Primavera del 1998. Sto dentro una macchina di quelle coi doppi pedali, al posto del guidatore. Quando ho deciso di prendere la patente, non sono andato a iscrivermi alla scuola guida. Mi sono fatto prestare il libretto di teoria dalla mia ragazza, me lo sono leggiucchiato, ho fatto qualche test di prova e poi sono andato a fare l’esame alla motorizzazione. Ma per la pratica ho dovuto rivolgermi a un istruttore.
Così eccomi accanto a questo sconosciuto. Tengo le mani sul volante. Il tipo vede le unghie lunghe della mano destra e, come mi è capitato mille volte (e altre mille mi capiterà nella vita), chiede:
«Suoni la chitarra?»
«Sì.»
Allora lui giunge le mani a preghiera davanti al petto, le oscilla su e giù e dice ridacchiando:
«Ma co la musica nun ce se campa!»
Cioè, non è che ci conosciamo. Questa sua battuta geniale e originalissima me la regala così, anche se tra noi non c’è alcuna confidenza. Non ricordo di preciso cosa ho bofonchiato in risposta, ma più o meno ho abbozzato.
Inverno del 2014, una ventina di giorni fa. Sono al mitico Circolo Gianni Bosio per vedere Alessio Lega in concerto. Appena imboccato il corridoio che porta alla sala del concerto me lo trovo davanti, il Lega. Alza un attimo lo sguardo e mi dice, in tono un po’ imbarazzato:
«Credo sia più avanti».
Allora capisco che l’uscio che volevo varcare è l'”entrata artisti”; una porta talmente squadernata che un rumore assordante tipo trombone sfasciato riecheggia nella sala ogni volta che un musicista entra o esce. Fa parte del fascino del Bosio.
Il concerto è molto bello. Lega è un insospettabile animale da palcoscenico. A un certo punto, prima di cantare la splendida Frizullo, dedicata all’attivista antirazzista Dino Frisullo, fa un piccolo monologo sul concetto di anime belle. Dice che non è giusto che la definizione abbia una connotazione negativa. Secondo lui, quando qualcuno ci accusa di avere idee troppo astratte e radicali, di essere dei sognatori, dobbiamo rispondergli, senza far passare nemmeno un secondo: “Testa di cazzo!”
Ora, io ho idee piuttosto radicali e nella vita mi è capito un sacco di volte che qualcuno mi abbia detto che ragiono troppo in astratto, che bisogna essere realisti e bla bla bla. Sono convinto che chi dice queste cose è, almeno in parte, colpevole del male che c’è nel mondo. Ci ho scritto pure una canzone su questa cosa, si intitola Entropia. Prima o poi ve la faccio sentire.
Eppure, chissà perché, quando Alessio Lega fa il suo pezzo sulle anime belle, a me non viene in mente nessuna delle persone che mi hanno accusato di essere un idealista.
Mi viene in mente un insegnante di scuola guida conosciuto nel 1998. Uno di quelli secondo i quali, dalla preistoria a oggi, gli esseri umani di tutte le razze e di tutti i continenti che hanno scritto canzoni e suonato strumenti hanno perso tempo. Uno di quelli che non ascoltano, non canticchiano, non fischiettano mai una canzone. Uno di quelli secondo i quali il valore di ciò che fai si misura in base a quanti soldi ti fa guadagnare.
Ecco, quando qualcuno vi spara una frase del genere riguardo al fatto che praticate un’arte, camminate tra i boschi, vi intendete di formaggi o di pittura, amate qualcuno alla follia, insomma fate quello che vi rende degli esseri umani; beh, la prima volta che vi capita, vi invito a prendere spunto dalla battuta di Alessio Lega. Guardatelo dritto in faccia e rispondetegli a bruciapelo:
«Testa di cazzo.»
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Il Bambinello says
Vabbè… ma gli istruttori di scuola guida son così, devono dirti qualcosa… Anzi anzi che sei maschio e te la sei cavata con un commento idiota, perché se eri femmina magari t’avrebbe messo le mani tra le cosce. Funziona così.
Luca Ricatti says
Dai, non generalizziamo a tutta la categoria. Gli stronzi stanno ovunque.
alfredo simone says
Mi ha piacevolmente sorpreso trovare Alessio Lega nel tuo racconto. Io l’ho conosciuto nel 2002, primo anniversario del maledetto massacro del G8. La cosa buffa però è come l’ho scoperto. Andavo da Parma, dove abitavo allora, a Milano per vedere mia figlia e ad un certo punto, ero già nelle vicinanze di Milano sintonizzato sulle onde di radio popolare sento un brano che mi colpisce: “Dall’ultima galleria”. Fermo la macchina e chiamo in radio, dove quando vivevo a Milano avevo molti amici, per sapere chi cantasse quel brano. Scopro così Alessio, con cui siamo diventati amici fraterni ed è anche grazie a lui che mi sono avvicinato al pensiero anarchico.
Luca Ricatti says
Ma pensa te!
Sul G8 ho scritto questo piccolo pezzo ☞20 Anni dal G8 di Genova.
Mi dispiace che in tutti questi anni il buon Lega sia ancora poco conosciuto dal grande pubblico, penso che sia uno dei migliori cantautori oggi in circolazione.