di un altro saggio di un critico americano).
Difendere la Terra
Ecco, ho letto Tolkien per la prima volta soltanto a vent’anni, perché per molto tempo ho creduto che fosse un libro da fascisti.
Ma facciamo un passo indietro.
L’opera di Tolkien ha avuto da sempre un grande ostacolo: i letterati.
I romanzi del Professore uscirono in un periodo di grandi rivoluzioni culturali e apparvero a molti intellettuali come opere passatiste, incapaci di cogliere i tempi. Essendo ambientate in un mondo immaginario, poi, erano spesso accusate di escapismo, cioè di fuga dalla realtà.
Queste accuse valevano soprattutto per Il Signore degli anelli, mentre Lo Hobbit era considerato solo un romanzetto per bambini.
Per fortuna, il pubblico – che segue poco i dettami delle mode letterarie – decretò il successo dei quei romanzi, inglobandoli nel fermento culturale della seconda metà del ‘900.
Per i giovani del ’68, la guerra dei piccoli e pacifici Hobbit per difendere la Terra di Mezzo divenne anche una metafora della resistenza di pacifisti e ambientalisti contro quello che è stato definito sistema industriale-militare-carcerario.
I Romanzi di Tolkien divennero opere di culto per i figli dei fiori.
I Beatles sognavano di recitare in un film sul Signore degli Anelli e i Led Zeppelin infarcivano le loro canzoni di riferimenti al romanzo. Per citare solo le due rock band più influenti rispettivamente degli anni ’60 e ’70.
D’altra parte, ai giovani anglofoni bastava procurarsi una copia del libro. Non avevano bisogno dell’intermediazione degli intellettuali dell’epoca.
Per chi non sapeva leggere l’inglese, però, la faccenda era diversa.
In Italia
E qui veniamo al perché sarebbe utile un Centro studi su Tolkien qui in Italia.
Nel nostro paese, l’opposizione degli intellettuali alle creazioni fantastiche di Tolkien ha rappresentato un ostacolo enorme.
Ne fu bocciata la pubblicazione da parte di Mondadori (Elio Vittorini fu uno di quelli che apposero un bel NO). La sinistra intellettuale italiana definì il romanzo di Tolkien dapprima inadeguato e scollegato dalla realtà, poi dichiaratamente razzista e fascista.
Dal canto suo, la Destra fascista si appropriò del Signore degli anelli tramite un’interpretazione del tutto arbitraria, secondo le linee della scuola di pensiero chiamata Tradizionalista.
La prima edizione italiana de Il Signore degli anelli fu pubblicata da Rusconi e proposta come il racconto di un cammino iniziatico nei mondo dei simboli. Un’interpretazione completamente scollegata dalle intenzioni dell’autore (e anche dalla critica anglosassone) e tanto più improponibile perché sistematicamente basata su analisi decontestualizzate di episodi e personaggi e salti logici dal particolare al generale.
Insomma, per capirsi: si prendevano pezzi sparsi del romanzo (personaggi, episodi, oggetti), si staccavano dal contesto della vicenda e si diceva che erano simboli di quello che piace a loro, ai filosofi di destra. Un sistema semplice per far dire a un romanzo quello che ti pare.
Questa brutta infezione che ha colpito l’opera tolkeniana in Italia prosegue ancora oggi, anche per la responsabilità (opinione personale) dell’editore Bompiani che – nonostante i progressi fatti con le correzioni alla vecchia traduzione – si ostina a dare spazio a quel genere di interpretazioni e riproporre l’insopportabile introduzione di Elémire Zolla (uno dei figuri di cui sopra)..
Dalla casa editrice per cui ha lavorato per una vita Umberto Eco, ci si aspetterebbe un po’ più di buon senso, in campo di critica letteraria
L’orripilante introduzione è stata finalmente abolita: i dettagli qui → Nuova traduzione de Il Signore degli anelli.
A proposito, pare che Umberto Eco, nella sua enorme biblioteca personale, avesse alcuni libri di Elémire Zolla, che teneva in una sezione particolare da lui chiamata sezione dei cretini.
Insomma, mentre nel mondo anglosassone Il Signore degli anelli era un libro di riferimento del movimento pacifista, ambientalista e anarchico, qui in Itala dovevi guardarti bene dal dire in giro di averlo letto, se non volevi passare per fascista.
Un Ultimo Rifugio Sicuro
Torniamo al presente.
Stavo facendo il mio consueto giro su Giap, quando ho trovato questo articolo in cui si spiega che la Associazione Italiana Studi Tolkeniani vorrebbe aprire un Centro studi su Tolkien nel paesino medievale di Dozza (Bologna).
E che per fare questo hanno creato un Crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo.
L’Associazione sta agendo come enorme fonte di stimolo per portare la conoscenza dell’opera tolkeniana al livello del mondo anglosassone.
Se ti può sembrare eccessiva tanta attenzione a uno scrittore di fantasy, probabilmente non ti rendi conto del fatto che l’influenza dei romanzi di Tolkien sull’immaginario collettivo è gigantesca, non trova paragoni in nessuna altra opera letteraria del ‘900.
Da Stephen King a J.K. Rowling, da Neil Gaiman a George R.R. Martin è davvero difficile trovare uno scrittore di romanzi fantastici di successo che non abbia dichiarato la sua ammirazione per Tolkien.
Ma non è solo questo.
L’opera Tolkeniana ha una vastità, una profondità che richiede senza dubbio un’analisi critica come si deve.
I romanzi del Professore hanno diversi livelli di lettura ed è giusto che chi li legge per la prima volta lo faccia senza farsi troppe domande, lasciandosi trasportare dalla narrazione e basta. Ma per chi si appassiona e vuole capire di più, c’è da passarci una vita…
Un Centro studi su Tolkien
L’idea di un luogo fisico dove potersi recare, per di più in un piccolo borgo medievale, non è solo una cosa bella per noi fan. Significherebbe dare un solido contributo per portare il dibattito in Italia sull’opera di Tolkien a un livello molto più alto.
L’Associazione Italiana Studi Tolkeniani ha fissato diversi traguardi per il Centro studi su Tolkien.
Io vorrei tanto che arrivassero a quello di € 10.000, raggiunto il quale creerebbero la Sala Conferenze.
Io il mio contributo l’ho dato.
Se anche per te i romanzi di Tolkien rappresentano una fetta importante della tua vita, devi contribuire a questa cosa.
Un Centro studi su Tolkien è un posto dove potresti andare per trovare testi, incontrare persone, assistere a conferenze.
Vai alla pagina su Indiegogo dedicata alla Tana del Drago.
Lock says
Nei prossimi giorni mi leggerò tutti questi bei link.
Un paio di piccole precisazioni: Troll, senza acca. Ed è vero, Bompiani è stata la prima casa editrice italiana a pubblicare il SdA, con Quirino Principe che ha riveduto e corretto gran parte della traduzione della Alliata, ma la prima pubblicazione assoluta è stata quella del (solo) primo libro, la Compagnia dell’Anello da parte di Astrolabio. Una copia della quale sto cercando inutilmente da mesi (in formato digitale, quello cartaceo è off limits) perché contiene la prima traduzione assoluta, che è parecchio diversa da quella che conosciamo.
Luca Ricatti says
È vero, grazie, corro a cancellare la H!
La prima edizione è stata di Rusconi (Bompiani è venuta decenni dopo), quella di Astrolabio-Ubladini non la considero proprio perché rimasta incompleta.
La storia editoriale del SdA l’ho riportata in →questo articolo.
Antonio says
ma che cumulo di stupidaggini! (per essere cortese) ; dovremmo esere felici perchè dalle appropriazioni del testo di Tolkien da parte dei fascisti nostrani (in modo del tutto idiota) ,finalmente se ne possono appropriare i nazisti di sinistra ,sempre nostrani, , in modo tale che i rappresentanti delle due peggiori forme di dittatura degli ultimi secoli ne possano fare uso a loro comodo, due facce della stessa medaglia una sconfitta dalla storia e dalla ragione, l’altra onnivora e che continuerà a tormentare l’umanità ancora a lungo.
Ho letto molti libri, nessuno degli scritti di Zolla, a parte la prefazione del signore degli anelli, ho però provato a leggere qualcosa di Umberto Eco, una vera purga per quanto mi riguarda, non sono mai riuscito ad andare avanti più di tanto; chissà se avrebbe avuta la stessa importanza se non fosse stato sbilanciato dalla parte dei nazisti di sinistra di cui sopra. C’è ancora chi riesce a leggere un libro per il piacere e la gioia che da il racconto, senza preoccuparsi delle indebite appropriazioni di squallidi personaggi di destra o di sinistra.
Luca Ricatti says
Ciao Antonio e grazie per il tono e il contenuto di questo originalissimo commento!
Poi, quando hai due minuti di tempo, visto che sei così «cortese», puoi venire qui a spiegarci in che modo dei «nazisti di sinistra» stanno «usando a loro comodo» le opere di Tolkien.
Con esempi pratici, però.