Secondo un recente studio, a comprare ancora Compact Disc sono gli ultra 36enni. Lo zoccolo duro addirittura è composto dagli over 50. In pratica, gli aficionados del disco sbrilluccichino sono quelli che hanno vissuto il suo avvento, tra la fine degli anni ’80 e i primi ’90.
A spendere meno per la musica sono i giovani. Di certo non comprano CD, non lo hanno mai fatto perché sono cresciuti in un’epoca in cui era già tecnologia obsoleta.
Per questo motivo, il buon vecchio Compact Disc è dato per spacciato da tempo e in effetti continua a calare tragicamente da molti anni. Eppure si ostina a non morire. Oggi rappresenta la seconda voce in ordine di grandezza dopo il download a pagamento, fatturando oltre il 30% del totale delle vendite nel mercato musicale. I dati sono forniti dalla RIAA, l’associazione dell’industria musicale americana, perciò probabilmente non corrispondono esattamente alla situazione italiana. Ma sono utili per avere un’indicazione di massima. [Read more…]
Gira che ti rigira
Sembrava che bastasse aprire un ombrello per volare, trasportati dal vento. Ma l’ombrello ci è scappato di mano.
C’è ancora gente che va in giro a dire che internet sta facendo la rivoluzione, dà voce a chi non ce l’ha e bla bla bla. Ogni ragazzo con un PC può farsi il disco in casa e diventare famoso, la lunga coda premia i contenuti dal basso e ancora bla bla bla.
Oh, chiaramente all’inizio ci ho creduto pure io, come tutti. Poi mi sono svegliato tutto sudato.
Ne è passata di acqua sotto i ponti, eppure c’è ancora un sacco di persone con questa visione direi millenaristica di internet (che invece, per molti versi, è tutt’altro che democratica, anzi tende a premiare le mega aziende prive di concorrenza, vedi Google, Facebook, Youtube, Amazon).
Ma veniamo a noi. Dopo anni di crisi, pare che il mercato discografico abbia ricominciato a crescere, anche se di poco. Almeno in Europa e in America. Si vende sempre più digitale, ma tanti comprano ancora CD e vinili (tra cui io).
Positivo? Beh, dipende anche da quale musica si vende.
Secondo una ricerca fatta da un’agenzia inglese che si chiama MIDiA, nel 2013 il 77% dei profitti del mercato musicale mondiale è andato all’1% degli artisti. Va da sé che questo 1% è costituito da una ristretta cerchia di superstar (e dalle major che ci stanno dietro). [Read more…]
Melodrammi da rete
Mi è capitato di leggere un paio di articoli scritti da due musicisti famosi sui loro rispettivi blog. Gli argomenti sono i soliti: si stava meglio quando si stava peggio; il download illegale ha rovinato la musica; i giovani di oggi non sono ascoltatori attenti perché non leggono le note di copertina; un CD è per sempre e quindi 20 euro sono un buon prezzo; eccetera eccetera. Melo-drammi esistenziali causati da internet ma che proprio su internet cercano sfogo. Non faccio nomi perché si dice il peccato ma non il peccatore. E poi si tratta in entrambi i casi di roba vecchia, scritta quasi un anno fa. Ma comunque attuale. [Read more…]